Da quella miniera di luce di dottrina di bellezza che è Dio e l’uomo di Pietro Parente, tolgo questo passo :
« Il dinamismo travolgente di questa civiltà superba delle sue
conquiste ha fatto dimenticare all’uomo la sua condizione di povera creatura, soffocandogli
la coscienza della colpa. Forse è questo il più grande delitto della civiltà moderna,
che però in luogo della felicità ci ha regalato la guerra più infernale che registri
la storia. È la guerra ha messo a nudo il trucco satanico della civiltà senza Dio,
che ha subordinato la coscienza allo stomaco, ha sostituito la religione col feticismo
dello Stato, ha calpestato i diritti della persona umana e della famiglia in nome
della libertà, ha dissacrato il matrimonio col divorzio e con l’amore libertino
autorizzato, ha oppresso il popolo in nome della democrazia con esose dittature,
ha dato l’ostracismo al diritto di natura e al diritto delle genti, ha manomesso
la morale proclamando lecito il libito, e della scienza si è servita per distruggere e suicidarsi.
Ora è il vuoto pauroso dentro e fuori dell’uomo, che sente l’amarezza
della sua solitudine e del suo smarrimento. Da ogni angolo si levano voci allettatrici...
I superficiali e gli opportunisti si illudono e plaudono, ma
le anime pensose e oneste si raccolgono in se stesse, nauseate della gazzarra di
oggi, eco della gazzarra di ieri, e sentono il disagio, l’inasprimento della ferita,
il bisogno di guarire davvero, di respirare, di ascendere. Queste anime
disilluse si orientano istintivamente verso Dio, si risentono creature sue, s’accorgono
che il peccato è la radice dei mali individuali e sociali ed è la peggiore servitù,
da cui bisogna liberarsi a qualunque costo. Queste anime hanno bisogno di Cristo,
anche se non conoscono il suo Evangelo, perchè l’anima è naturalmente cristiana.
Soltanto Cristo può rispondere al grido doloroso di queste anime moderne, come a
quelle stanche del paganesimo, dischiudendo loro ancora una volta gli orizzonti
della verità, della giustizia e della pace. Senza di Lui ogni tentativo di ricostruzione
è vano ».
Mi sembra che il dramma attuale dell’umanità vi sia rappresentato
in tutta la sua spaventosa realtà. Una di quelle opere che fanno sentire irresistibile
l’anelito a Dio, unica e permanente salvezza nostra.
8 dicembre 1946
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