Impenitente Don Stefano dal cuore d'oro! Non comprendi che i
naufraghi bisogna curarli come convalescenti d’una grave malattia. Se m'hai
accolto come un naufrago, parlami del Regno dei Cieli, il solo del quale ci
sentiamo cittadini senza riserve. Nella tua cantoria si respira aria di
Paradiso. Lasciami accanto all’organo che mi trasporta lassù. — Non lo
coccolate mica troppo Gesù: lo abituate male! E poi non ho mica tempo io! Caro
don Stefano, forse non t’accorgevi di parlare col cuore confidente dei Santi.
* *
Ricominciare: è la tua legge Quante volte abbiamo dovuto
ricominciare per rifarci la vita. Così sarà anche questa volta: fino a quando
non ricominceremo più. Ma allora sarà la volta buona perché avremo dato la
scalata al Cielo. Dio di misericordia, perdonaci il sogno ambizioso cui deve
tendere ogni anima che T’appartiene!
* *
Della verità. E’ risaputo: ognuno ha la sua che pretende
imporre agli altri. Ma c’é una sola verità sulla terra, e si possiede solo
quando si operi in funzione della Verità eterna: Dio.
* *
In fondo, chi è più furbo? Chi si dedica a Satana o chi si
dedica a Dio? Questione di gusti. Chi s'illude di godere al massimo un secolo e
chi vuol godere in eterno.
* *
L’accusa di ignoranza con la quale i moderni coltissimi
gratificano le folle dei credenti non c’impressiona. Non siamo ignoranti
abbastanza da ignorare che lassù non ci sarà domandato cosa sappiamo, ma ciò
che abbiamo fatto. E allora? Vale la pena di erudirsi troppo? Sì, ma attingendo
a quell’oceano senza sponde che è la dottrina di Cristo.
9 giugno 1946
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