mercoledì, aprile 30, 2003

A Pasqua ho regalato 31 songs di Hornby a mia sorella.
Sfogliandolo un po' mi sono accorto che su 31 ne conoscevo 4 o 5, eppure credo di avere una cultura musicale superiore alla media.
I gusti non si discutono ma questo lavoro di Hornby non mi pare all'altezza della sua fama.
Ho notato con piacere che almeno una canzone e' stata scelta dal mio disco preferito dello scorso anno: la colonna sonora di About a Boy di Badly Drawn Boy.

Attualmente sto leggendo How to be good ma non mi appassiona. E' che la narrativa in generale non mi appassiona.
Molto meglio questo The Scandals of Translation di Lawrence Venuti.

Hard works.
dublinbus sucks!
Ieri ho aspettato almeno un'ora il bus per l'aeroporto.
Andavo a prendere Chiara; non avevo fretta ma non è bello arrivare in terra straniera e non trovare nessuno che ti accolga.
Con me, alla fermata, due belle spagnole in partenza, anche loro in nervosa attesa.
Cerco di tranqullizzarle, faccio finta di non capirle quando parlano nella loro lingua e, quasi per gioco, provo ad essere più irlandese possibile, specialmente nel mio accento.
Vivono ad Edimburgo, trovano Dublino caotica (?!?! mai state a Roma o Napoli??) ma verrebero volentieri a lavorarci, se non altro perchè l'inglese parlato qui è molto più comprensibile di quello scozzese.
Dopo mezz'ora di chiacchiere mi chiedono la provenienza, non posso negare e così scopro che una delle due è fiorentina!
Una fiorentina che parla castigliano a Dublino. Se me lo dicevi prima ...

Io sono arrivato con un'ora di ritardo all'appuntamento, le ragazze hanno perso l'aereo per pochi minuti.
Non fidatevi dei bus dublinesi.
La prossima iniziativa del governo italiano sarà un'amnistia per tutti quelli che si chiamano Cesare?

martedì, aprile 29, 2003

Ieri sono iniziati gli esami, si svolgono non in campus ma a qualche chilometro da qui.
Il college è un po' smorto a parte la biblioteca dove non c'è un posto libero. Tutti che studiano.
Oggi arriva Chiara a tenermi compagnia per una settimana.

lunedì, aprile 28, 2003

Sic transit gloria mundi.
Nei giorni scorsi ho letto l'ultimo saggio di Umberto Eco Dire quasi la stessa cosa.
Non ne consiglio la lettura semplicemente perchè è molto tecnico ed un po' eCocentrico, chi non ha un'infarinatura di linguistica non può gustarselo.
Io ho saltato qualche pagina ma molti capitoli sono veramente interessanti.
Ecco il succo del suo pensiero:
Se farò ricorso tante volte all’idea di negoziazione per spiegare i processi di traduzione, è perché è sotto l’insegna di questo concetto che porrei la nozione, sino a ora abbastanza imprendibile, di significato. Si negozia il significato che la traduzione deve esprimere perché si negozia sempre, nella vita quotidiana, il significato che dobbiamo attribuire alle espressioni che usiamo.

Intanto anch'io sto scrivendo un breve articolo su Newman e la traduzione in Latino e Greco.

Chi volesse una copia dell'intervento Newman classico ed inattuale che ho presentato al convegno di Salerno può chiedermerla privatamente.
Raccolgo l'invito di Giorgia e segnalo ai miei 7 lettori quotidiani il romanzo di una promettente scrittice: Stella Magni.
Si intitola Danza nella notte e l'ha pubblicato Marsilio.

E visto che ci siamo vi annuncio che sono finalmente pronte le bozze della mia traduzione dell'Idea di Università di Newman.

domenica, aprile 27, 2003

Sono nuovamente a Dublino.

