lunedì, dicembre 23, 2002


CHIUSO PER FERIE

sabato, dicembre 21, 2002

Oggi torno in Italia. Qualche ora di sosta a Londra e stasera sarò a casa.

venerdì, dicembre 20, 2002

Ed ora per la categoria MUSICA


Disco dell'anno
Badly Drawn Boy About a Boy OST


Concerto
1 Cranberries 6/12 The Point, Dublino
2 S. Giovannni 1 maggio, Roma
3 A christmas carol, National Concert Hall, Dublin


Canzone straniera
1 U2 The hands that built America
2 System of a Down Chop Suey
3 Garbage Parade



Canzone Italiana
1 Elisa Rainbow
2 Daniele Silvestri Salirò

(mi mancano gli ultimi 4 mesi di novità italiane)
Passiamo alla categoria LIBRI


Romanzo contemporaneo
Hornby Un ragazzo

Narrativa classica
Stevenson Lo strano caso del dr Jakill e mr. Hyde

Poesia
Yeats Poesie

Saggistica filosofica
Jonas Il principio responsabilità

Saggistica sociologica
Durkheim Le forme elementari della vita religiosa
And the winner is...

Si avvicina la fine dell'anno e anch'io assegno i miei personalissimi premi.

Cominciamo dalla categoria WEBLOG

Miglior blog maschile
Navarre's blog

Miglior blog femminile
dot

Miglior blog professionista
wittgenstein

Miglior blog staniero
heraghty web diary

Miglior multiblog
Il blog delle piccole cose

Menzione speciale della giuria
Ocurrencia
Un'intelligenza non sprecata
Notizia del giorno: è finita l'elettricità, anche la riserva.
Di nuovo, solo che stavolta non se n'è accorto ancora nessuno.
Sebastian è in Germania, Lara è partita stanotte per il Canada, Jorge è a letto malato e Andrea e Claire stanno smaltendo la sbornia di ieri sera.
Appena si alzano troveranno la sorpresa!
Dal bollettino del 17 dicembre dell'Agenzia SIR della Conferenza Episcopale Italiana

MESSAGGIO DEL PAPA PER LA PACE: MONS. MARTINO, NO A GUERRE ATOMICHE O "PREVENTIVE", SÌ AL DISARMO E AL RUOLO DELL'ONU


"Le armi atomiche non fanno parte del bagaglio che dobbiamo portarci nel XXI secolo", e "la guerra preventiva è una guerra di aggressione",
che "non rientra nella categoria di 'guerra giusta", fatta cioè sulla base del "diritto di difendersi contro l'ingiusto aggressore". A
ribadirlo è stato oggi mons. Renato Martino, presidente del Pontificio consiglio della Giustizia e della Pace, presentando alla stampa il
Messaggio del Papa per la XXXVI Giornata mondiale della pace, sul tema "Pacem in terris: un impegno permanente". A proposito del pericolo di
"venti di guerra", Martino ha affermato: "Tutti abbiamo seguito il processo delle ispezioni Onu in Iraq, tese a verificare se ci sono
armi di distruzioni di massa. Il disarmo dei belligeranti deve essere fatto attraverso gli organismi che abbiamo a disposizione, e che si
fanno promotori di pace a livello internazionale". A cominciare dall'Onu, che già Paolo VI - ha ricordato Martino - aveva definito "il
cammino obbligato dell'umanità nei tempi moderni". "E' con questo strumento di pace - ha proseguito il presidente del dicastero vaticano
- che si deve arrivare a disarmare coloro che minacciano la pace". Si tratta, per Martino, di "un processo che si sta faticosamente portando
avanti, e che speriamo si concluda positivamente".
Ieri una nuova intervista per il mio libro sull'influenza di Newman nell'Irlanda contemporanea.
La scorsa settimana ci avevo provato con Sean Comeford, il sacrestano di University Church, ma il poverino è molto malato e abbiamo dovuto rimandare a gennaio, sperando che ci arrivi.

Ieri invece ero con Dick Dunn, il segretario della Newman Society of Ireland. Secondo la mia supervisor è la persona che meglio conosce Newman in Irlanda ed infatti non si è smentito. Gli avevo preannunciato le mie domande e si è presentato con una ventina di pagine scritte, ricche di precisi riferimenti, citazioni non scontate, un perfetto equilibrio tra riflessioni personali e informazioni.
Il problema di questo grande uomo è che non ha avuto un percorso accademico tradizionale, è un'autodidatta e quindi si rifiuta di pubblicare per un senso di inadeguatezza che dovrebbe far vergognare molti, me per primo.
Dick è un grande appassionato di musica, suo fratello dirige l'orchestra della RTE, la televisione pubblica.
E così ho scoperto tra le altre cose che Newman suonava il violino e la viola, e aveva composto dei piccoli pezzi da giovane.
In tarda età fu vicepresidente del Birmingham Music Festival, il più prestigioso nell'Inghilterra del tempo.
Al festival del 1885 Dvorak diresse la prima assoluta di The Spectre's Bride e Newman gli fece dono di una copia di The Dream of Gerontius, un suo poema più tardi messo in musica da Elgar con grande successo.
Dick mi ha dato anche un suo lavoro inedito di comparazione critica tra il testo di Newman ed il libretto musicato da Elgar.

Alla fine dell'intervista mi ha detto: Angelo, si potrebbe scrivere un bel libro su Newman e gli angeli. Nessuno l'ha mai fatto.
Perchè non lo fai tu allora? gli ho chiesto.
Perchè ho una famiglia, fallo tu.

E' vero, io non mi rendo conto ma sono fortunato perchè ho tanto tempo da dedicare allo studio.
Beh, intanto questo mio nuovo libro comincia a prendere forma. In primavera uscirà, speriamo perchè l'ho consegnata a maggio, la traduzione dell'Idea di Università.
Ho poi da scrivere la tesi, correggere l'intervento che leggerò al Work in Progress Seminar, preparare il paper per il Postgraduate Day, fare due recensioni e scrivere la tesina su Voegelin.
Posso metter su famiglia? No.

time keeps ticking like the ocean through a siv
ever on ever forward in a march

giovedì, dicembre 19, 2002





Le ultime palazzine del residence dove vivo sono quasi pronte, apriranno a gennaio.
Ora stanno sistemando i giardini.
Proprio in questo momento stanno piantando degli alberelli davanti la mia camera.
Che bello. ;)

you're the scent of an unfound bloom
a simple tune
I only write variations to sooth the mood
a drink that will knock me down to the floor
a key that will unlock the door
where I hear a voice sing familiar themes
then beckons me weave notes in between
a tap and a string, a bow and a glass
you pour me till the day has passed....


Sul sito ufficiale dei Sixpence None The Richer si può ascoltare tutto il nuovo album gratuitamente.

and you're in my heart
I can feel your beat
and you move my mind
from behind the wheel
when I lose control
I can only breathe your name
Oggi fa freddissimo e non mi sento bene, devo aver preso qualche virus.

mercoledì, dicembre 18, 2002

Look, if you had one shot or one opportunity, to seize everything you ever wanted, in one moment, would you capture it or just let it slip?

Su suggerimento di paral_lel ho scoperto questi mum, "gruppo islandese che fa un'elettronica godibilissima infarcita di melodie nordiche".

The Times

December 18, 2002

Window reflects a dazzling light
By Brian Carter



A NEW stained-glass window at Oriel College, Oxford, commemorates the life and work of Cardinal John Henry Newman.
From 1825 until his reception into the Roman Catholic Church in 1845, Newman was a Fellow of Oriel, and during that period he established his reputation as the leading figure of the Oxford or Tractarian Movement. Subsequently Newman’s name has become indissolubly linked to Oxford and to Oriel in particular, though his affection for Trinity College — where he was an undergraduate — remained with him throughout his life.

A posthumous legacy was one of the criteria used in the recent television programmes to establish by popular vote who was the Greatest Briton. Newman was not on the list but there are few Britons who have sustained such a vibrant posthumous global reputation: schools, colleges, libraries, learned societies have been named after him and there is an apparently unending stream of scholarly publications in every language devoted to his life and work.

Lord Jenkins of Hillhead, Chancellor of Oxford University, has written of the “dazzling fascination” of Newman, which the new window at Oriel strikingly reflects.

Dedicated by the Bishop of Oxford, the Right Rev Richard Harries, at a service last month, it consists of 14 leaded lights extending to almost 150 sq ft and is an important addition to Oxford’s already rich holdings of stained glass. The project was funded by the late Norma Lady Dalrymple-Champneys, an honorary fellow of the college and generous benefactor, and, after a competition, the commission was given to Vivienne Haig and Douglas Hogg, both based in Edinburgh.

The iconography and overall design were created by Haig, assisted by Sarah McCabe, also from Edinburgh, in the final phase when preparing the full size cartooning. At that stage, Hogg took over the project to interpret and transform the design into glass.

The central image is of Newman seated and at prayer, with an open book on his lap. Surrounding him are images and motifs reflecting important associations in his life: Oriel College, the University Church of St Mary’s, and Littlemore. His life after Oriel is indicated by the use of a cardinal red for the floor colour, and more explicitly by the incorporation of the motto adopted by Newman when he was created a Cardinal in 1879, Cor ad cor loquitur (“Heart speaks to heart”).

In the central upper light is an image of the Virgin and Child, with angels and cherubim in the adjoining lights. In the outer wing lights are texts by Newman transcribed in a facsimile form on to the glass.

The materials have been sourced from several European glassworks, among them the esteemed, now defunct, Hartley Wood Glassworks of Sunderland. The artists have used a rich if relatively narrow colour range; and in the sections left uncoloured, textured glass has been used. In these ostensibly blank areas, slightly bubbled “seedy” glass and striated glass have been positioned with skill, allowing the architecture in the quadrangle to fill these spaces and blend with the architectural motifs in the coloured glass; the window and the college buildings form a unified whole.

Hogg has overlaid Newman’s white robes with a complementary enamel glaze and so intensified the effect of the window when backlit at night and viewed from the quadrangle. The lighting has been donated by Downside Abbey.

This large bay window encloses a small space over the chapel entrance and adjoining Newman’s old college rooms, to which there is a connecting door. Newman used this area as a private oratory; thus the logic of placing the Newman memorial window in this location might seem self-evident.

Unfortunately this area is relatively inaccessible, concealed as it is behind the organ casing and invisible from anywhere within the chapel itself: in reality it will be possible to view the window only by appointment, apart from seeing it in reverse from the quad when illuminated at night. Should Newman be canonised, the college will be faced with significant problems in responding to requests to view this and related items, including the beautiful Newman bowl engraved by Laurence Whistler, also donated by Lady Dalrymple-Champneys.



Natale è la storia di un dono. Di un bambino che ci è stato donato perchè ne facessimo dono agli altri.
Come sarebbe diverso il mondo se ci credessimo davvero.


It's Christmas time
There's no need to be afraid
At Christmas time
We let in light and we banish shade
And in our world of plenty
We can spread a smile of joy
Throw your arms around the world
At Christmas time

But say a prayer
Pray for the other ones
At Christmas time it's hard
But when you're having fun
There's a world outside your window
And it's a world of dread and fear
Where the only water flowing
Is the bitter sting of tears
And the Christmas bells that ring
There are the clanging chimes of doom
Well tonight thank God it's them instead of you

And there won't be snow in Africa
This Christmas time
The greatest gift they'll get this year is life
Where nothing ever grows
No rain nor rivers flow
Do they know it's Christmas time at all?


No, non e' la Bbc. La Commissione Parlamentare di Vigilanza ha accolto in tempi rapidissimi la proposta Baldassarre-Clinton per la soluzione
della crisi al vertice del Consiglio d'Amministrazione Rai, dove come sapete le dimissioni della maggior parte dei consiglieri avevano
condotto a una situazione che molti giudicavano insostenibile. Senza mettere in discussione le qualita' professionali del direttore generale
Agostino Sacca', veniva infatti considerata anomala la posizione di un direttore che, partito per dirigere tre reti, tre tiggi',
seicentoquaranta Enti e cinque consiglieri d'amministrazione, si era trovato a dirigere di fatto un consigliere solo. I critici piu'
acccaniti accusavano addirittura Sacca' di aver fatto crollare catastroficamente gli indici d'ascolto (accusa non del tutto infondata,
anche se ad Oppido Mamertina sono ancora almeno quindici gli utenti Rai, contro i sedici dell'anno scorso: una perdita dunque inferiore al
cinque per cento) e di utilizzare le sedute del CdA soprattutto per aumentarsi gli emolumenti: Sacca' si difendeva brillantemente sosenendo
che questi erano solo i costi iniziali di un nuovo modello di giornalismo che prima o poi si sarebbe affermato: "Il pubblico ha
bisogno di tempo per abituarsi. Ma era ora di dire basta al giornalismo all'antica, alle vecchie cariatidi come quel Biagi, quell'Hemingway,
quel Kapucinski".
Le voci di una sostituzione di Sacca' conunque circolavano gia' da tempo: la Commissione Parlamentare aveva gia' comunicato a Baldassarre,
in via riservatissima, un vero e proprio identikit di un possibile nuovo presidente. Siamo in grado di citare, grazie alle nostre fonti
confidenziali, alcuni stralci significativi del documento. Ecco: "Il prossimo direttore generale della Rai dovra' dunque:
- essere (...omissis...) in possesso di un'elevata professionalita' nella sua attivita' principale;
- aver maturato contatti istituzionali al massimo livello e nella maniera piu' stretta possibilie;
- avere un nome noto al grosso pubblico, non solo (...omissis...) in Italia ma all'estero e soprattutto negli Stati Uniti;
- avere dimestichezza coi membri dei partiti di governo;
- avere eccezionali capacita' linguistiche;
- essere capace di intrattenimento nella comunicazione orale e non solo in quella scritta;
- saper stabilire un rapporto corretto e gratificatorio (...omissis...) nei confronto degli uomini politici;
- mantenere pertanto e accrescere le competenze del dottor Sacca', ma nel quadro di una ecc. ecc. (qui seguono quattordici cartelle di considerazioni politiche generali che omettiamo - ndr)".
Sulla base di questo memorandum, alla fine e' toccato al presidente Baldassarre prendere una decisione. Consultatosi con alcuni esperti del
settore (l'ex presidente americano Clinton e gli editori, pure americani, Mardigras e Hoeffner), egli ha rapidamente individuato il
personaggio che dava le massime garanzie di soddisfare alle indicazioni della Commissione e nel contempo di non costituire una soluzione di
continuita' troppo accentuata nei confronti della direzione Sacca'. E ha nominato Monica Lewinski.
La signora, che e' giunta in Italia gia' da diversi giorni, e' attualmente impegnata in una riscrittura radicale dei palinsesti.
Purtroppo non siamo riusciti a ottenere da lei alcuna dichiarazione, se non un "mhm..." telefonico (in inglese) che ci sembra indicare la
volonta', da parte del nuovo direttore, di non farsi impelagare in polemiche politiche.
Bisogna naturalmente tener conto del fatto che tanto la signora Lewinski quanto Baldassarre (che aveva cercato di mascherare l'arrivo
della signora diffondendo la voce di una sua fantomatica intervista a Domenica In) sono consapevoli della delicatezza del passaggio dalla
vecchia alla nuova gestione. "Vi assicuro che non cambiera' niente - ha dichiarato informalmente ai cronisti Baldassarre - Fara' tutto quello
che faceva Agostino, solo che lo fara' meglio. Tutto qui". Staremo a vedere. Dobbiamo registrare purtroppo, in calce a tutta
questa vicenda, una nota antipatica: l'ex direttore Sacca' avrebbe dato mandato ai suoi legali di procedere in giudizio contro la Rai per
indebita sostituzione, licenziamento illegale e mobbismo. "Il nostro cliente e' in grado di dimostrare - hanno dichiarato in serata i legali
- di aver sempre espletato le sue mansioni con professionalita' e competenza, ottenendo sempre la piena soddisfazione di tutti i suoi
interlocutori dentro e fuori la Rai". "Quali interlocutori, avvocato?".
"Lo saprete in tribunale".
Corre voce pero' che, fra politici, ministri, imprenditori, manager e membri di governo, gli "interlocutori" di Sacca', in pochi mesi, siano
stati piu' di cinquanta, tutti debitamente registrati a loro insaputa da una microcamera nascosta dietro un'orchidea. Fra loro ci sarebbe
pure un cardinale.


Riccardo Orioles

martedì, dicembre 17, 2002

ARTICOLO 3

Bastano pochi mezzi e inconsueto acume per metter su un sito di riflessione politica.
Questi miei cari amici ci sono riusciti egregiamente.

ARTICOLO 3





Questi sono per Chiara, con qualche ora di ritardo.
Miss Nude America Loses Title After Appearing Clothed In Woman's Day

OCALA, FL—Tawny Bridges, Miss Nude America 2003, was forced to relinquish her crown amid scandal Monday, when it was discovered that she had appeared clothed in a 1999 issue of Woman's Day magazine. "Miss Bridges has conducted herself in a wholesome manner entirely unbecoming of this title," pageant chairman Peter Taub said. "We are a non-profit pageant that provides scholarships to promising young nude women and cannot condone her decision to pose clad."

da The Onion, simpatico sito di notizie impossibili.



Oggi per la prima volta ho rivisto la pizza italiana a Dublino, quella vera intendo, anzi per essere più precisi la pizza romana che è ben diversa da quella napoletana.
Il locale, piccolino, si trova in Chatham Street, una traversa di Grafton Street e si chiama Steps of Rome.
A dire la verità è un po' caro ma ogni tanto un po' di cucina italiana fa bene, alla salute e allo spirito.
Ho provato a contare quanti libri ho letto quest'anno. Una cinquantina, quasi uno a settimana.
Qui sotto li trovate tutti, se la memoria non mi inganna.


Boyce The Enduring Relevance of Newman’s Vision of Hope
Cahill Come gli irlandesi salvarono la civiltà
Callegari Newman La fede e le sue ragioni
Cameron The night battle
Chesterton All things considered
De Botton Le consolazioni della filosofia
Dean Le parole della notte
Derrida L’ospitalità
Diogene Laerzio Vita di Epicuro
Durkheim Le forme elementari della vita religiosa
Durkheim La divisione del lavoro sociale
Ensler I monologhi della vagina
Epicuro Lettera a Meneceo
Forte Piccola introduzione alla vita cristiana
Gaita Good and evil
Gaughan Newman’s University Church A History and Guide
Goethe I dolori del giovane Werther
Haldane Education and the need of understanding
Hopkins The Major Poems
Hornby Un ragazzo
Jonas Il principio responsabilità
Kafka Racconti
Kane University Church
Ker John Henry Newman
Littizzetto Sola come un gambo di sedano
Lyotard La condizione postmoderna
McGinn I dottori della Chiesa
McGrath Newman in Dublin
McGrath Newman’s University Idea and Reality
Mill On Liberty
Morra La sociologia si chiama Clotilde
Newman Rise and Progress of Universities
Newman Sermons Preached in Various Occasion
Newman The Idea of a University
Nussbaum Diventare persone. Donne e universalità dei diritti
Phillips and Pugh How to get a PhD
Pititto La comunicazione difficile
Roth La leggenda del santo bevitore
Stevenson Lo strano caso del dr Jakill e mr. Hyde
Tierney A Classicist’s Outlook
Turoldo Canti ultimi
Voegelin Order and History
Wall Wittgenstein in Ireland
Watson Jacobson’s Organ
Weber L’etica economica delle religioni universali
Weber Sociologia della religione
Willey La cultura inglese del seicento e del settecento
Yeats Poesie

lunedì, dicembre 16, 2002

Roma rimane la mia citta' preferita.

Messaggio per Elisabetta.

Ti ho scritto su come inserire le immagini ma non riesco ad usare la posta elettronica.
Appena sara' nuovamente in funzione riceverai il mio messaggio.
Scusa il ritardo.


Le lezioni sono finite da una settimana ed il campus si svuota ogni giorno di piu'.
La vita studentesca e' ridotta all'essenziale: si studia in vista degli esami imminenti.
Sono iniziate anche le partenze natalizie e chi era qui solo per un semestre non tornera' piu'.
C'e' chi non sa come sbarazzarsi di tutto quello che non puo' riportare a casa e lo svende come puo'.
Ieri infatti ho comprato una bicicletta da una tedesca in partenza: 50 euro.
I nuovi appartamenti del mio residence sono quasi pronti, apriranno a gennaio.

domenica, dicembre 15, 2002

Napoli, la violenza sconvolse la sua vita. Le ultime ore su una sedia del pronto soccorso


di DANIELA D´ANTONIO

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NAPOLI - Jenet è morta qualche giorno fa, aveva 32 anni. Se n´è andata dopo aver trascorso 24 ore su una seggiola davanti al pronto soccorso dell´ospedale Ascalesi. E gli ultimi sei anni di vita in strada, attaccata alla bottiglia.
«Vergogna, io mi vergogno, faccio schifo, sporca», rispondeva a chi le offriva aiuto. Poi cominciava a strapparsi gli stracci che aveva indosso: «Guarda, guarda...».
Jenet in realtà si chiamava Hassan Kalif Hodan, era somala, e la sua vita era già finita una volta, ai primi di giugno del ´96: una gita a Pompei, lontana da Roma dove faceva la colf, la conoscenza con un paio di giovani dall´aspetto rassicurante e si era ritrovata in un casolare abbandonato dalle parti di Sant´Antonio Abate, zona vesuviana, violentata a turno da ventisette ragazzi per due giorni.
«E che non si dica che sono cattivi», furono subito assolti dal paese, «sono bravi ragazzi, sono i nostri figli. La colpa è stata sua, li ha provocati».
Nera, giovane, sola e dunque prostituta, sentenziò la piazza. Da quel giorno Hassan aveva cominciato a scappare dal ricordo di quelle 48 ore di violenza e dagli assurdi pregiudizi di quella gente. Era diventata matta per il dolore, aveva deciso di chiamarsi Jenet. Da quel giorno viveva per strada, nel centro storico di Napoli, e solo quando era veramente ubriaca sorrideva.
Poi si tirava giù, sugli occhi, il cappello di lana che portava sempre piantato in testa.
Perché non torni a Roma da tua sorella, Jenet?«Vergogna, io sporca, guarda», e ricominciava a mostrare un corpo smagrito e sporco.
Mercoledì 4 dicembre Jenet, alle 11 di sera, si è presentata al pronto soccorso dell´Ascalesi con una ferita al volto e una alla nuca. Secondo alcuni testimoni e secondo la sorella, che ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica, non sarebbe stata soccorsa adeguatamente. Di sicuro, e lo ammette anche la direzione sanitaria dell´ospedale, ricevute le prime cure è rimasta su quella sedia, davanti al pronto soccorso, al freddo, per tutta la notte («era ubriaca, ma è stata seguita», la giustificazione dei medici). Fino al pomeriggio del giorno successivo quando un paio di volontari del Forum per il diritto alla salute - che in quell´ospedale gestiscono un ambulatorio per gli immigrati - l´hanno riaccompagnata in medicheria insistendo affinché fosse visitata.
Altra lunga attesa sulla solita sedia, al freddo, in stato confusionale. Poi la donna ha cominciato a sputare sangue ed è stata portata in chirurgia d´urgenza dove è morta. Un´altra volta, sei anni dopo la violenza, sei anni dopo lo stupro di gruppo per il quale nessuno ha pagato con la galera: solo pochi giorni di carcere per due tra i ventisette giovani. Tutti solo denunciati gli altri.
Nessuno tranne lei, Hassan, che per il dolore era diventata Jenet e che quando si spogliava mostrava ferite che non si vedevano più: «Guarda, guarda». Non si vedevano i segni che le avevano lasciato quei «bravi ragazzi» di Sant´Antonio Abate. Ma lei non riusciva a rassegnarsi.
Continuava a pensare di essere lei, quella che doveva vergognarsi.



Sara' perche' sono astemio ma continuo a stupirmi della quantita' di alcool che questi irlandesi riescono a bere in una serata.

Sto leggendo un buon vecchio libro di G. K. Chesterton, una raccolta di riflessioni su vari argomenti di attualita'. Uno dei brani migliori riguarda proprio il bere che, nel bene e nel male, di distingue dalle bestie.

All the human things are more dangerous than anything that affects the beasts - sex, poetry, property, religion. The real case against drunkness is not that it calls up the beast, but that it calls up the Devil.
It does not call up the beast, and if it did it would not matter much, as a rule; the beast is a harmless and rather amiable creature, as anybody can see by watching cattle.
There is nothing bestial in intoxication; and certainly there is nothing bestial about intoxication or particurlarly lively about beasts. Man is always something worse or something better than an animal; and a mere argument from animal perfection never touches him at all. Thus, in sex no animal is either chivalrous or obscene. And thus no animal ever invented anything so bad as drunkness - or so good as drink.

sabato, dicembre 14, 2002

Meraviglie della tecnologia: da ieri e' saltata la connessione in camera mia e a quanto pare non ne vuole sapere di tornare.
Saranno le vacanze di Natale.
Sono quindi costretto ad usare i computer della biblioteca.
Pazienza, specialmente per chi sta aspettando un mio messaggio da tempo.

venerdì, dicembre 13, 2002

Uno dei miei passatempi preferiti e' capire la provenienza delle persone a partire della loro pronuncia.
Non e' difficile, ho studiato glottologia e ho un ottimo orecchio musicale.
Con l'italiano mi riesce piuttosto bene.
Le varianti regionali, specialmente nella pronuncia delle vocali, sono evidenti.
Con i casi che conosco meglio, abruzzesi e campani, riesco a individuare la provincia di origine, se non la citta'.

Ora mi sto esercitando con l'inglese parlato qui in Irlanda.
Il criterio per ora e' molto semplice, se non si capiscono vengono dal nord.
A parte gli scherzi, il peggiore inglese, dopo quello degli scozzesi, e' quello dei nordirlandesi.
Dopo 4 mesi finalmente ho capito il perche' o almeno uno dei motivi.
L'ho letto ieri sull'International Journal of Phonetic Association e cerchero' di spiegarlo in modo semplice, mi perdonino i sociolinguisti.

Da ricerche fatte sembra che l'inglese parlato a Belfast non distingua il tono delle interrogative da quello delle affermative.
In gran parte delle lingue del mondo una frase interrogativa ha un tono che nel finale tende a salire mentre una affermativa e' solitamente piatta o tende a scendere.
Non a Belfast. Loro ti dicono 'oggi e' una bella giornata' e a te sembra che sia una domanda.
La prosodia, il tono della frase appunto, non aiuta capirne il significato e devi affidarti semplicemente alla sintassi, alla sequenza della parole e alla grammatica.
Se non sei abituato ti spiazza perche' senti una domanda ma ha la forma grammaticale di un'affermazione.

Qualcuno si sta chiedendo, ma questo non ha nient'altro da fare? In realta' questo tipo di esercizi non richiedono tempo, basta fare un po' di attenzione mentre gli parlano.
C'e' chi guarda alla sostanza, io guardo la forma.

Adesso devo verificare un'altra mia ipotesi da profano. Ho notato il tono parlato dei dublinesi assomiglia a quello dei siciliani, in particolare ai messinesi.
Cerco conferme nella letteratura scientifica.
Da Avvenire del 13 Dicembre 2002

LA LUNGHEZZA DEI GIORNI

Il valore della vita non sta nella lunghezza dei giorni, ma nell'uso che ne facciamo. Uno può aver vissuto a lungo, e tuttavia pochissimo.
Ricorriamo ancora una volta a uno degli autori che più facilmente offrono spunti immediati di riflessione attraverso il dettato stesso delle loro pagine, segnato dalla lapidarietà e dall'essenzialità. È dai Saggi del famoso pensatore francese Michel de Montaigne (1533-1592) che desumiamo questa breve meditazione sulla vita, mentre sentiamo ormai scorrere le ultime settimane dell'anno. Oggi l'esistenza umana s'è di molto allungata, ma non per questo possiamo dire che si vive di più, in senso autentico. Talora i vecchi hanno di fronte anni e anni di sopravvivenza quasi larvale, meramente vegetativa.
Ma questo vale anche per molti giovani o per chi è nel pieno del vigore della maturità. Si può, infatti, semplicemente esserci senza essere veramente. Il tempo cronologico è uguale per tutti, ma è ben diverso il contenuto esistenziale che lo riempie. C'è, infatti, chi ha solo giorni vuoti davanti a sé, «giorni tristi e anni - come confessava Qohelet - di cui devi dire: Non ci provo alcun gusto» (12, 1). E c'è, invece, chi colma le sue ore di opere, di pensieri e di affetti. Solo così si può dire veramente di vivere e non solo di esistere. Preghiamo, allora con le parole del salmista: «Saziaci ogni mattina con la tua grazia; esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni. Sia su di noi la bontà del Signore nostro Dio: rafforza per noi l'opera delle nostre mani» (90, 14.17).


Gianfranco Ravasi
The whole meaning of literature is simply to cut a long story short; that is why our modern books of philosophy are never literature.

In the end it will not matter us whether we wrote well or ill; whether we fought with flails or reeds. It will matter to us greatly on what side we fought.

G. K. Chesterton

giovedì, dicembre 12, 2002

Date un'occhiata anche a questo.
E' un mio secondo blog, in inglese, con molte foto.
«Per una parte della gioventù la trance costituisce un vero stile di vita. Il riferimento non è più il saggio, l’eroe, il santo, ma lo sciamano, modello di una vita emotiva eruttiva, sfrenata […]. Dei fatti più curiosi del nostro tempo è questa unione della cultura della trance e dell’etica del volontariato. Si vuole ‘scoppiare’ con il rock, la tecno, gli sport in cui si scivola e si corre, la droga e l’alcool, e allo stesso tempo si è pieni di buona volontà russoviana, impazienti di partecipare ad iniziative umanitarie. Fatto illuminante, Woodstock fu allo stesso tempo una festa dei sensi (‘fuori di sé’) e un inno a Peace and Love. Interrogate gli adolescenti su come pensano al loro futuro. È significativo che parecchi di loro l’immaginano sotto il doppio segno della trance e dell’assistenza. Essi sognano una vita divisa tra la ricerca di sensazioni forti e l’umanitario, il fun e il volontariato […] questi progetti di doppia vita sono la versione contemporanea dello sciamanesimo».

MICHEL LACROIX, Il culto dell’emozione

mercoledì, dicembre 11, 2002

E' proprio quando non hai nulla da fare che non riesci a fare nulla.

Loving you isn't the right thing to do
How can I ever change things that I feel

If I could maybe I'd give you my world
How can I when you won't take it from me

You can go your own way
Go your own way
You can call it another lonely day
You can go your own way
Go your own way

Tell me why everything turned around
Packing up shacking up's all you wanna do

If I could baby I'd give you my world
Open up everything's waiting for you
I filosofi sono generalmente noiosi ma non mancano le eccezioni.
In Italia ad esempio, Dario Antiseri non sarà un genio ma è simpaticissimo.
Il più brillante in assoluto, che abbia mai conosciuto, è D. Z. Phillips.



Un vero attore televisivo.

L'altro giorno ne ho scoperto un altro.
E' Alvin Plantinga, uno dei più interessanti filosofi analitici della religione, fondatore della Reformed Epistemology.



Ho letto diversi suoi lavori ma non l'avevo mai ascoltato.
In questa conferenza parla di evoluzionismo, naturalismo, ateismo ma in alcuni passaggi, specialmente nei primi cinque minuti, sembra di assistere ad un cabaret.
Uno spettacolo.

Oggi ho ricevuto il primo regalo di Natale, da Arianna, la mia compagna di volontariato che è ripartita per Roma.
How to be good di Nick Hornby.
'Un ragazzo' mi è piaciuto molto, più del film, ma leggere Hornby in originale non sarà facilissimo.
Con questo regalo Arianna mi ha sorpreso perchè ha mostrato quanto sia attenta ai miei gusti.
Più di quanto io lo sia nei suoi confronti.
La serata di sabato invece l'ho passata all'O' Neill con 8 colleghi di studi.
Tre irlandesi, un vallone, un fiammingo, due spagnoli ed il sottoscritto.
Tutti maschi, Sara e Saoirse erano scomparse.
Quattro ore di chiacchiere filosofiche, 2 balls.

Il pub non è male, non eccessivamente affollato, molto caldo, senza musica, poco fumo.

Il ritorno a casa ce lo siamo fatti a piedi.
Dal centro alla mia camera ci si mette esattamente un'ora.

Sabato solito giro per i negozi di libri antichi e usati.
Finalmente sono stato al Winding Stair.
Ha tutta l'aria di essere uno di quei posti di culto, speciali.
Non si capisce se sia una liberia che ospita un cafè o viceversa.
La scelta non è un gran che ma il luogo ispira, molto.

A fine mattinata il bollettino degli acquisti riporta:

C. S . Lewis The great divorce (2002, exemplary copy, se l'è subito aggiudicato Lucie)
C. S . Lewis The screwtape letters (2002, exemplary copy, regalo per Arianna)
G. K. Chesterton All Things considered (1915)
J. H. Newman University Sketches (1902)
M. C. D'Arcy The Nature of Belief (1931)
P. Levy Moore (1979)

Il tutto 45 euro.

martedì, dicembre 10, 2002

Sto cambiando un po' l'aspetto di questo blog.

La novità principale sono le foto.
Vi piacciono?

lunedì, dicembre 09, 2002

E siamo ancora a venerdì pomeriggio.

Alle 1715 appuntamento con Antonella, speriamo che abbia preso i biglietti.
La trovo con Samantha, francese, simpatica compagnia.
Arriviamo al The Point con un'oretta di anticipo e ci saranno una quarantina di persone in fila. Meglio così, troveremo posto davanti.
A quanto pare gli irlandesi non vanno pazzi per i Cranberries, almeno tre quarti del pubblico era formato da italiani, spagnoli e francesi.
The Point dov'essere un'ex rimessa per camion, o qualcosa del genere.
Molto ampia, risistemata, con un'acustica non male.

I due gruppi di supporto si dilungano per più di un'ora.
I primi, Woodstar, stile britpop, cantante belloccio senza voce. Voto 5.
Gli altri, Aqualung, hanno una formazione piuttosto anomala. Doppio pianoforte acustico più ritmica.
Non male, a volte ricordano i Coldplay, ma troppo lontani dai gusti del pubblico fin troppo paziente. Voto 7.

Finalmente arrivano i Cranberries.
Si comincia con Analyse, poi Zombie, Animal Instinct, Ode to my family, Linger.
Insomma tutti i classici, uno dietro l'altro.
Alla fine saranno 24 brani!

Dolores è veramente magrissima ma corre ovunque sul palco. Ha una forza straordinaria, canta potentemente per due ore.
Dal vivo sono molto più duri, una rock band direi.
Il batterista scatenato, il chitarrista incontenibile.
Felici di suonare in patria e stanchi per il lungo tour.

Uno dei momenti più belli quando la scenografia alzandosi scopre Dolores al piano che canta Dying in the Sun su uno sfondo di stelle.
Non è mancata You and me, una delle mie preferite, dedicata a Taylor, il secondogenito della cantante.
"You revealed a world to me and I would never be Dwelling in such happiness, your gift of purity"

Si finisce con Promises e Dreams.



Da dove cominciamo?

Eravamo rimasti a venerdì, giornata pienissima.
In mattinata ho consegnato la proposta aggiornata della tesi, con la bibliografia e l'indice.
Speravo di riposarmi un po' prima del concerto ed invece ho passato gran parte del pomeriggio a fare il buon samaritano con Saoirse. (Si pronuncia più o meno Sciorscia, ma molti la chiamano Sorca).

Saoirse è la persona più disorganizzata che abbia mai conosciuto.
Se la vedi passare sembra stia traslocando, con libri e zaino appallottolati nei vestiti.

Arriva con un'ora di ritardo dalla prof., impaziente perchè doveva andare a far lezione in centro. Non solo non aveva scritto la ricerca, ma aveva cambiato supervisor senza chiedere l'autorizzazione nè al Capo Dipartimento nè aver mai parlato con quella che le era stata assegnata precedentemente. Un buon motivo per vedere rifiutata la propria ricerca.
Così cerco di farle scrivere questa benedetta proposta di tesi tra una pausa e l'altra della sua movimentata esistenza (cerchiamo Tanja, l'ex supervisor, che però sta facendo lezione, andiamo al Finnegan Bar dove l'aspetta Maarten da un'ora, andiamo in mensa a cercare Sara, che è appena tornata dal funerale dalla nonna in Norvegia, no scappiamo di là perchè c'è Antonio, lo spagnolo, che deve assolutamente evitare.)

La batteria del mio laptop finisce e non si trova una spina in università, così si finisce a casa mia. Io mi metto a letto e lei scrive.
Copiamo un po' di bibliografia, intanto si accorge di aver perso alcuni libri della biblioteca.
La scadenza era alle 17, Saoirse alle 1645 era ancora in camera mia a scrivere.
Alle 1715 ho l'appuntamento con Antonella per il concerto, cara mia te ne vuoi andare, che devi pure stamparla 'sta ricerca?

Ad un certo punto mi chiede: ma tu vuoi fare il prete?
Hai ragione, solo un prete avrebbe il coraggio e la pazienza di starti accanto per più di 10 minuti.
Chi sa se è riuscita a consegnare in tempo...


Per i curiosi, questa è la mia tesi, almeno per ora.



The Idea of The Human Person
in
John Henry Newman's Dublin Writings: 1852 - 1859


Table of Contents


Introduction


CHAPTER ONE
Dublin Writings: History and Composition

1 The Catholic University of Ireland
2 University Discourses
3 Occasional Lectures and Essays
4 Other Papers and Sermons
5 The Embodiment of the Written Idea


CHAPTER TWO
The Idea of the Human Person: Constitutive Elements

1 Intellectual Dimension
2 Moral Dimension
3 Imagination
4 The Gentlemen and the Educated Man


CHPATER THREE
Source Ideas of the Human Person: Agreement and Disagreements

1 Aristotle and Cicero
2 Francis Bacon and Medieval times
3 John Locke and Lord Shaftesbury
5 Joseph Butler
6 David Hume and Modern Times


CHAPTER FOUR
Significance of Newman’s Ideas for Philosophy Today

1 Successes and Failures of Newman’s Idea of the Educated Man
2 Contemporary Philosophers in Dialogue with J. H. Newman

Conclusion
Bibliography
Index

domenica, dicembre 08, 2002

Appena ho un po' di tempo libero aggiornerò questo blog.
Ho tante cose da raccontare.

venerdì, dicembre 06, 2002

Sembra che il racconto di padre Brendan sia piaciuto, peccato abbia dovuto riassumere in 10 righe tre quarti d'ora.
Grazie comunque a d. Moreno per la pubblicità.

Domani (6/11) andrò al concerto dei Cranberries, 20.30 ora italiana.
Se qualcuno vuole sentirli in diretta può chiamarmi sul cell.
00353 087 7486997
(il costo è quello di una chiamata internazionale perchè, per chi non lo sapesse, sono in Irlanda)

Anche stasera vado a letto felice.
Deo gratias.


I'm not going out tonight 'cos I don't want to go
I am staying at home tonight 'cos I don't want to know
You revealed a world to me and I would never be
Dwelling in such happiness, your gift of purity

Aahh, you and me it will always be
You and me Forever be,
Eternally it will always be you and me

Taylor, Taylor, Taylor, Taylor

I don't pay attention to the ones who never cared
Find your own direction 'cos there's sweetness in the air
You will be the world to me and I will always be
Dwelling in this happiness, your gift of purity

Aahh, you and me will always be
You and me Forever be,
Eternally will always be
You and me

giovedì, dicembre 05, 2002

Chiara, non lo so se mi leggi, però un bacio te lo mando lo stesso.

mercoledì, dicembre 04, 2002

Questa è l'ultima settimana di lezioni del semestre e per festeggiare la chiusura del corso su Voegelin il prof. ci ha invitato a pranzo.
Proprio oggi compiva 60 anni e ci ha raccontato un po' della sua vita.
Proverò in poche righe a riassumere una storia veramente affasciante, poi raccontata da lui che è un appasionato di cinema sembrava veramente di assistere ad un film.

Dopo aver studiato in seminario a Dublino ed essere stato ordinato prete l'hanno mandato a Roma per perfezionarsi in teologia.
Successivamente si è dedicato alla psicologia, conseguendo il dottorato a Leuven, in Belgio.
Durante il periodo a Leuven decide di imparare il tedesco e, viste le misere condizioni economiche, non trova di meglio che rivolgersi all'ambasciata della Repubblica Democratica Tedesca. La Germania comunista gli offre un soggiorno di studio.

A Berlino frequenta le lezioni con i funzionari dei partiti comunisti dell'Est e proprio durante le lezioni si innamora di una ragazza slovacca, figlia di un alto funzionario.
Un amore in qualche modo corrisposto ma bisogno tener conto che stiamo parlando degli anni 60, di un pretino irlandese e di una giovane comunista in Cecoslovacchia.

Naturalmente devono lasciarsi.
Il giovane prete torna in Belgio disperato, scolvolto, scrive ai genitori di volersi uccidere ma la possibilità di rincontrarla lo fa desistere.
La relazione continua tramite lettere, in un tedesco stentato. Lettere che arrivano una volta a settimana, il sabato, quando arrivano.
E così il giovane prete continua a studiare psicologia coltivando il sogno di rivederla.

