giovedì, aprile 29, 2004

Fra un anno, probabilmente, l'Italia avra' stabilizzato i propri rapporti con l'Iraq: saranno state ritirate le truppe, e saranno stati consolidati invece i rapporti economici e, in larga misura, clientelari.
Avremo un rapporto abbastanza buono con la nuova classe dirigente locale (quella che si sta facendo i soldi sotto l'occupazione), saremo molto piu' simpatici e civili degli americani (che a quell'epoca saranno asserragliati in tre o quattro citta' del paese) e saremo insomma in grado di fare delle richieste con buone probabilita' che vengano accolte.
In quel momento - pensarci sempre e non parlarne mai - dovremo ricordarci di Quattrocchi. Il giorno in cui potremo chiedere qualcosa, chiederemo la consegna dei suoi assassini, perche' siano regolarmente e legalmente processati da noi. E questo e' quanto. Altre parole adesso sono inutili, o strumentali, o dannose.
* * *
Fra un anno, probabilmente, l'America sara' tornata ad essere civile e si porra' la questione matura dei suoi rapporti reali con l'Europa. Noi ancora abbiamo in Italia, residuo di una fase che s'e' conclusa, le basi di un esercito che non e' il nostro. Quando saremo in grado di parlare nuovamente con l'America - senza servilismi da un lato, e senza patologie dall'altro - dovremo chiedere che queste basi vengano restituite. Non all'Italia, che di per se' e' troppo piccola per aver
bisogno di basi. Ma all'esercito del Paese di cui l'Italia ormai e' una regione, all'esercito europeo. Quest'ultimo, fra un anno, sara' una realta' tecnica ed anzi il risultato maggiore dell'intera crisi irachena.
* * *
Fra un anno, il terrorismo non sara' stato affatto sconfitto - visto che non e' stato ancora seriamente combattuto - e continuera' a minacciare, come tutti gli altri, anche il nostro paese. A quel tempo, pero', probabilmente saremo liberi di cominciare a vederlo come un problema da risolvere e non come un pretesto per i giochi politici di chiunque altro. A meno che, nel frattempo, dovessimo esserci di fatto abituati ad esso: attentato, dibattito, utilizzo politico, nuovo attentato. Noi siamo il paese che e' riuscito ad abituarsi a convivere con la mafia. Il problema del terrorismo e' identico a quello della
mafia, su cui gia' come italiani ci siamo arresi.
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Fra un anno, almeno una parte delle forze politiche che verosimilmente andranno al governo avranno la possibilita' materiale di riprendere le vecchie idee di Falcone, di Chinnici, di Borsellino e di tutti gli altri servitori del popolo che tentarono di porre fine alla mafia. Queste idee, che sono state vergognosamente tradite dalla destra e da
buona parte della sinistra, si concentrano in una sola: controlli bancari e trasparenza dell'economia. Cio' implica una trasformazione radicale della societa' italiana, basata non sul capitalismo ma su un insieme di omerta' vischiose che, nel corso degli anni, hanno prodotto i Sindona e i Tanzi.
Sconfiggeremo il terrorismo, se tratteremo Al Qaeda come Chinnici tratto' Cosa Nostra. Tradiremo i morti del terrorismo, come abbiamo traditi quelli della mafia, se ci comporteremo diversamente.
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Fra un anno, l'Europa sara' molto piu' forte e unita di ora (e gia' adesso non e' debole ne' disunita) e all'interno di questa Europa l'Italia avra' di nuovo un peso non indifferente. Un paese piu' piccolo, come la Spagna, in queste settimane e' riuscito "improvvisamente" a far tendenza sull'intera Europa. L'Italia, quando - fra un anno - tornera' libera di fare una politica nazionale, potra' far tendenza ancor di piu'. Potra' gettare sul piatto iniziative diplomatiche tali da aggregare attorno ad esse l'Europa e da rendere piu' difficile ogni ulteriore avventura "imperiale". Per esempio, recidere pubblicamente ogni rapporto coi paesi che in realta' hanno alimentato il terrorismo, e cioe' l'Arabia Saudita e il Pakistan,
entrambi semiprotettorati americani. Questo significherebbe isolare la lobby saudita in America (il gruppo Bush-Cheney non e' altro), interloquire coi settori conservatori dell'establishment Usa (Kissinger denuncio' le responsabilita' saudite pochi mesi dopo l'11 settembre) e, in prospettiva, rimettere in movimento l'intero quadro politico del Medio Oriente. In prospettiva ulteriore, sarebbe l'assetto energetico-tecnologico del pianeta ad esserne drasticamente modificato.