The city walls are all pulled down
The dust, a smoke screen all around
See faces ploughed like fields that once
Gave no resistance

And we live by the side of the road
On the side of a hill
As the valley explode
Dislocated, suffocated
The land grows weary of its own

Oh, oh, oh... on borderland we run...
And still we run
We run and don't look back
I'll be there
I'll be there
Tonight
Tonight


venerdì, aprile 25, 2003

Sandra carissima,
dopo appena sette giorni dal mio arresto mi hanno condannato a morte, stamani. Ho agito in piena coscienza di cio' che mi aspettava. Il tuo ricordo e' stato per me di grande conforto in questi terribili giorni. Non hanno avuto la soddisfazione di veder un attimo di debolezza da parte mia.
Non mi sarei mai aspettato di scrivere la prima lettera ad una ragazza in queste condizioni. Perche' tu sei la prima ragazza che abbia detto qualcosa al mio cuore. Mi e' occorso molto tempo per capire cosa eri per me. Io ti amo, ti amo disperatamente. In questi giorni ho avuto sempre un nome in mente: Sandra; due occhi luminosi - i tuoi - che hanno rischiarato la mia cella.
Sandra, non lasciarmi mai. Perdonami questa mia debolezza, sii forte come voglio e sapro' esserlo io. Sii' felice, e' il mio grande desiderio.
Bruno

Sta vicina a mia madre, ne ha tanto bisogno. Sandra, Sandra.

22 gennaio 1945, Carceri Giudiziarie di Torino
(Ultima lettera di un partigiano, Brigata Garibaldi, condannato a morte)


giovedì, aprile 24, 2003

Sono tornato in patria, dove mi tratterrò ancora per qualche giorno.
L'altra sera ho acceso la TV, da Vespa si parlava della madonna di Lourdes.
Gli esperti erano Antonio Di Pietro e Paolo Cirino Pomicino.
Giro canale e su raidue, conduceva Gene Gnocchi, mi ritrovo nuovamente Pomicino.
Io ho sempre preferito la tv italiana a quelle straniere, per quel poco che riesco a vedere, ma vi avverto che o la smettete con certi personaggi o veramente cambio patria.
Ditemi che non è sempre così!

venerdì, aprile 18, 2003

“Dio si adatta all’umanità, accettandone i limiti per quel che è necessario a provocarne il superamento, come una madre balbetta con il figlio, per farlo progredire nella scoperta di un universo che deve crescere con lui.”(Da “Quale uomo e quale Dio” – Maurice Zundel)


(Mi ami, non mi ami?). Si fa un gran parlare, in questi giorni, di "antiamericanismo". Come tutte le cazzate piu' grosse, e' una cazzata
in buona fede. Nel senso che D'Alema o Ferrara, ad esempio, si svegliano la mattina chiedendosi angosciosamente (sempre in buona fede)
se il giorno prima sono stati filoamericani, antiamericani o cosa. Per Francesca o Martino, che hanno diciott'anni e fanno i cortei della
pace, il problema semplicemente non si pone. Non sono mai stati antiamericani, perche' diavolo dovrebbero essere antiamericani ora?
Semplicemente, gli americani stanno facendo gli stronzi e loro glielo dicono in faccia. Come lo direbbero ai tedeschi, ai papuasi, ai russi e
a chiunque altro sulla terra. Non hanno alcun complesso d'inferiorita' verso nessuno, e tutti questi problemi semplicemente non sono i loro.
Non hanno mai avuto nazioni-guida a cui render conto. Sono laici, insomma.
D'Alema e anche Ferrara, viceversa, non lo sono. Loro, come generazione ma anche come ceto politico, a suo tempo hanno creduto nella Russia
"socialista" al punto di considerare un particolare trascurabile il fatto che nell'Unione Sovietica di soviet non ce n'erano piu' da un
pezzo. Nella "patria del socialismo" manca il socialismo? Tanto peggio per il socialismo. Nella "patria della democrazia" si spara ai
giornalisti scomodi e si conquistano le colonie a suon di bombe? Tanto peggio per la democrazia. L'importante e' non essere presi per
antiamericani - ora - o per antisovietici - allora - perche' senza Grande Urss o Grande America ci sentiremmo orfani e non sapremo piu' chi cazzo siamo.

Riccardo Orioles

giovedì, aprile 17, 2003

Alle 16.30 ho consegnato il lavoro di quest'anno di studi ed ora sono on holyday.
Oggi c'è in giro una grande aria di festa. Già ieri sera lo student bar era absolutly packed. Nel pomeriggio sui prati un gran volare di palloni da football e freesbee, il tempo incredibilmente estivo.
Per molti oggi era l'ultimo giorno di consegna dagli essays, ora c'è una settimana di reading week e poi inizieranno gli esami (non per me, che ho finito).
Io ne approfitterò per uscire un po' da Dublino.

mercoledì, aprile 16, 2003

Anche oggi ha fatto molto caldo e nel pomeriggio sono stato a scrivere sul prato di fronte al laghetto.
Nelle orecchie le simpaticissime canzoni di Silvia Dainese.
Ormai la tesi è pronta e domani mattina la stamperò.

