giovedì, marzo 27, 2025

Francesco Sapori; uno degli ultimi galantuomini nella vita e nell’arte; intendo galantuomini di quel vecchio stampo, cioè a dire « integrali », che va scomparendo, se già scomparso non è: nella pagina, nel gesto, nella parola: che son poi il riflesso della vita. Sobrietà, politezza, colore in­tenso, ma contenuto: un rispetto as­soluto, devoto della sovranità del l'Arte; un senso vigile della misura senza di che la materia in Arte non si trasforma.

D’Annunzio? Come dedizione al bello forse; ma con in più — e di personale — una signorilità che il pescarese — ed è tutto dire — non si sognava neppure Un amore del « bello » che non è tale se non è an­che « buono » Uno spasimo interiore che l’avverte solo chi lo conosce da tempo. Una smania della ricerca, un anelito alla perfezione che è solo del­ l’artista affinato dal cammino aspro, sempre in salita, col cielo e con l’abis­so a portata di mano. Un risoffrire gaudioso con l’artista che scopre e con la sua creatura.

Questo pensavo assistendo giorni or sono alla prolusione all’anno acca­demico tenuta al «

Beato Angelico ». A un certo momento, socchiudendo gli occhi, la voce calda e pastosa pareva modulasse un canto : si faceva quasi canora.

Volli così ringraziarlo di avermi sottratto, con un richiamo che mai delude, all’amarezza di « scendere e salir per l'altrui scale ». E m i sembrò persino — o m ’inganno? — di ritrovarci lieti, di camminare ancora insieme; ai margini di certa' settaria, non sempre confessabile, letteratura.

Ai margini? E’ la sorte di chi batte la via maestra, di chi tende a fare anche della propria vita un capolavoro, in senso morale, s’intende. Vero, Franco?

L’importante è vivere liberi: e non come oggi va intesa la libertà, ma perchè ricchi di solo spirito.

* *

Ricorda, fratello, che da giovani si può, talvolta si deve morire per una bandiera; ma verso l’approdo si deve saper morire per l’Uomo e con l’Uo­mo della Croce: perchè ha vinto la morte.

In un solo versetto del Genesi è riassunta la grandezza della vita cristiana di fronte al problema del bene e del male:

 « Vide Dio tutte le cose che aveva fatto, ed erano molto buo­ne ».

'* *

Anche il male, nell’ordine meravi­glioso dell’universo, è bene, perché è l’ombra che mette in evidenza la luce. La quale è quel bene che siamo chiamati ad esercitare come arma di combattimento.

 

24 novembre 1946

Nessun commento: