SETE
Se sei veramente assetato di gloria, non appagarti di quella terrena, cioè
transeunte, ma dissetati alle fonti eterne: fatti santo. Tutti possiamo
diventarlo con l’aiuto della Grazia: basta volere.
Una sola gloria potrà saziarti: quella che avvia «ai campi eterni, al premio
che i desideri avanza» dove l’altra «è silenzio e tenebre».
I DUE BENI
Se possiedi beni terreni e neghi il tuo aiuto al povero che sarà di te quando
chiederai a Dio? Tu hai negato beni temporali ed Egli ti negherà beni eterni
che il povero, invece, potrà conseguire anche col tuo rifiuto.
È vano invocare il Padre se nel povero hai respinto il Figlio.
«Dài terra per avere Cielo».
NOSTRA ALLEGRIA
Non è l’allegria vacua, esteriore, che si spende in spiccioli, il più delle
volte a perdita d’anima e di salute, ma è quella piena, intima, perenne, anche
se caschi il mondo o si divertano i suoi fantasmi — gli uomini — a mandarci
ogni cosa di traverso.
I più credono, anche in buona fede, che non può esserci allegria autentica là
dove l’idea della morte è sempre presente, ma dimenticano che per chi ha le
valigie pronte, morte è la buona sorella che ci conduce fino ad una soglia dove
la speranza è divenuta certezza.
E non c’è più luminosa allegria di chi proceda ben attaccato alla terra, ma con
le ali pronte a spiccare il volo.
Ecco perché al famoso «chi vuol esser lieto sia — di doman non v’è certezza» di
ispirazione pagana, tu devi sostituire la cristiana affermazione: «Il nostro
domani è l’eternità».
Certezza dogmatica.
Benigno
7 settembre 1947
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