sabato, marzo 22, 2025

Come la terra dà fiori e frutti, attraverso il fermento delle stagio­ni, così l’uomo, frutto primordiale della terra, ha il dovere assoluto di riprodursi.

Guai ad opporsi a questa legge vitale: prima o poi il Creatore punisce chi osa tradire l’opera sua.

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C’è chi gode a fare del bene, c’è chi vive per fare il male. Incontri di tutti i giorni; ma la natura, an­che qui, si vendica. Li riconosci subito dagli occhi chiari o torbidi, dai lineamenti sereni o contratti, dal volto luminoso o scuro. Chi gode nel fare il male porta il marchio nell’anima: il più delle volte si tratta di aborti: fisici o morali.

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Aveva ragione quella creatura:« L’uomo, prima o poi, tradisce; il pino non tradisce ». E s’abbracciava all’albero di Roma, che sembra nato per respirare soltanto sotto il suo cielo, tutto a volte ampie e solenni come la voce delle cattedrali.

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Il vento e il poeta:

-          Si può mai possedere una stella? E tu hai scelto la più lontana...

-          Esistono forse stelle vicine?

-          Esistono.

-          Ma al poeta non interessano. Soltanto il pensiero che un volo alto potrebbe accostarla al suo re­spiro...

-          Si può mai amare quel che s’intravede appena, o s’indovina?

-          Non  ami forse di più nella tua corsa il polline che rapisci al fiore?

-          E’ vero.

-          Ed egli, il poeta, non può ama­re che un volto bello intravisto allo sportello di un treno in corsa o d’un velivolo che s’alza: un treno e un’ala che sì fermeranno lontano. La realtà del poeta è il ricordo.

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-        C’è un’ignoranza della quale ho imparato ad aver paura più di qualsiasi altra: l’ignoranza dello Spinto: perchè è incurabile.

13 ottobre 1946

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