domenica, aprile 27, 2025

Esortazioni al fratello

 SETE

Se sei veramente assetato di gloria, non appagarti di quella terrena, cioè transeunte, ma dissetati alle fonti eterne: fatti santo. Tutti possiamo diventarlo con l’aiuto della Grazia: basta volere.
Una sola gloria potrà saziarti: quella che avvia «ai campi eterni, al premio che i desideri avanza» dove l’altra «è silenzio e tenebre».

I DUE BENI     
Se possiedi beni terreni e neghi il tuo aiuto al povero che sarà di te quando chiederai a Dio? Tu hai negato beni temporali ed Egli ti negherà beni eterni che il povero, invece, potrà conseguire anche col tuo rifiuto.
È vano invocare il Padre se nel povero hai respinto il Figlio.         
«Dài terra per avere Cielo».

 

NOSTRA ALLEGRIA   
Non è l’allegria vacua, esteriore, che si spende in spiccioli, il più delle volte a perdita d’anima e di salute, ma è quella piena, intima, perenne, anche se caschi il mondo o si divertano i suoi fantasmi — gli uomini — a mandarci ogni cosa di traverso.            
I più credono, anche in buona fede, che non può esserci allegria autentica là dove l’idea della morte è sempre presente, ma dimenticano che per chi ha le valigie pronte, morte è la buona sorella che ci conduce fino ad una soglia dove la speranza è divenuta certezza.
E non c’è più luminosa allegria di chi proceda ben attaccato alla terra, ma con le ali pronte a spiccare il volo.    
Ecco perché al famoso «chi vuol esser lieto sia — di doman non v’è certezza» di ispirazione pagana, tu devi sostituire la cristiana affermazione: «Il nostro domani è l’eternità».
Certezza dogmatica.

Benigno

 

7 settembre 1947

 

 

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