sabato, novembre 09, 2002

Strani casi della vita.

Sto guardando Panic Room, un thriller uscito quest'anno che narra di Meg Altman, una donna sulla trentina divorziata con una figlia che vive in una grande casa a Manhattan appena aquistata. Quando tre ladri vi entrano per rubare, Meg si rifugia con la figlia all'interno della panic room, una stanza inventata apposta per rifugiarvisi in caso di pericolo. La panic room però, è proprio dove i ladri cercano il bottino.

Proprio prima di iniziare la visione del film avevo mandato un sms a Lucie, la franco-portoghese, chiedendo sue notizie.
Dopo qualche minuto mi scrive: I am having a quite evening, I was robbed last week. Don't worry, it was more fear than damage.

Esattamente come questo film, più paura che danno.
Eppure il danno che maggiore è proprio la paura che lascia.
Non ho mai subito un furto ma credo che sia come un taglio, a volte è un piccolo taglio, un graffio, ma a volte colpisce profondamente, quasi un'amputazione.
Perchè quel ci appartiene è legato profondamente a quello che siamo.

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