sabato, marzo 08, 2025

 

Questi « voli» non sono inspirati da un atto di orgoglio, ma dal desiderio di staccarmi dalla terra, di respirare là dove tutti vorremmo approdare. L’atto di umiltà che lo allontani, anche per un istante, da questo desiderio struggente di affrancarsi dalla schiavitù del corpo, non deve esistere per un cristiano.

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Chiuderò io sempre la porta dietro di me quando devo pregare il Padre nostro che è nei Cieli?  Si, ma quando mi sarà possibile, pregherò con il mio fratello, memore di quanto disse Gesù: «Se due di voi si accorderanno sulla terra a domandar qualsiasi cosa, sarà loro concessa dal Padre mio. Infatto, dove son due o tre persone congregate nel mio nome, ci sono io in mezzo ad esse».

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Vorrei fermare il fratello che cammina al mio fianco, sulla via, verso la perdizione e gridargli: «Fermati, fermati un attimo e ascolta. Non è questo il tuo itinerario. Angusta è la porta e stretta lo via che conduce alla Vita. E son pochi quei che la trovano! ». Ma nell’impossibilita di farlo, mi accontento di dirlo a me stesso.

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Non è superfluo ricordare che vivere bene, per il cristiano significa vivere in ordine, cioè aver fatto la pace con sé e coi fratelli. Se ricercassimo il pane degli Angeli con lo stesso impegno col quale ci affanniamo alla ricerca del pane quotidiano, quanti si avvierebbero alla santità!

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I più si sentono cristiani soltanto dinanzi al confessionale o all’ Altare. Passata la festa, credono in diritto, se non proprio in dovere, di ridiventare lupi, perché — dicono — bisogna sapersi difendere dagli altri lupi. Ma l’Agnello di Dio non ci ha insegnato a vivere fra i lupi?

 

30/6/1946

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