Annina ha voluto scrivere sulla vita e mi ha fatto piangere di commozione.
Bimbo mio...
per me sei già il mio bimbo... come il mio primo bimbo che ho cullato dentro di me per 14 settimane e che poi Gesù ha rivoluto con sé... siete tutti e due miei bimbi...
il tuo primo fratellino ora vive nella mia mente
(non posso esimermi dall'immaginarlo, dal volergli bene anche se per i "puri materialisti" questo figlio io non l'ho mai avuto)
... gli ho voluto e continuerò a volergli bene come sto facendo con te...
il dolore che ho provato nei giorni in cui ho perso il tuo fratellino è paragonabile solo al dolore che si prova quando muore una persona cara... ma a volte è peggio, è più profondo...
in fondo il tuo corpo è stato bara per tuo figlio, corpo che fino al giorno prima gli faceva da culla....
ma il dolore si supera, perchè la gioia e l'amore che ho provato nel cullarlo per quelle sole 14 settimane ha superato ogni razionale sensazione...
Avevo paura di non poter più provare quella gioia e quell'amore... invece ora ci sei tu...
e sono di nuovo pervasa da quelle splendide emozioni...
si è parlato tanto di vita in questi giorni e di persone che vorrebbero il "meglio" per i propri figli tanto da sostituirsi al Dio che ci ha creati...
è stato doloroso leggere nel blog di uno dei miei più cari amici commenti di persone che scrivevano:
"Hai vinto tu, ora ti meriti un figlio Down"... che dolore!
e che dolore immaginare che ci siano persone al mondo che non sanno ancora accettare e soprattutto "capire" la ricchezza che può darti dentro anche un'esperienza tragica come quella di un figlio malato, malformato, handicappato...
Io mi auguro il meglio per te, mi auguro per prima cosa che tu ce la faccia a vivere, che ti aggrappi al mio ventre per questi nove mesi...e che poi con coraggio affronti questo mondo...
mi auguro che tu sia sano... ma volevo solo dirti una cosa...
LA TUA MAMMA E IL TUO PAPA' CI SARANNO SEMPRE!!
comunque tu sia... e con te loderanno il Signore per il dono più bello della terra: La vita!!!
2 commenti:
Quando Bàal-shem doveva assolvere un qualche compito difficile, qualcosa di segreto per il bene delle creature, andava allora in un posto nei boschi, accendeva un fuoco, e diceva preghiere, assorto nella meditazione; e tutto si realizzava secondo il suo proposito. quando una generazione dopo, il Maggìd di Meseritz si ritrovava di fronte allo stesso compito, riandava in quel posto nel bosco, e diceva: . - e tutto andava secondo il suo desiderio. Ancora una generazione dopo, Rabbi Moshe Leib di Sassow doveva assolvere lo stesso compito. Anch'egli andava nel bosco, e diceva: . E infatti cio` era sufficiente. Ma quando di nuovo, un'altra generazione dopo, Rabbi Yisrael di Rischin, doveva anch'egli affrontare lo stesso compito, se ne stava seduto in una sedia d'oro, nel suo castello e diceva: . E - così prosegue il narratore - il suo racconto da solo aveva la stessa efficacia delle azioni degli altri tre.
(da Scholem Gershom, Le grandi correnti della mistica ebraica)
grazie
michele
Angelo, ora hai fatto commuovere me a vedermi citata nel tuo blog...
ho seguito l'istinto... solo questo... avessi il coraggio di farlo sempre!
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