Ieri notte l'ostello per senzatetto dove vado a fare volontariato è andato a fuoco. Metà degli ospiti è stata fatta evacuare. Due sono rimasti feriti leggermente. Pare che però sia ancora agibile.

Da domani sono in vacanza, in vacanza fino a settembre!!

martedì, aprile 15, 2003

Oggi a mezzogiorno stavo per andare a mensa affamatissimo quando mi arriva questo messaggio:
"Sei sovrappeso ? Hai provato a dimagrire con scarsi risultati ? Vuoi essere aiutato ? Chiedimi come."

Ora, visto che questi signori vorrebbero i miei e i vostri soldi per non farci mangiare, propongo uno scambio:
chiunque abbia risposto sì alle suddette tre domande mi chiami ed io, gratuitamente si intende, l'aiuterò. Come? Mangiando al suo posto, naturalmente.

Mi sembra abbastanza semplice, no?

Per quelli che arrivano su questo sito cercando corsi di lingua inglese quest'estate a Dublino:
www.ucd.ie/alc

Per quelle che invece cercano marito, scrivetemi in posta elettronica.
(E' gradita una foto)
Strawberries, cherries and an angel's kiss in spring....
My summer wine is really made from all these things
Take off your silver spurs and help me pass the time
And I will give to you.....summer wine


Oggi qui è una giornata incredibilmente calda. Sui prati i ragazzi giocano a calcio a petto nudo. (Le ragazze non ancora, purtroppo)

Intanto il capitolo della mia tesi è quasi pronto.

La biblioteca è talmente piena che se ti alzi e lasci i tuoi libri per tenere occupato il posto arriva un impiegato e ci matte un foglio con l'orario. Dopo 30 minuti chiunque può scansare i tuoi libri e sedersi al tuo posto.

Per fortuna tra 2 giorni per me praticamente finisce l'anno accademico e mi godrò il meritato riposo.

Vi avviso le ultime due volte che sono tornato in Italia c'è stato il terremoto ed è scoppiata la guerra, non oso pensare cosa accadrà la prossima.

Saluti da Dublino

lunedì, aprile 14, 2003

Da Repubblica di oggi.

"Cercando di fare qualcosa nel mio quartiere, ho cominciato ad occuparmi dei poveri, dei barboni, di chi vive al limite della sopravvivenza. Poi ho formato un gruppo, ho coinvolto gli abitanti, i negozi, raccogliamo vestiario e cibi e li distribuiamo. E ho coinvolto anche poliziotti e carabinieri, in genere amano il mio cinema e mi aiutano volentieri".

È il lato buono di Dario Argento?
"Ho cominciato un cammino che non viene dal nulla, fino al liceo ho studiato dai preti. Il lato buono, se vogliamo chiamarlo così, si è accentuato dopo la morte di mio padre, ho cominciato a pensare al trascendentale, ad andare in chiesa. E quando ho vissuto in America ho continuato. Purtroppo quelli della mia generazione sono abituati a identificare i cristiani con i democristiani. Ma mi sono liberato dei pregiudizi, essere cristiano è altro".

Anch'io mi sono stupito quando l'ho saputo la prima volta ma Dario Argento e' un fervente cattolico, pare che adirittura servi la messa nella sua parrocchia. Io l'ho incontrato una sola volta per Roma, dietro al Vaticano, il giorno in cui c'era il Giubileo degli Artisti.
L'horror non mi piace, sono un fifone e quindi conosco poco i suoi figli, ma forse non dovrei stupirmi perche' per raccontare cio' che ci fa paura, bisogna conoscere il male e avere uno spiccato senso morale.

domenica, aprile 13, 2003

Dear Mr. President,

sono contro la Guerra. E sono anche un alquanto vecchio (65) Europeo. Ma non sono antiamericano. Al contrario amo questo paese, la sua gente e le singolarita' del loro carattere, i suoi grandi spazi (ho attraversato il paese due volte in auto, una da solo) e persino, entro certi limiti, la sua brutalita'. I grandi paesi fanno grandi errori, la storia giudichera'.