Passa un anno e finalmente la va a trovare.
La situazione è piuttosto complicata, dovrebbe lasciare il sacerdozio, cosa che non vuol fare, e poi trasferirsi in un paese comunista, senza conoscere la lingua, senza grandi prospettive di lavoro.
La ragazza, come in ogni storia d'amore, ha qualcosa che nessun'altra possiede, sembra molto più serena, felice, dei suoi conterranei.
La famiglia di lei, e non solo, è convinta che lui sia una spia, forse del Vaticano, in realtà l'unico segreto in questa storia è che lei, cresciuta secondo i rigidi dettami dell'ateismo comunista, ha da poco scoperto il cristianesimo.
Frequenta furtivamente dei gruppi di studenti che si riuniscono per leggere il Vangelo.
La serenità che aveva affascinato e sconvolto padre Brendan non è altro che il portato di quel messaggio che proprio lui avrebbe dovuto annunciare.
Paradossalmente il giovane prete aveva scoperto attraverso la ragazza quell'amore che anni di studi teologici e di psicologia non gli avevano fatto conoscere.
Si era innamorato di una fede sincera, coltivata di nascosto.
Di comune accordo decidono di lasciarsi per sempre, lei non gli concede neppure di accarezzarle la mano, bruciano le lettere.

Dopo un decina d'anni lei gli scrive nuovamente, è sposata con figli, una nuova vita, il marito non sa nulla di lui.
Anche padre Brendan è ormai felice della sua scelta religiosa.
Si rincontreranno, dopo molto tempo, senza mai essersi dimenticati, nè pentiti di quella comune decisione che li ha fatti maturare, ognuno sulla propria strada.

Il mio prof. riesce a vedere in tutto questo un disegno divino, io non mi sorprendo.
Ogni vita cristiana è una straordinaria (e spesso insolita) storia d'amore.

Bella giornata qui a Dublino e anche a Napoli, da quanto mi dice dot.
A proposito di Napule, ecco la seconda puntata della guida. (Non ci facciamo una bella figura)


Advice for the Ladies

If you're looking for your handsome Italian dream man, don't look here. Everyone in this city is funny looking... and short. We don't mean a little short, we're telling you that at 5'4'' you're going to be a freak-of-nature-giant they're so ridiculously short. And they don't waste time being romantic. They think that being a man entitles them one free trip into your pants. Guys will grab your ass, whistle and make a variety of sex noises all while you're trying to shop for shoes at three in the afternoon wearing your nun outfit.

Ways to Avoid Being Harassed by a Neapolitan Man:
1. Be a Neapolitan woman.
2. Have your mother with you.
3. Hold hands with some big dude.

And number three is 50-50. As you'll notice, men just hang out all over the city. The unemployment rate is so high that they genuinely have nothing better to do. If you walk past, there's a good chance they'll follow you for a few blocks, sometimes saying nothing and other times using the five English words they know trying to get sex. As a warning, sometimes men get the English word for sex mixed up and call it 'coffee.' Don't be fooled into thinking sitting for a cup of coffee might be fun. Coffee means sex.

You do not want to have sex with a man from Naples. If you are thinking of giving in to the waiter who drugged your wine at dinner and followed you back to your hotel room, remember that Naples was the birthplace of syphilis. The first case was reported in 1495 and there have been more than a handful of cases since. Don't do it.

Oggi Work in Progress Seminar sullo strutturalismo di Davison, poi Seminar on applying for Postgraduate Scholarship, ossia come farvi vincere 12700 euro l'anno più tasse d'iscrizione gratis.
La determinazione della direttrice dello Arts Postgraduate Studies Office mi sembrava mirasse a farci vincere le borse di studio dello Irish Research Council for the Humanities and Social Sciences non tanto per vedere realizzate le nostre aspirazioni accademiche quanto per scalzare il Trinity dal primo posto della classifica.
Poi preghiera in cappella con Youth 2000 e festino natalizio.
Torno a casa e altro party, questa volta si festeggiava il compleanno dello spagnolo, Jorge detto George.
Non finisce qui.
Si va allo Zanzibar per il Christmas Party della Internazional Student Society.
Li accompagno ma non entro, sono esausto e poi per venerdì devo completare la proposta di tesi, con tanto di capitoli e bibliografia.
Mi faccio allora una passeggiata solitataria in Temple Bar, stranamente poco trafficato.
Non l'avevo mai notato ma in Cecilia Street c'è una medaglia commemorativa sull'edificio, ora un ampio negozio di abbigliamenti alla moda, che è stata la prima sede della Facoltà di Medicina.
Viene ricordato anche Newman.
La mitica Medical School di Cecilia St., possibile che non l'avevo mai vista?
Prendo l'ultimo 10 ed eccomi a casa, prima del sonno ancora qualche ora per leggere e scrivere blog.

Tulipanogiallo un blog di una poesia unica.
Due ragazze americane si son fatte un giro in Europa e hanno scritto una piccola guida. Quanto scrivono di Napoli e dei maschi napoletani è piuttosto offensivo.

Cominciamo con una descrizione della città. (domani la seconda puntata)

Italy: Naples
If you've heard the phrase, "the armpit of Europe," you were probably listening to a story about Naples. The streets are caked with litter and the stench of burning trash permeates the air. People are assholes, you can't trust anyone and the driving is worse than any story we could tell. But strangely enough, Naples is one of our favorite cities in Europe.

We love it for the lunatics. People there are so whacked out that if you did nothing but wander the streets and watch them, you'd be entertained for days. It's also known for sites like Mount Vesuvius, Pompeii, Capri, the Amalfi Coast, etc. But once you arrive at the central train station, you'll realize none of the great sites of Naples are even in Naples. Everything is a city away and with the flaky public transportation, you'll probably never get there... so you may as well just wander and watch the weirdos.

martedì, dicembre 03, 2002

Un lunga e bella intervista di Bono, nella quale parla della sua lotta all'AIDS, di Dio, dell'undici settembre 2001 (era in Italia!).

Ecco un pezzo nel quale ricorda il papa.



KING: What did you talk to the pope about?

BONO: You know, the pope was great on the debt issue, you know, because we're still holding these countries to ransom a lot of times for the mistakes their grandparents made -- you know, borrowings that they couldn't live up to. But a lot of the lending was irresponsible as well.

Anyway, he wanted to get a part of that, and you know, it made a great photograph, you know, pop star and pope. And he's quite a pop star himself, actually.

KING: He is.

BONO: Yes, he...

KING: He's a pop star pope.

BONO: Yes, yes, he grabbed my glasses...

KING: But you're a man of doubting faith, who is a Catholic, with the seer of your church.

BONO: I'm half Catholic and half -- I mean, I'm not doubting. I don't doubt God. I have firm faith absolutely in God. It's religion I'm doubting. I was very glad to be in his presence. A lot of Irish people -- a lot of Irish women were very upset because of his position on contraception.

KING: Yes.

BONO: What are you doing hanging out with this man? We don't care. He set back the church. I actually -- but I didn't feel that. I felt he has very sincere beliefs. And even if they're not popular, at least they're sincere.

And he had a mischief, by the way, a little bit of a wicked glint in his eye. I just had to tell you. He took my glasses. I gave him my glasses, and he put them on and made this kind of devilish little grin. And there were photographs taken of that, actually, but we've -- oddly enough, they never got out.

Anche oggi sono stato al centro della San Vincenzo per i senza casa.
Le storie degli homeless sono sempre particolari ma me ne hanno raccontata una quasi incredibile.
C'è un ospite che non riesce a trovare casa perchè ha un grande cane.
Vorrebbe portarselo con sè ma a quanto pare non è gradito a chi affitta camere a poco prezzo e allora lui preferisce aspettare.
Stiamo cercando di convincerlo ad 'affidare' il fedele amico a qualche generosa famiglia.


Home… hard to know what it is if you've never had one
Home… I can't say where it is but I know I'm going home
That's where the hurt is

I know it aches
How your heart it breaks
And you can only take so much
Walk on, walk on

domenica, dicembre 01, 2002

Oggi prima domenica di Avvento.
I cristiani in questo periodo riflettono sulla venuta del Signore.
Mentre si preparano a celebrare la sua prima venuta, il suo Natale, riflettono sulla sua seconda venuta, alla fine della storia terrena, la nostra personale e quella di tutta l'umanità.

Ultimamente mi chiedevo: se questa vita è già così bella, come sarà quella che ci attende, nella gloria? (per chi la meriterà)
Ci saranno gli animali, i colori, la musica?
Il Vangelo non ci dice molto, sarà una grande sorpresa.



Riprendo da esmivida questa bella poesia che esprime bene i sentimenti di questi giorni.


Per arrivare a te sino a toccarti.



Dovrei disfare il tetto e poi le mura

discendere a trovare le fondamenta

e poi ricostruire – un’alta torre;



Dovrei ascoltare il tempo che trapassa,

non disperare se il presentimento

della Tua volontà si serba ignoto.



Per una sola cosa che io conosco:

Tu sei l’attesa – attendere, dovrei,

per arrivare a Te sino a toccarti.


