lunedì, giugno 06, 2005

Pacifisti 3

Il terzo intervento sul referendum visto dai pacifisti è di Paolo Candelari, presidente del Movimento Internazionale della Riconciliazione, una delle piu' conosciute e stimate figure della nonviolenza in Italia.

Perche' il 12 giugno non andro' a votare.

1. Perche' ritengo che l'inizio della vita sia un mistero, e meno l'uomo ci mette le mani, meglio e': nella nostra concezione onnipotente, riteniamo tutto manipolabile; non ci rendiamo conto di come cio' che chiamiamo natura sia il risultato di equilibri estremamente complessi, raggiunti in milioni di anni, e ogni volta che li tocchiamo, dovremmo chiederci se siamo certi delle conseguenze, e dei pericoli che puo' comportare. E' per questi motivi che molti di noi si battono giustamente contro le manipolazioni genetiche di piante ed animali. Ma a maggior ragione dovremmo opporci alla manipolazione sull'uomo, alla modifica dei processi naturali che portano alla nascita della vita. Siamo sicuri che portare la fecondazione fuori dal suo ambiente naturale, in una asettica provetta, sia senza conseguenze sullo sviluppo futuro del bambino? Che il congelamento dell'embrione sia del tutto ininfluente? Che non ci sia uno scambio tra madre e figlio sin dall'inizio del concepimento?

2. Perche' l'embrione non e' un grumo di cellule paragonabile ad "una foglia d'insalata", come mi e' stato detto ad un banchetto di "referendari": cio' e' contrario ad ogni evidenza scientifica, qui la religione non c'entra. E' una vita umana, non in potenza, ma in atto, perche' esso non e' che l'inizio di una evoluzione che proseguira' e diverra' un bambino, poi un adulto, infine un vecchio e un giorno morira': e ogni stadio e' sempre diverso dal precedente, ma sempre della stessa vita umana, dello stesso individuo si tratta. E tutti quelli e quelle che disquisiscono su quando l'embrione diventa persona, se quando iniziano le relazioni sociali, quando inizia l'autocoscienza, ecc. questi si' mi paiono come quei teologi dell'antichita'
che si chiedevano in che momento Dio immettesse l'anima nel corpo, per poter decidere cinicamente, a tavolino, chi avesse dignita' di vivere e chi no. Io non so quando il feto divenga persona, ne' quando al corpo venga data l'anima, ma nel dubbio scelgo la massima sicurezza: il mio modo di ragionare e' rozzo e materialista: dall'inizio alla fine e' una vita umana in divenire, a cui nessun altro essere umano ha diritto di por termine.

3. Perche' sono contrario alle sperimentazioni su esseri umani. Uno dei "leit-motiv" di questa campagna referendaria e' che questa legge vieterebbe la ricerca sulle cellule staminali, condannando percio' stesso i malati di varie malattie oggi incurabili a rimanere senza cure che sarebbero invece a portata di mano. Cio' e' falso. La ricerca puo' essere fatta e viene fatta prelevando cellule staminali adulte e riproducendole; in ogni caso l'equazione "avere tanti embrioni come cavie = curare malattie incurabili" e' falsa; per ora ben poco si sa delle possibilita' di arrivare a conclusioni da queste ricerche. Sono peraltro convinto che nessuno di noi (non certo io) accetterebbe di essere curato grazie all'utilizzo di cavie umane: siamo giustamente contrari all'utilizzo di cavie animali, a maggior ragione dovremmo esserlo per quelle umane. Quello che e' certo e' che l'enorme possibilita' di usare embrioni che si e' creata da quando si e' diffusa la pratica della fecondazione artificiale va incontro all'interesse di case farmaceutiche, centri di ricerca e aspiranti dott. Stranamore, che da questa attivita' sperano di lucrare per fare esperimenti di tutti i generi, compresi, e' inutile nasconderselo, quelli sulla clonazione umana.

4. Perche' mi spaventa proprio la prospettiva della clonazione umana: e non ditemi che si tratta di fantascienza: gia' si parla di produzione in laboratorio di umanoidi da cui prelevare organi, sempre a fin di bene, ovviamente. Mi si risponde che col referendum non verrebbe consentita la clonazione umana: gia', ma questo sara' il prossimo passo: del resto se si proclama che l'etica non puo' fermare la scienza quali ragioni dovrebbero impedirla il giorno che divenisse possibile? Fermiamoci in tempo; o domani ci troveremo con guai peggiori dei mali che oggi vogliamo curare.