Provo invece un profondo risentimento morale e personale per il suo uso del nome di Dio. Non sono credente, ma l'idea di Dio appartiene tutti. Lei parla come se Dio fosse al suo fianco, ma la stessa cosa la dicono Saddam Hussein e Osama Bin Laden. Dio pero' non puo' stare da un parte sola. Lei mi dira' che si tratta di dei differenti, ma questa sola idea e' terribile, se ci si ferma a esaminarla. E poi lei prega lo stesso dio del Papa di Roma, ma lui riceve segni completamente diversi. E infine trovo l'idea di chiamare in causa Dio per giustificare le proprie azioni quasi blasfema e certamente poco virile. "Lo faccio non per me, ma perche' Dio me lo suggerisce". Cosi', se va bene, lei riceve tutti gli onori, tanto Dio non sara' li' a rubarle la scena. Se va male, meta' del biasimo se lo prende Dio. E in ogni caso noi non riceviamo mai da Lui un segno chiaro di dove veramente stia.

Per favore, Signor Presidente, si dedichi al suo tremendo compito di fare la guerra. Forse sta facendo la cosa giusta per il suo paese e anche per tutti noi, chissa'. Io non lo credo, ma tutti facciamo degli sbagli. Ma, per favore, sia lei stesso e lasci il nome di Dio alle labbra di chi soffre e muore.

Guido Martinotti


Dear Mr. President,

I am one of those against the war. I am also a rather old (65) European. But I am not against America. On the contrary I rather love this country, its people and their peculiar character, its grandiose spaces (I drove across twice, once alone) even to a point its ruthlessness. Great countries make great mistakes. History will judge.

What I deeply resent morally and personally is your use of the name of God. I am not a believer, but the idea of God belongs to everybody. You speak as if God were on your side, so do Saddam Hussein and Osama Bin Laden. But God cannot be on one side. You might say that they are different gods, but this very idea is terrible, if you think about it. Besides you and the Pope in Rome worship the same God, but he is getting completely different signs. I find this entire idea of calling upon God to justify one's decisions almost blaspheme, and in the end rather sissy. "I am doing this not on my own, but because God supports me". So if you win you take all the honours because God is not there stealing the stage. If you loose he looses with you and gets half of the blame. And we never have a definite word from Him on where He actually stands.

Please Mr. President, go about your terrible business of waging war. Maybe you are doing the right thing for your country, if not for the rest of us, who knows? I do not believe so but we all make mistakes. But please be your self and leave the name of God for the lips of those who are dying and suffering.

Guido Martinotti

Oggi a messa non hanno distribuito i ramoscelli di ulivo, probabilmente perchè non se ne trovano, ma delle piccole croci fatte di sottili fogli di legno.
In giro non ci sono segni particolari per la Quaresima o per la Pasqua, anche se devo dire che ultimamente sibi andato in centro sono andato solo di sera, quando era tutto chiuso.
E' molto diffuso invece fare qualche rinuncia durante la Quaresima e mettere da parte l'equivalente per darlo in beneficenza. Ho conosciuto anche non praticanti che rinunciano alle sigarette o alla birra. Oggi la S. Vincenzo ha fatto una raccolta in chiesa per portare i bambini poveri in vacanza.
Giovedì Santo ci saranno due messe nella chiesa del campus, una in inglese ed una in irlandese; mi sa che me le sento tutt'e due.
Il cuore è l'unico organo che non si può tenere in mano.

G. Manganelli

venerdì, aprile 11, 2003

Oggi ho rivisto Toli, di ritorno dalla Norvegia, e cosa mi ha riportato?
Il nuovo CD degli Ephemera!!
Delizioso, deliziose, deliziosa.


Il blog è morto?

Blob of the Blogs è morto, Audiblog pure e io non mi sento tanto bene.
Oggi ricorre il quarantesimo anniversario della pubblicazione della Pacem in Terris.
Un'enciclica bellissima, di scottante attualità (nonostante il linguaggio), profondamente profetica.

Solo un assaggio.