Riccardo Orioles


Se tu non ci fossi la mia vita non esistesse. (cit.)

Una volta tanto concordo con Giuseppe Genna.
Ecco la sua recensione del Codice Da Vinci. (Se a qualcuno interessa posso fornire l'elenco di inesattezze e strafalcioni del bestseller)


Che vada affanculo Dan Brown, che vada affanculo il suo soap-thriller complottista, che vada affanculo il Priorato di Sion, che vada affanculo il mercato, che vadano affanculo i cattolici americani e quelli italiani, che vada affanculo Umberto Eco che ha ridato fiato a questa melma degna di massoni deviati e vaticanisti vandeani, che vada affanculo Renato Farina (che sproloquia in tv sull'esoterismo, gli archetipi e Dan Brown), che vada affanculo Top Secret (programma complottardo su Rete4, condotto da un bagigio di nome Brachino), che vada affanculo John Grisham, che vada affanculo il Corriere che dedica una pagina intera a questo gorgo di letame, che vada affanculo l'idolatria della suspense predigerita, che vadano affanculo le traduzioni cinematografiche dei bestselleroni, che vadano affanculo il marketing, il passaparola, le letture da zie con le cofane azzurrate, la dittatura del thriller di consumo, la sapienzialità da circo Orfei, la paranoia che scuote la vita impiegatizia, la tanta cacca fatta leggendo sull'asse del water laccata, lo sfrigolio del mistero sull'autobus prima di entrare in ufficio, lo spazio narrativo nell'attesa che si liberi la parrucchiera, i Miti in edicola, la storia dell'arte a dispense, gli allegati ai quotidiani, l'idea che il Graal sia un cristallo di Boemia, tutti gli Indiana Jones, l'Omnibus da fila in posta, la fiction, Orgoglio, il reality show, il teratocapitalismo, l'esalazione del sospiro da finale di giallo, il piacere di concludere le parole crociate, il fascino della decrittatura da codici, i Merovingi, l'Oas, l'odio per il papato e l'odio del papato, la montatura della cappella di Rosslyn, Spielberg, Clancy, Koontz, l'enigma da cassiere del Pam, la cultura per masse bolse e bovine, il vanto del manager che pensa di avere letto, i neolibri da comodino, il finto pop, la trama appassionante, la scrittura piana che può essere abbordata da tutti, i dialoghi efficaci, la storia che prende e risana il budget della casa editrice, l'asta internazionale per acquisire i diritti, i tour degli autori, i Giuttarifaletti e tutti i bestselleristi americani all'amatriciana, l'hardcover con ricaduta in economica che sarà backlist in logica longseller, la disneyzzazione del sacro atto della lettura, la piacevolezza della scopata culturale, il cioccolatino con il liquore dentro, il buco con la caramella intorno, Bruno Martino comparato a Beethoven, la figa onnipresente per dare quel pizzico in più.
Cioè: vada affanculo Il Codice Da Vinci.

Il Codice Da Vinci è l'improbabile che viene accettato come norma esistenziale di massa. E' la solita complottata (capisco amici scrittori che da anni asseriscono di odiare i complottisti) sulla materia più scadente del complottismo sapienziale: i Templari, e chi erano i Templari, e custodivano il Sacro Graal, e il Graal si trova nei Pirenei, e la storia della cristianità è tutta da rivedere, e i tanti piccoli Tonini che hanno tacitato la Profezia che poteva fare crollare Roma nel corso dei secoli dei secoli, e il grano segreto, e la custodia del Sepolcro, e Cristo che scende dalla Croce e si scopa Maddalena e va a vivere in Provenza o in Gran Bretagna a Stonhange o in India o in Giappone, e le sètte che mettono in pericolo il pianeta, e il manipolo di fascisti che trama nell'ombra. Insomma, un manuale della finta cultura popolare d'élite, che già aveva sfracannato i coglioni agli intelligenti quando uscì il Pendolo di Foucault di Eco e che, mercé la giustificazione del consumo di massa, continua a stracciare gonadi da quando io ho coscienza di esistere.
Che palle.
L'ennesima variazione sulla solita trama complottarda è questa merda totale in carta non ecologica, firmata d un saccentissimo autore americano che sostiene di avere studiato ai massimi livelli non solo la storia, ma anche le opere d'arte che cita in questa colossale barzelletta in stile Peter Kolosimo - Dan Brown, la più recente variazione del grishamismo di riporto, la venefica incarnazione di quello che si fa i miliardi raccontando il Segreto con la cialtroneria di una Riza Psicoletteraria.
Tutto ruota intorno alla sapienziale fraternità del Priorato di Sion: una bufala inventata dal fascio transalpino Pierre Plantard, che costruì ad arte il fenomeno di Rennes Le Chateau, dove sarebbe stata custodita la coppa che avrebbe contenuto il sangue del Cristo dopo opportuno intervento di Giuseppe d'Arimatea. Una scarica di diarrea che schizza su e da Fulcanelli, Louis Pauwels e Jacques Bergier del Mattino dei maghi, la Blavatskij in salsa teocialtrona, Dylan Dog e Martin Mystère. Da una parte la Massoneria, autentica via sapienziale di autoconoscenza e realizzazione, viene distorta dalla deriva politica - e dall'altra parte viene stravolta dalla deriva culturale in cui la trascina immondizia come il parathriller di Dan Brown.
Quando dicono a me, che sarei autore di thriller, quanta esaltazione e quanti brividi procura il fatto che mi occuperei di complotti, mi incazzo. Io mi occupo di complotti tanto quanto Dan Brown si occupa di ascesi. Il supermercato della spiritualità non è soltanto la new age - è la narrativa di consumo. Questa ulteriore farsa spacciata come letteratura conferma che il genere nero/spionistico/investigativo non sta correndo un grave rischio: ha già rischiato. E ha perso.
Il thriller non è più un genere: è la zuppa Campbell della letteratura. Al primo che sostiene che io scrivo thriller, regalo una copia del Codice da Vinci, pur di levarmelo dai coglioni. Sia chiaro tuttavia che all'ultima che mi accusa di scrivere gialli e quindi di non avere rischiato nulla in narrativa, il Codice da Vinci non glielo regalo, poiché per certa gente il genere thriller, genere che non esiste più, è a tutt'oggi un genere che non esiste ancora.
Non compratelo o, se ve lo hanno regalato, fate quello che fece Houellebecq con Grisham in Piattaforma: buttatelo nel cestino.

mercoledì, aprile 28, 2004

Ultimamente sto curando poco questo blog a causa dei tanti impegni. Ecco cosa succede da queste parti.

Sono iniziati gli esami, tutti studiano disperatamente, la biblioteca ora è aperta 24 su 24 anche se io dubito fortemente sull'efficacia delle maratone notturne.

Gli ultimi giorni sono stati eccezionalmente caldi, domenica sono stato a passeggiare a Lough Dan e ora ho una bella abbronzatura.

Giovanni Paolo II ha accettato le dimissioni del cardinal Desmond Connell dalla guida pastorale dell’Arcidiocesi di Dublino; sarà sostituito dall’arcivescovo coadiutore Diarmuid Martin.
L’arcivescovo Martin, che ha 59 anni, è stato nominato coadiutore nel maggio scorso. In precedenza è stato nunzio apostolico ed osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite a Ginevra. Secondo il diritto canonico, il coadiutore ha il diritto di essere il successore.
L’Arcidiocesi di Dublino conta 1.080.000 Cattolici distribuiti in 200 parrocchie e comprende la città e la contea di Dublino, quasi tutta la contea di Wicklow e parti di quelle di Kildare, Carlow, Wexford e Laois.

Da diverse settimane la stampa irlandese sta esprimendo preoccupazioni per la manifestazione del Primo Maggio.
Sono previsti partecipanti da tutta l'Europa perché coincide con le manifestazioni per celebrare l'ingresso dei nuovi membri nell'Unione Europea ma alcuni temono il ripetersi degli scontri di Genova. C'è una piccola differenza: qui la polizia normalmente non porta armi ed il governo, nonostante le critiche, ha deciso di mantenere questa carattaristica anche durante la prossima manifestazione. Questo significa che almeno non ci sarà nessun ventenne ucciso dalla pistola di un altro ventenne.

La scorsa settimana una trentenne di Dublino, che aveva frequentato il mio college, è morta a Firenze. E' caduta nell'Arno in stato di ubriachezza.

Il divieto di fumo nei pub ha un po' cambiato la vita notturna, ora la città sembra molto più viva per via dei fumatori che ora riempiono le strade. Una delle conseguenze del divieto, che nessuno aveva previsto, è che ora i locali notturni puzzano terribilmente, non c'è più l'odore del fumo a coprire i cattivi odori.

Gli Shins ieri sono stati formidabili. Una diecina di canzoni dai due album, una cover dei Blur e due inediti. Nuovi arrangiamenti e molto ritmo.
Era l'ultima tappa del primo tour europeo. Intanto più riascolto Oh inverted world! e più sono convinto che sia uno dei migliori dischi che conosco.


After all these implements and text designed by intellects
So vexed to find evidently there's just so much that hides
And though the saints of us divine in ancient feeding lines
Their sentiment is just as hard to pluck from the vine

I'm trying hard not to pretend
Allow myself no mock defense
Step into the night

Since I dont have the time nor mind to figure out
The nursery rhymes that helped us out and make a sense of our lives
The cruel uneventful state of apathy releases me
I value them but I won't cry if the time was wiped out

I'm trying hard not to give in
Battened down to fair the wind
Read my head, at least pretend
Allow myself no mock defense
Step into the night...

Mercy's eyes are blue
When she places them in front of you
Nothing holds a roman candle to
The solemn warmth you feel inside

There's no measuring of it
As nothing else is love


sabato, aprile 24, 2004

Ho provato Gmail, il nuovo servizio di posta elettronica offerto da Google.
Da un punto di vista meramente funzionale è sicuramente superiore a tutti gli altri, Hotmail, Yahoo, ecc.
Se poi, come dicono, vada a spulciare i contenuti dei vostri messaggi per allegare la pubblicità adeguata, è un altro discorso.
D'altronde, come dice spesso mio padre, nessuno ti regala niente.
This is business, man.

Pasqua napoletana. Passate le tv, passati i politici e i giornali, giornata di solitudine - una di moltissime altre - per le famiglie
delle donne morte. Una aveva una cinquantina d'anni e l'ammazzarono perche' aveva denunciato i pedofili del quartiere. L'altra ne aveva quattordici ed era la' quando i camorristi delle due bande avevano cominciato a spararsi fra di loro. Per quasi due giorni, nei quartieri regalati ai mafiosi, la mafia era sembrata una cosa non normale. Finiti i funerali, tutto e' tornato come sempre e' stato: diecimila sudditi e dieci o venti cittadini, i primi a servire impauriti i mafiosi, i secondi a cercare disperatamente di lottare un giorno in piu' per non arrendersi agli invasori. Noi siciliani conosciamo bene questa
solitudine, questo desolato abbandono, questa - apparente - impotenza.

