lunedì, aprile 21, 2025

Arsura

Il traffico dei talenti


Ogni volta che m’accade di avvicinare un potente, o comunque chi abbia governo d’uomini, mi studio di sapere come spenda i suoi talenti. E se vengo a conoscere che li sotterra, cioè li spende male, lo considero un reprobo, anche e soprattutto se gode del benessere materiale. So che il Signore non gli perdonerà dinanzi al suo Tribunale, specie se la superbia lo affligga.

 

Preghiera


Signore, come hai cambiato in Cefa (= pietra, roccia) il nome di Simone, degnati di volgere anche sul mio povero nome il tuo sguardo. Sono ormai giunto ad una svolta che, come Pietro, posso dirti con tutta l’anima: «A chi ne andremo? Tu solo hai parole di vita eterna». Tu non m’hai fatto pescatore d’uomini, ma vedi, per quanto sia angusta la barca della mia vita, c’è sempre posto, il primo posto, per Te, se vuoi salirvi.
Ho tanta ansia e desiderio di toccare un lembo della tua veste; così forte è l’anelito di quest’anima che non riposa se non in Te, da suscitare lo stesso grido dal profondo: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente».
E non te lo dico per solo timore, ma per Amore. Te lo dico perché non trovo pace se non in Te, perché il dolore è nello stesso attimo del peccato, perché dopo averti offeso, sempre, ho il coraggio di venire a trovarti per ritrovarmi in Te.

 

Il governo

«Chi ascolta si salva, chi non ascolta sarà condannato per l’eternità». Ecco fissata l’infallibilità della Chiesa: perché sarebbe non degno — dice il teologo — obbligare a credere chi fosse soggetto ad errore. L’infallibilità è sanzionata da Dio stesso per mezzo del Figlio suo: «In verità vi dico che tutto quello che avrete legato sulla terra sarà legato anche in cielo, e tutto quello che avrete sciolto sulla terra sarà sciolto anche in cielo».
Egli, il Figlio, trasmette il governo a chi resta in suo nome: «Come il Padre ha mandato me, io mando voi». È chiaro, perciò, che chi non crede alla sua Chiesa, non crede in Lui.

 

Presunzione santa

Come in ogni vero cristiano, così in te c’è l’anelito alla santità, senza di che non concepisco la vera Fede. Ecco perché t’avviene di pregare per il tuo nemico. Per i defunti, invece, t’accada spesso di dire: «Prendo su di me anche le loro colpe, o Signore, perché siano abbreviate le loro pene!».

BENIGNO

 

27 luglio 1947

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