67. Si diffonde sempre più tra gli esseri umani la persuasione che le eventuali controversie tra i popoli non debbono essere risolte con il ricorso alle armi; ma invece attraverso il negoziato.
Vero è che sul terreno storico quella persuasione è piuttosto in rapporto con la forza terribilmente distruttiva delle armi moderne; ed è alimentata dall’orrore che suscita nell’animo anche solo il pensiero delle distruzioni immani e dei dolori immensi che l’uso di quelle armi apporterebbe alla famiglia umana; per cui riesce quasi impossibile pensare che nell’era atomica la guerra possa essere utilizzata come strumento di giustizia.
Però tra i popoli, purtroppo, spesso regna ancora la legge del timore. Ciò li sospinge a profondere spese favolose in armamenti: non già, si afferma - né vi è motivo per non credervi - per aggredire, ma per dissuadere gli altri dall’aggressione.
È lecito tuttavia sperare che gli uomini, incontrandosi e negoziando, abbiano a scoprire meglio i vincoli che li legano, provenienti dalla loro comune umanità e abbiano pure a scoprire che una fra le più profonde esigenze della loro comune umanità è che tra essi e tra i rispettivi popoli regni non il timore, ma l’amore: il quale tende ad esprimersi nella collaborazione leale, multiforme, apportatrice di molti beni.


Non so come siano arrivati fin qui ma nelle statistiche di questo blog risultano 14 visitatori dall'Arabia Saudita e oggi anche uno dagli Emirati Arabi Uniti!

La scienza, usata a fini militari, pone a disposizione dell'odio, incrementato dalle ideologie, lo strumento decisivo. Ma la guerra può terminare senza vincitori né vinti in un suicidio dell'umanità, ed allora bisogna ripudiare la logica che conduce ad essa, l'idea che la lotta per la distruzione dell'avversario, la contraddizione e la guerra stessa siano fattori di progresso e di avanzamento della storia.

G. P. II, Centesimus Annus

giovedì, aprile 10, 2003

Ieri allo Student Bar concerto degli Aslan.
Chi sono gli Aslan?
Gruppo anni 80 molto famoso da queste parti, anche se io conoscevo solo una canzone, This is, dell'86!!!
Gradevoli, anche se un po' vecchiotti.
Certo che due cover su 10 brani mi paiono un po' troppe per una band che ha fatto almeno 5 album.

Nota positiva della serata, ero con Paolo, il coffeman del PERK, il bar posh di Economia.
Come tutti i coffeman, conosce decine di clienti.

Nota a margine
Aslan vuol dire leone in turco ed è il nome del leone delle Avventure di Narnia, del mio adorato C. S. Lewis.
Riciclata. "America. Un presidente proclamato da un ufficio presieduto da suo fratello, votato da meno di meta' degli elettori, in un'elezione
a cui ha partecipato meno di meta' dei cittadini, fra poco verra' a bombardare qualcuno per insegnargli la democrazia" (l'ho scritta a dicembre del duemila, e questa e' gia' la terza volta che mi viene buona).

Riccardo Orioles

'Mamma oggi ho sottomesso un papero'

In questi giorni sto scrivendo tantissimo, visto che devo consegnare il capitolo prima di Pasqua.
Sto imparando ad usare la punteggiatura inglese (e sto naturalmente dimenticando quella italiana).
Mi aiuta Mags, che ha fatto l'Erasmus a Roma; io correggo i suoi componimenti e lei i miei, se non altro con lei riesco a farmi capire.
Scrivere, specialmente di filosofia, in una lingua che non è la tua è un'esperienza mortificante.
Riesci a dire neppure la metà di quello che vorresti e nello stesso tempo non sei mai sicuro del senso di quello che hai scritto.
Ti sfuggono le sfumature, i doppi sensi, le espressioni idiomatiche.
C'è solo una soluzione, copiare e poi farlo rileggere a qualche madrelingua, per essere sicuri di non aver copiato male.

'Mamma oggi ho sottomesso un papero'

In questi giorni sto scrivendo tantissimo, visto che devo consegnare il capitolo prima di Pasqua.
Sto imparando ad usare la punteggiatura inglese (e sto naturalmente dimenticando quella italiana).
Mi aiuta Mags, che ha fatto l'Erasmus a Roma; io correggo i suoi componimenti e lei i miei, se non altro con lei riesco a farmi capire.
Scrivere, specialmente di filosofia, in una lingua che non è la tua è un'esperienza mortificante.
Riesci a dire neppure la metà di quello che vorresti e nello stesso tempo non sei mai sicuro del senso di quello che hai scritto.
Ti sfuggono le sfumature, i doppi sensi, le espressioni idiomatiche.
C'è solo una soluzione, copiare e poi farlo rileggere a qualche madrelingua, per essere sicuri di non aver copiato male.