Riccardo Orioles

venerdì, aprile 23, 2004

Lunedì ci sono gli Shins al Whelan's. Imperdibili.
Proprio ieri ho comprato Cuthes too narrow, che però non è all'altezza di Oh, Inverted World, uno degli album più belli che conosco.

In our darkest hours
We have all asked for some
Angel to come
Sprinkle his dust all around
But all our crying voices they can't turn it around
And you've had some crazy conversations of your own.




giovedì, aprile 22, 2004

Stasera, verso le 22, uscendo dalla biblioteca del Trinity, ho notato dei fasci di luci nel cielo, di quelli usati per far pubblicità, ma erano tanti, proprio tanti. Ed infatti poi andando verso O' Connell st. ho scoperto che per celebrare la fine del semestre di presidenza europeo e l'entrata dei nuovi stati membri nell'EU sui palazzi hanno istallato una serie di riflettori potentissi che, coordinati tra loro, formano delle sculture di luce nel cielo.

Il bello è che tramite questo sito chiunque può partecipare disegnando la propria scultura e lasciando un messaggio che appare su uno schermo gigante posto proprio all'inizio della grande strada.

Uno spettacolo emozionante, solo per alcuni giorni.

mercoledì, aprile 21, 2004

A grande richiesta torno su questi schermi dopo la pausa pasquale.

Sono di nuovo a Dublino e mi aspetta una montagna di lavoro.
Incredibile ma in questi giorni ho quasi rimpianto il tempo irlandese! Quest'Italia è sempre più una delusione, s'è visto un raggio di sole solo quando sono arrivato; 10 giorni di nebbia, pioggia e nuvole, manco fossimo in Padania. :(

Nessun avvenimento rilevante, se non la mia prima visita al Sacrario militare di Bari, dove riposa mio nonno insieme ad altri 75.000 caduti. 75.000 tragedie, da non dimenticare.

Nonostante i buoni propositi, durante le vacanze ho letto pochino.
Innanzitutto gli ultimi 4 mesi dell'inserto domenicale del Sole 24 Ore, che mio padre mi conserva puntualmente.
Da segnalare sul numero del 7 marzo una bellissima Lettera da Dublino di Pietro Boitani che descrive magnificamente l'atmosfera che si respira da queste parti. Alla fine accenna ad una Fitzgerald, che altri non è che la moglie, Joan, grazie alla quale mi trovo in Irlanda.
Sempre sul domenicale ho trovato la recensione del libro che stavo leggendo: Lessons of the Masters di George Steiner.
Steiner è uno dei miei autori preferiti, After Babel è un gioiello eppure queste letture tenute ad Harvard sono piuttosto deludenti. La straripante erudizione stanca e copre la mancanza di argomentazione.

Mi è piaciuto, invece, Atene e Gerusalemme di Averincev, un grande intellettuale russo morto da poco.
Si tratta di un breve lavoro del 1973, nel quale mette Averincev a confronto la cultura greca antica e quella ebraica, marcandone le differenze e i tentativi di incontro. Notevoli specialmente le pagine sulla traduzione dei Settanta.