(Luca Ghislelli)
Dicembre è iniziato, si avvicinano le feste.
Il 25 celebreremo la nascita di Babbo Natale e quale modo migliore se non comperare un bel po' di regali.
(Anche perchè se aumentano i consumi cresce anche l'economia e tutti sono più felici, ti ringraziano per la strada.)
C'è poi da addobbare la casa e organizzare una bella cena, per chi non può permettersi una vacanza all'estero o la settimana bianca.
Saremo tutti un po' più buoni, per qualche giorno, e poi la vita tornerà quella di prima, triste.

sabato, novembre 30, 2002

ODE TO MY FAMILY

Understand the things I say
don't turn away from me
Cause I spent half my life out there
You wouldn't disagree
D'you see me, d'you see
Do you like me, do you like me standing there
d'you notice, d'you know
do you see me, do you see me
does anyone care
Unhappiness, where's when I was young
And we didn't give a damn
'Cause we were raised
To see life as a fun and take it if we can
My mother, my mother she hold me
did she hold me, when I was out there
My father, my father, he liked me
Oh he liked me, does anyone care
Understand what I've become
It wasn't my design
And people everywhere think
something better than I am
But I miss you, I miss
'Cause I liked it, I liked it
When I was out there
d'you know this, d'you know
You did not find me, you did not find
does anyone care
Unhappiness was when I was young
and we didn't give a damn
'Cause we were raised
To see life as fun and take it if we can
My mother, my mother she hold me
did she hold me, when I was out there
My father, my father, he liked me
Oh he liked me, does anyone care
does anyone care

venerdì, novembre 29, 2002

Giornata pienissima ed indimenticabile.

Riferirò appena ho un minuto di tranquillità.

kisses from Liffley Town



They've got cars
Big as bars
They've got rivers of gold
But the wind goes
Right through you
It's no place for the old
When you first took my hand
On a cold Christmas Eve
You promised me
Broadway was waiting for me

giovedì, novembre 28, 2002

John Rawls, Theorist on Justice, Is Dead at 82

November 26, 2002
By DOUGLAS MARTIN






John Rawls, the American political theorist whose work gave
new meaning and resonance to the concepts of justice and
liberalism, died on Sunday at his home in Lexington, Mass.
He was 82.

The cause was heart failure, his wife, Margaret, said. She
said he had been incapacitated in varying degrees since
suffering a stroke in 1995.

The publication of his book "A Theory of Justice" in 1971
was perceived as a watershed moment in modern philosophy
and came at a time of furious national debate over the
Vietnam War and the fight for racial equality. Not only did
it veer from the main current of philosophical thought,
which was then logic and linguistic analysis, it also
stimulated a revival of attention to moral philosophy. Dr.
Rawls made a sophisticated argument for a new concept of
justice, based on simple fairness.

Before Dr. Rawls, the concept of utilitarianism, meaning
that a society ought to work for the greatest good of the
greatest number of people, held sway as the standard for
social justice. He wrote that this approach could ride
roughshod over the rights of minorities. Moreover, the
liberty of an individual is of only secondary importance
compared with the majority's interests.

His new theory began with two principles. The first was
that each individual has a right to the most extensive
basic liberty compatible with the same liberty for others.
The second was that social and economic inequalities are
just only to the extent that they serve to promote the
well-being of the least advantaged.

But how could people agree to structure a society in
accordance with these two principles? Dr. Rawls's response
was to revive the concept of the social contract developed
earlier by thinkers like Thomas Hobbes, John Locke and Jean
Jacques Rousseau.

For people to make the necessary decisions to arrive at the
social contract, Dr. Rawls introduced the concept of a
"veil of ignorance." This meant that each person must
select rules to live by without knowing whether he will be
prosperous or destitute in the society governed by the
rules he chooses. He called this the "original position."

An individual in the "original position" will choose the
society in which the worst possible position - which, for
all he knows, will be his - is better than the worst
possible position in any other system.

The result, Dr. Rawls argued, was that the least fortunate
would be best protected. The lowest rung of society would
be higher. Though inequalities would not be abolished by
favoring the neediest, they would be minimized, he argued.

In later works, Dr. Rawls expanded his arguments to
suggest how a pluralistic society can be just to all its
members. His idea was that the public could reason things
out, provided comprehensive religious or philosophical
doctrines are avoided. Dr. Rawls, like Kant, whom he
revered, believed that as liberal democracies capable of
such reasonableness spread, wars would be avoided.

Damon Linker in National Review in 2000 spoke for many
conservative critics when he called Mr. Rawls's formulation
hopelessly utopian. Mr. Rawls, he said, had "a childlike
innocence about the ways of the world."

The conservative philosopher Robert Nozick likewise
considered Dr. Rawls's argument egalitarian nonsense, but
its impact is suggested by the 5,000 books or articles that
took up the discussion. Many who bought Dr. Rawls's book -
which sold 200,000 copies, a huge number for an academic
work - were dazzled by his intellectual dexterity and moral
clarity. Ben Rogers wrote in 1999 in The New Statesman that
"Rawls has been recognized as the most important
English-speaking philosopher of his generation." Mr. Rogers
went on to say that Dr. Rawls "through a mixture of bold
thought experiment, conceptual rigor and historical
imagination, more or less invented analytic political
thought."

John Bordley Rawls was born the second of five sons in
Baltimore on Feb. 21, 1921. His father, William Lee Rawls,
did not attend law school but through a clerkship at a law
firm learned enough to become a lawyer and argue cases
before the Supreme Court. His mother's advocacy of voting
rights for women, among other issues, greatly influenced
his own political and moral development.

He loved family vacations to Maine and would go on long
sailing trips in a leaky boat. His love of the outdoors was
later expressed in mountain climbing.

He graduated from the Kent School in Connecticut and from
Princeton University, and planned to become a minister. But
after serving as a combat infantryman in the South Pacific
in World War II, he gave up his aspiration without
explaining why, his wife said.

He returned to Princeton and earned a doctorate in
philosophy, a decision he always explained by joking that
he was not good enough in music or math. His interest in
developing a theory of justice began in graduate school.

He taught at Oxford, Cornell and the Massachusetts
Institute of Technology before settling at Harvard, where
his final position was James Bryant Conant university
professor emeritus. His books included "Political
Liberalism" (Columbia, 1993); Collected Papers (Harvard,
1999); "The Law of Peoples; with, The Idea of Public Reason
Revisited" (Harvard, 1999) and "Justice as Fairness, a
Restatement" (Harvard, 2001).

A modest, tweedy man, he turned down hundreds of honorary
degrees, and accepted them only from universities with
which he was associated (Oxford, Princeton, Harvard). In
1999, he won a National Humanities Medal, with the citation
noting his success in helping women enter the ranks of a
male-dominated field.

In addition to his wife, Dr. Rawls is survived by his
brother William Stow Rawls of Philadelphia; his daughters,
Ann Warfield Rawls of Beverly Hills, Mich., and Elizabeth
Fox Rawls of Cambridge, Mass.; his sons, Robert Lee, of
Woodinville, Wash., and Alexander Emory, of Palo Alto,
Calif.; and four grandchildren.

Dr. Rawls's concern for justice and individual happiness is
seen in a story from Harvard. When a candidate was
defending his dissertation, Dr. Rawls noticed the sun
shining in his eyes. He positioned himself between the
candidate and the sunlight for the rest of the session.

mercoledì, novembre 27, 2002

Ecco la mia traduzione del documento dei vescovi USA sull'Iraq.
Se ci sono errori segnalatemeli.


Statement on Iraq
United States Conference of Catholic Bishops
Washington, D.C.
November 13, 2002

Nel momento in cui noi, Vescovi Cattolici, ci incontriamo a Washington, la
nostra nazione, l'Iraq ed il mondo affrontano gravi scelte riguardanti la
guerra, la pace ed il perseguimento della giustizia e della sicurezza.
Queste non sono solo scelte militari e politiche ma anche morali perché
coinvolgono questioni di vita o di morte. L'insegnamento cristiano
tradizionale offre principi etici e criteri morali che dovrebbero guidare
queste scelte critiche.