5. Perche' la scienza non e' infallibile. Gli scienziati sono uomini fallibili come tutti gli altri: del resto quale e' il limite di fronte a cui la scienza si deve fermare? per i promotori semplicemente non esiste: tutto cio' che e' scientificamente possibile, o viene ritenuto tale, e' lecito. E chiunque mette in discussione questo assunto, presentato come il dogma di una nuova religione, viene tacciato di integralismo, di fondamentalismo. Chi ci salvera' dall'intolleranza dei (sedicenti) tolleranti? Cio' di cui sta discutendo, e' per me follia, delirio di onnipotenza; e tutto sfruttando il sacrosanto desiderio di molte coppie di avere un figlio proprio. Ma che senso ha, mi chiedo, volere un figlio ad ogni costo, senza neanche sapere
chi e' il padre (l'eterologa)? Non sarebbe meglio adottare un bimbo abbandonato, piuttosto che farselo fabbricare in laboratorio?

6. Per una ragione piu' strettamente politica: il referendum e' il peggior strumento per affrontare questioni cosi' complesse come la fecondazione artificiale, la liberta' di ricerca scientifica, l'etica della vita. Le posizioni al riguardo son ben piu' di due e non possono ridursi ad un si' o un no secco. Occorre un dibattito approfondito, una reciproca capacita' di ascolto e di attenzione; soprattutto, fermo restando che ognuno debba seguire liberamente la propria coscienza, la soluzione legislativa deve tener conto di tutte le posizioni, ed essere il risultato di un largo consenso, non l'imposizione di una risicata maggioranza, che non sarebbe neanche tale. Dunque dico no all'ennesima "guerra di religione" imposta dai radicali, che pretendono di dividere manicheisticamente il mondo tra "buoni", laici e positivisti, e "cattivi", oscurantisti e "talebani" (la calunnia e' da sempre la loro arma politica preferita). E il 12 giugno, in piena consapevolezza e liberta', esercitero' il mio pieno diritto di fare politica rifiutando un referendum che disapprovo.

7. Una parola infine sulla questione del "clericalismo". Come potete vedere, nelle mie argomentazioni non ho tirato fuori alcun motivo religioso o di fede. Io ho sentito parlare per la prima volta di questi temi nel lontano 1986, in un convegno degli allora neonati "verdi", da Jeremy Rifkin. Oggi si sente dire che solo i cattolici sono contro il referendum, e cosi' la complessa questione dell'etica della vita, della cura dell'infertilita', e della liberta' di ricerca si riduce a quella dell'ingerenza della chiesa nella cosa pubblica. Da una parte ritengo che fare della chiesa cattolica l'unica paladina delle ragioni della vita e dell'etica sia un regalo troppo grosso, e non sempre meritato; dall'altra dico: fortuna che c'e' la chiesa a
sostenere queste ragioni, soprattutto di fronte al silenzio di chi dovrebbe parlare e invece tace, o, lasciandosi trascinare dalla polemica anticlericale, e dal livore, magari anche motivato, contro la chiesa cattolica, si mette acriticamente al seguito di una mentalita' (e non e' solo una mentalita', sono anche ben corposi interessi) scientista a oltranza, che vorrebbe eliminare il concetto stesso di etica.

8. La legge 40 e' sicuramente emendabile e migliorabile, ma oggi c'e' in gioco qualcosa di molto piu' importante: affermare che la scienza ha un limite, che non tutto cio' che e' possibile e' lecito, che il progresso non puo' essere infinito, che alfine c'e' un'etica della responsabilita' che deve ispirare il nostro agire. Per questo ritengo che la eventuale sconfitta di chi ha voluto il referendum avrebbe una portata ben piu' vasta dei singoli quesiti, come lo fu il "no" al nucleare.
Nonviolenti, ecologisti, ambientalisti: sveglia! Non dovreste essere voi in prima fila su questi temi? O quantomeno perplessi di fronte a chi vuol sostituire il dogma dell'infallibilita' divina con quello dell'infallibilita' della scienza.

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