mercoledì, aprile 09, 2003

CHIESE D’IRLANDA: A CINQUE ANNI DALL’"ACCORDO DEL VENERDÌ SANTO" OCCORRE "GETTARE PONTI TRA LE DIVERSITÀ"

Le Chiese "hanno lavorato intensamente" per "la costruzione di ponti tra le comunità", certe che l’accordo di Belfast "offrisse la soluzione migliore per andare avanti". Ma molti "non hanno saputo cogliere l’ampiezza della ‘visione’ dell’ ‘accordo del Venerdì Santo’ e così è spesso mancata la fiducia tra le parti coinvolte nel processo di pace". Ora, il "ruolo primario" delle Chiese è quello di "ricostruire la fiducia tra le divisioni". Sono parole dell’arcivescovo anglicano della diocesi irlandese di Armagh, reverendissimo Robert Eames, mentre a cinque anni esatti dalla firma del cosiddetto "Good Friday agreeement" (accordo del Venerdì Santo), il processo di pace nell’Ulster sembra vivere un momento di stallo, ancorché le elezioni per ricostituire e riavviare l’assemblea – istituzione frutto della devolution - inizialmente attese per il primo maggio e ora annunciate per la fine di maggio, sembrino indicare uno spiraglio di luce.
Firmato a Belfast il 10 aprile 1998 - venerdì santo; da qui il nome - tra Regno Unito e Repubblica d’Irlanda, l’accordo ha coinvolto tutti i partiti politici ed è il risultato di una serie di incontri multilaterali durati diversi anni. L’accordo regola, tra l’altro, le questioni istituzionali all’interno dell’Irlanda del Nord, ne definisce i rapporti con l’Eire, disciplina i rapporti dell’intera isola irlandese con il resto del Regno Unito adottando, per la prima volta dal 1921, data della spartizione dell’isola, gli strumenti del dialogo e del consenso. E proprio "attraverso la via del dialogo la Chiesa cattolica continua a incoraggiare" i politici a "costruire una pace duratura e per tutti" informa padre John McManus, assistente dell’arcivescovo cattolico di Belfast, il reverendissimo Patrick Walsh, Compito della Chiesa cattolica in questo processo di pace non è "interferire nella politica", ha aggiunto padre McManus, ma "gettare ponti tra le differenze" affinché "si crei un futuro di pace insieme".

martedì, aprile 08, 2003

Al tempo della guerra su Belgrado facevo il tifo per il Danubio. Dal
petrolchimico di Pancevo i bombardamenti avevano liberato scarichi e
intrugli avvelenati, svelti a scendere nella corrente del più grande fiume
d'Europa.
Quell'anno, 1999, la primavera finì con grandiose piogge e con le più
traboccanti piene del Danubio. Grazie al cielo si era sobbarcato il ciclo di
lavaggio e risxiacquo.
Quest'anno tifo per il vento. E' capace d'inceppare le armi. Fa alzare il
deserto e fa sedere gli uomini. Sotto il vento si riposa sorella morte. E
noi che siamo polvere e polvere torniamo, nel frattempo di vita camminiamo
con stoffe di pace nelle strade per alzare vento e gettarci con il nostro
pulviscolo di inermi dentro gli ingranaggi delle armi. Siamo polvere: questo
spiega la nostra forza schiacciante di granelli che si alzano a tempesta.
Quando il petulante di turno chiede se stiamo con gli invasori o con gli
invasi: in Irak siamo soci del vento.

Erri De Luca

da vita



To live is to change, and to be perfect is to have changed often.

J. H. Newman

domenica, aprile 06, 2003

(Mi sono accorto di non averlo linkato e allora lo ripeto.)

Ho scoperto questo nuovo blog: briciolanellatte
Oltre ad essere intelligente e con una bella grafica ha delle vignette stupende.

sabato, aprile 05, 2003

'I would like to thank the Vatican ...'

Ha fatto molto scalpore il discorso di Michael Moore durante la consegna degli Oscar. Ha rovinato la festa ricordando la falsa guerra del falso presidente.
Sul suo sito ufficiale ho scoperto che l'idea gli è nata in chiesa durante la messa cattolica.
Leggetevi tutto il racconto qui.