E visto che oggi ho parlato di letteratura, segnalo il sito ufficiale di Lello Voce, una delle mie letture preferite quando ero in Belgio.


lunedì, aprile 12, 2004

Pannella ha ricominciato a bere. Fatelo smettere!

sabato, aprile 10, 2004

E sarà una stagione senza fughe, né evasioni, né spiritualismi, ma segnata dal vivere la resurrezione nell'esistenza, nella storia, nell'oggi, in modo che la fede pasquale diventi efficace già ora e qui. Cosa significa questo secondo i vangeli? Che i credenti devono mostrare nella compagnia degli uomini la resurrezione, devono narrare agli uomini che la vita è più forte
della morte, e devono farlo nel costruire comunità in cui si passa dall'io al noi, nel perdonare senza chiedere reciprocità, nella gioia profonda che permane anche nelle situazioni di pressura, nella compassione per ogni creatura, soprattutto per gli ultimi, i sofferenti, nella giustizia che porta a operare la liberazione dalle situazioni di morte in cui giacciono tanti uomini, nell'accettare di spendere la propria vita per gli altri, nel rinunciare ad affermare se stessi senza gli altri o contro di essi, nel dare la vita liberamente e per amore, fino a pregare per gli stessi assassini.

Enzo Bianchi

mercoledì, aprile 07, 2004

Una buona notizia. Fino al 30 giugno l'aeroporto di Dublino, dove mi trovo esattamente in questo momento, fornisce l'accesso ad internet gratuito senza fili. Basta possedere un portatile.

Hi Maryrose, so you finally got here!
How long did it take?
I reached your company blog after 10 minutes I got your first flygirl email!
But I had an important detail, your surname actually.
And I've also seen your pictures of the 2go party!
I knew about you much more than you expected.


(Mi scuso con i lettori italiani ma sarà tutto più chiaro fra qualche giorno. Ora devo per forza di cose rimanere misterioso, è in corso una specie di caccia al tesoro)

lunedì, aprile 05, 2004

Dalle statistiche risulta che ho un lettore irlandese.
Non ho ancora capito chi possa essere comunque avviso il mio unico lettore da queste parti che domani alle 20 terro' una conferenza al Pauline Circle, 85 Eglinton Road, Donnybrook.

Agli amici italiani invece avviso che tornero' in patria mercoledi' sera e mi tratterro' fino al 19.
Passero' qualche giorno anche a Roma.

giovedì, aprile 01, 2004

Alla scuola elementare la maestra mi leggeva Marthin Luther King, Don Milani, Madre Teresa, Giovanni XXIII. Mica la Fallaci. Se invece ci piace tornare all’occhio per occhio dente per dente, prepariamoci a restare ciechi e senza denti, perché quelli che abbiamo non basteranno a morderci tutti come cani ciechi.


Gabriele, italiano in Spagna, racconta su Articolo 3 il suo 11 marzo.

Da lunedì scorso nei locali pubblici irlandesi è vietato fumare. Il rivoluzionario provvedimento, più volte rimandato, ha causato discussioni infinite che prefiguravano ripercussioni catastrofiche sull'economia locale.
Vedremo, è ancora presto per fare bilanci.
Una cosa però è certa, il pub pieno di fumo è ormai un ricordo del passato, pinta e sigaretta sono diventate incompatibili.
Finalmente si respira, io direi.

La sigaretta in realtà non è solo un vizio solitario ma anche un elemento di socializzazione, di condivisione ma quest'aspetto è ora accentuato perché i fumatori si riuniscono fuori dalle porte, all'aria aperta, dove sono stati opportunamente disposti dei grandi posacenere, e li si intrattengono, anche se solo per qualche minuto.
Le premesse del locale ne sono diventate improssivamente parti integranti e non solamente accessorie, è come se lo spazio pubblico del pub si fosse allargato.

Io già abitualmente portavo con me un accendino o dei cerini, in caso qualcuno ne avesse avuto bisogno, ed infatti così ho conosciuto Susan. Bene, ora per conoscere qualcuno basta farsi una passeggiata, senza neppure dover entrare nei locali. No, ci si avvicina alla massa fumante infreddolita, si scambiano due chiacchiere e se da cosa può nascere cosa si rientra nel locale e si continua la conversazione.

La prossima rivoluzione? Beh, il divieto di consumare alcolici, questa sì che sarebbe una grande novità!!