E visto che ci siete godetevi anche il video di BOOM! dei System of a Down girato durante le manifestazioni pacifiste e diretto proprio da Michael Moore.

'Any time you've got both the pope and the Dixie Chicks against you, you're not long for the White House'

Volete conoscere la distribuzione del vostro cognome sul territorio italiano?
Presto fatto, cliccate qui.
«Guardatevi dal praticare le vostre buone opere davanti agli uomini per essere da loro ammirati, perché non avrete ricompensa presso il Padre vostro che è nei cieli» (Matteo 6, 1)


venerdì, aprile 04, 2003

April 4
Shot rings out in the Memphis sky
Free at last, they took your life
They could not take your pride.

In the name of love
What more in the name of love?
Tre le meraviglie del mio college sicuramente quella che più mi esalta sono le wireless area, i luoghi dove puoi connetterti senza fili.
In questo momento ad esempio sono al PERK, il cafè di Economia, e mentre controllo la posta mi bevo un 'cappacino'.
...
Sarà l'influenza irlandese ma mi sono sono accorto che mi piacciono sempre più le ragazze grassottelle. Quelle senza troppi problemi con linea, senza spigoli, abbondanti e generose, rotonde e ben consolidate.
Alla faccia di tutti i magazine femminili, dei weight watchers e di tutti quelli che rendono impossibile la vita a chi non rientra nei loro angusti schemi.

Di alcuni non si conoscono neppure i nomi. Si sa invece che Stephen Fank, marine di stanza in California, e' il primo soldato americano a rifiutarsi di combattere in Iraq. Verra' processato in questi giorni: "E' una guerra immorale e ingiusta", ha dichiarato ad un giornale della sua citta'.
Dei due giovani militari di stanza nella caserma della sedicesima brigata d'assalto aerea a Colchester, in Essex, Gran Bretagna, invece non sono stati fatti i nomi. Sappiamo che si trovano in caserma in questo momento. Sono tornati da dove erano partiti a febbraio. Il viaggio che avevano affrontato allora li aveva portati nel Golfo, in Kuwait. Il ritorno e' stato piu' rapido del previsto. I due giovani militari infatti hanno deciso che non avrebbero combattuto la guerra che i loro superiori gli stavano raccontando.
Una decisione difficile, resa ancora piu' complessa dalla natura dei rapporti e dalla struttura gerarchica dell'esercito. Rapporti in cui sono le regole e la disciplina a vincere e in cui la solitudine e' spesso la condizione piu' frequente. Dove a disobbedire si paga un prezzo altissimo. E dove la solidarieta' (intesa come comprensione dei dubbi e delle paure) e' spesso considerata sinonimo di debolezza e quindi estranea all'immagine di forza che deve essere proiettata all'esterno. In questo contesto e' maturata
la decisione dei due militari, che sappiamo essere un tecnico areonautico e un soldato semplice. La sedicesima brigata d'assalto e' un'unita' di prima linea e dall'inizio della guerra e' impegnata in pesanti combattimenti nel sud dell'Iraq. La notizia del rimpatrio dei due soldati obiettori e' stata tenuta segreta per settimane e quando finalmente e' riuscita a sfondare le maglie fittissime degli ambienti militari e' stata liquidata dal ministero della difesa come "un caso di rientro" per motivi non meglio identificati.
Del resto il governo new Labour e' attentissimo a non lasciar trapelare il minimo segnale di disagio tra le forze armate. Sforzi che non gli stanno riuscendo molto bene.
Le dichiarazioni rese alla stampa dai giovani militari scampati miracolosamente al "fuoco amico" statunitense hanno creato non pochi imbarazzi sia all'establishment militare che a quello politico. "Un cowboy senza scrupoli e senza il minimo rispetto per la vita umana", e' stato definito il pilota Usa che ha sparato sul convoglio di tank britannici uccidendo un militare e ferendone diversi altri. A gettare benzina sul fuoco ci si e' messo poi l'ex ministro degli esteri Robin Cook che ha lasciato il governo e domenica scorsa ha chiesto a Blair di ritirare i soldati prima che sia troppo tardi. Dichiarazioni che l'ex ministro ha poi cercato di mitigare ma il cui effetto e' stato "dinamite
pura", come suggerisce l'avvocato dei due militari rispediti nell'Essex, Gilbert Blades.
Delle biografie dei due giovani refuseniks che difende non dice molto ("perche' per il momento e' meglio cosi'"). Racconta pero' che i due, una volta nel Golfo, hanno espresso seri dubbi sulla legittimita' di una guerra che non ha avuto il sostegno delle Nazioni Unite. Hanno detto di non voler partecipare ad operazioni che chiaramente avrebbero provocato la morte di civili e hanno espresso riserve sulla moralita' stessa di questo conflitto. "Non appena hanno esposto questi loro dubbi - ci dice l'avvocato Blades - i due sono stati riportati in Gran Bretagna. E' evidente che il ministero della difesa vuole sopprimere questo genere di commenti e scelte per impedire che trovino sostegno presso altri militari. Anche prima che cominciasse la guerra, dichiarazioni di deputati e ministri contro la guerra, l'opposizione in parlamento e presso l'opinione pubblica, sono state viste con preoccupazione dal ministero della difesa che vorrebbe rimuovere qualunque giudizio e commento che potrebbe influenzare le truppe". Il
problema ora e' stabilire che cosa succedera' ai due militari che hanno disobbedito agli ordini. "Siamo in una societa' civilizzata - dice con una punta di ironia l'avvocato - e quindi sono certo che nessuno pensa all'esecuzione dei dissidenti. Al momento si trovano al loro posto e il ministero della difesa non li ha ne' accusati formalmente di nulla, ne' arrestati. Ma non e' ancora chiaro che cosa ne sara' di loro".
Nonostante la pesante censura sui media, prima che il conflitto cominciasse, qualcosa del mood, dello stato d'animo delle truppe era emerso. Erano stati in molti i soldati che avevano espresso preoccupazione per il fatto che nel paese non ci fosse tutto questo sostegno per la guerra. "Sarei sorpreso - dice l'avvocato Blades - se i refuseniks fossero soltanto questi due soldati. Penso che ci siano molti militari che hanno le stesse opinioni, gli stessi dubbi, ma che ancora non l'hanno detto pubblicamente. I militari rappresentano una fetta non marginale dell'opinione pubblica di questo paese e, ci dicono i sondaggi, la maggioranza della gente non e' d'accordo con
questa guerra".

Il Manifesto, 2 Aprile 2003
La top 100 dei pesci d'Aprile.

giovedì, aprile 03, 2003

Strani orari.

Solitamente pranzo prima di mezzogiorno e ceno intorno alle 18. La mensa chiude alle 19.
I due locali aperti di sera in campus chiudono alle 23.30 ma alle 23 si svuotano perchè l'ultimo autobus parte alle 23.15.
In centro il primo spettacolo dei cinema è solitamente alle 13.
La posta mi viene recapitata tutti i giorni alle 17 e i pacchi si ritirano dalle 20 alle 20.30.
E' primavera e ho notato una nuova moda: le ragazze ripiegano all'infuori il pantalone attillato fino a lasciare scoperto almeno metà polpaccio. Come insomma se ci fosse un'alluvione di 30 cm.
Non mi pare di averlo visto in Italia.
Sbaglio?

mercoledì, aprile 02, 2003

Da bambini, si sa, crediamo a tutto; ognuno crea un suo mondo fantastico, poi piano piano scopriamo la triste realtà.
C'è un simpatico sito I used to believe che raccoglie appunto le credenze infantili.
Aggiungete le vostre.

Last night I dreamt
that somebody loved me
no hope - but no harm
just another false alarm
Las night I felt
real arms around me
no hope - no harm
just another false alarm
so, tell me how long
before the last one?
and tell me how long
before the right one?
this story is old - I KNOW
but it goes on
this story is old - I KNOW
but it goes on

martedì, aprile 01, 2003

Ho ritrovato nella mia biblioteca personale l'edizione italiana del testo di introduzione alla logica di Lemmon che uso qui nelle mie lezioni.
C'è una differenza fondamentale con l'originale inglese: in quella italiana in appendice ci sono le soluzioni degli esercizi.
Cosa vorra dire?
Differenza culturale?

La cosa più bella che ho visto in Italia questa settimana?
Le bandiere della pace.
Magari voi vi ci siete abituati ma io le avevo viste solo tramite internet.
Sono ovunque! Anche sul mio palazzo.
Qui naturalmente non esistono e credo in nessun altro paese, se non per importazione italiana.
Finalmente qualcosa di cui andar fieri.