Due mesi fa, il vescovo Wilton Gregory, Presidente della United States
Conference of Catholic Bishops, scrisse al Presidente George Bush per
esprimere una favorevole accoglienza degli sforzi fatti per concentrare l'
attenzione del mondo sul rifiuto dell'Iraq di conformarsi a numerose
risoluzioni delle Nazioni Unite negli scorsi undici anni, e sul suo sviluppo
di armi di distruzione di massa. Questa lettera, autorizzata dal Comitato
Amministrativo dei Vescovi USA, sollevò serie domande sulla legittimità
morale di qualsiasi uso preventivo e unilaterale della forza militare per
rovesciare il governo dell'Iraq. Come organismo facciamo nostre le domande e
le preoccupazioni sollevate nella lettera del Vescovo Gregory, tenendo conto
gli sviluppi avvenuti, specialmente l'unanime azione del Consiglio di
sicurezza dell'ONU dell' 8 Novembre.

Non ci facciamo illusioni sul comportamento o le intenzioni del governo dell
'Iraq. Il governo dell'Iraq deve cessare la repressione interna, porre fine
alle minacce ai propri vicini, fermare ogni aiuto al terrorismo, abbandonare
i suoi sforzi di sviluppare armi di distruzione di massa e distruggere tutte
quelle esistenti. Noi salutiamo con favore il fatto che gli Stati Uniti
abbiano agito per ottenere una nuova azione dal Consiglio di sicurezza dell'
ONU per assicurare che l'Iraq adempia al proprio obbligo di disarmare. Ci
uniamo agli altri nell'appellarci all'Iraq perché adempia pienamente a quest
'ultima risoluzione del Consilio di sicurezza. Preghiamo con fervore perché
tutti coloro che sono coinvolti agiscano per assicurare che questa azione
dell'ONU non sia semplicemente un preludio alla guerra ma un modo per
evitarla.

Mentre non possiamo prevedere cosa accadrà nelle prossime settimane,
vogliamo ribadire questioni di scopi e di mezzi che potrebbero ancora essere
considerate. Non offriamo conclusioni definitive ma piuttosto le nostre
serie preoccupazioni e domande nella speranza di aiutare tutti noi a
raggiungere fondati giudizi morali. Persone di buona volontà potrebbero
avere opinioni divergenti su come applicare le norme sulla guerra giusta in
casi particolari, specialmente quando gli eventi evolvono rapidamente e i
fatti non sono del tutto chiari. Basandoci sui fatti a noi noti continuiamo
a trovare difficile giustificare il ricorso alla guerra contro l'Iraq,
mancando una evidenza chiara ed adeguata di un attacco imminente di natura
grave. Con la Santa Sede e i vescovi del Medio Oriente e del mondo, temiamo
che il ricorso alla guerra, nelle circostanze presenti e alla luce delle
attuali informazioni pubbliche, non sarebbe conforme alle strette condizioni
dell'insegnamento cattolico necessarie per ribaltare la decisa posizione
contro l'uso della forza militare.*

Giusta Causa. Il Catechismo della Chiesa Cattolica limita la giusta causa ai
casi nei quali "il danno inflitto dall'aggressore alla nazione o alla
comunità di nazione è durevole, grave e certo." (#2309) Siamo profondamente
preoccupati delle recenti proposte di espandere decisamente i limiti
tradizionali in tema di giusta causa per includere l'uso preventivo della
forza militare per rovesciare regimi politici minacciosi o per trattare armi
di distruzioni di massa. Coerenti con le prescrizioni contenute nel diritto
internazionale, va fatta una distinzione tra gli sforzi per cambiare un
comportamento inaccettabile di un governo e gli sforzi per mettere fine all'
esistenza di quel governo.

Autorità legittima. A nostro parere, decisioni concernenti una possibile
guerra in Iraq richiedono conformità agli imperativi costituzionali degli
Stati Uniti, ampio consenso nella nazione e una qualche forma di sanzione
internazionale. Questo è il motivo per cui l'azione del Congresso e del
Consiglio di Sicurezza dell'ONU sono importanti. Come ha indicato la Santa
Sede, se il ricorso alla forza fosse necessario, questo dovrebbe avere luogo
sotto l'egida delle Nazioni Unite dopo aver considerato le conseguenze per i
civili iracheni e la stabilità regionale e globale. (Arcivescovo Jean-Louis
Tauran, Secretario Vaticano per le Relazioni con gli Stati, 10/9/02).

Probabilità di successo e proporzionalità. L'uso della forza deve avere una
"seria prospettiva di successo" e "non deve produrre mali e disordini più
gravi del male da eliminare " (Catechismo, #2309). Riconosciamo che il non
intraprendere azioni militari potrebbe avere le sue conseguenze negative.
Siamo convinti, comunque, che la guerra contro l'Iraq potrebbe avere
imprevedibili conseguenze non solo per l' Iraq ma per la pace e la stabilità
altrove in Medio Oriente. L'uso della forza potrebbe provocare lo stesso
genere di attacchi che si vorrebbero evitare, potrebbe imporre nuove minacce
su una popolazione civile già da tempo sofferente e potrebbe condurre ad un
più ampio conflitto e instabilità nella regione. La guerra contro l'Iraq
potrebbe anche distogliere dalla responsabilità di aiutare a costruire un
ordine giusto e stabile in Afghanistan e potrebbe minacciare gli sforzi più
ampi di fermare il terrorismo.

Norme che governano la condotta della guerra. La giustizia di una causa non
diminuisce la responsabilità morale di agire secondo le norme della immunità
dei civili e della proporzionalità. Mentre riconosciamo migliorate capacità
e seri sforzi per evitare di puntare direttamente ai civili in guerra, l'uso
della forza militare in Iraq potrebbe comportare costi incalcolabili per una
popolazione civile che ha sofferto così tanto da guerra, repressione e da un
embargo debilitante. Nel considerare se il "danno collaterale" è
proporzionato, le vite di uomini, donne e bambini iracheni dovrebbero essere
valutate come quelle dei membri della nostra stessa famiglia e dei cittadini
del nostro stesso paese.

La nostra considerazione di queste questioni ci porta a spingere perché la
nostra nazione ed il mondo continuino a perseguire attivamente le
alternative alla guerra nel Medio Oriente. E' vitale che la nostra nazione
persista nella frustrante e difficile sfida di mantenere un ampio sostegno
internazionale a strade costruttive, effettive e legittime per contenere e
scoraggiare azioni aggressive e minacce irachene. Sosteniamo un effettivo
rinforzo dell'imbarco militare ed il mantenimento delle sanzioni politiche.
Rinnoviamo il nostro appello per azioni economiche concentrate con più
attenzione che non minaccino le vite di innocenti civili iracheni. La
considerazione delle armi di distruzione di massa irachene deve andare di
pari passo con più ampie e più forti misure di non proliferazione. Tali
sforzi, fondati sul principio del controllo reciproco, dovrebbero includere,
tra le altre cose, un maggiore sostegno ai programmi di protezione e di
eliminazione delle armi di distruzione di massa in tutte le nazioni, un
controllo più stretto sull'esportazione di missili e tecnologia bellica, un
migliore rafforzamento delle convenzioni sulle armi biologiche e chimiche e
l'adempimento degli impegni degli Stati Uniti di portare avanti con fiducia
i negoziati sul disarmo nucleare secondo il Trattato di Non-Proliferazione
Nucleare.

Non esistono risposte facili. Alla fine i nostri leader eletti sono
responsabili delle decisioni riguardo la sicurezza nazionale, ma speriamo
che le nostre preoccupazioni e questioni morali saranno considerate
seriamente dai nostri leader e da tutti i cittadini. Invitiamo gli altri, in
particolare i laici cattolici-che hanno la principale responsabilità di
trasformare l'ordine sociale alla luce del Vangelo - a continuare a
discernere come vivere al meglio la loro vocazione ad essere "testimoni e
fautori di pace e giustizia" (Catechismo, #2442). Come disse Gesù, "Beati i
costruttori di pace" (Mt. 5).

Preghiamo per tutti quelli che verosimilmente saranno coinvolti in questo
possibile conflitto, specialmente il sofferente popolo dell'Iraq e gli
uomini e le donne in servizio nelle forze armate. Sosteniamo quanti
rischiano le loro vite al servizio della nostra nazione. Sosteniamo anche
quanti cercano di esercitare il loro diritto all'obiezione di coscienza e l'
obiezione di coscienza selettiva, come abbiamo già affermato in passato.

Preghiamo per il Presidente Bush e gli altri leader mondiali perché possano
trovare la volontà ed i modi per fare un passo indietro dal precipizio di
una guerra con l'Iraq e lavorare per una pace che sia giusta e durevole. Ci
appelliamo a loro perché lavorino con gli altri per costruire una effettiva
risposta globale alle minacce dell'Iraq, che riconosca la legittima
autodifesa e sia conforme ai tradizionali limiti morali riguardo l'uso della
forza militare.

____________________

*"L'insegnamento riguardo la guerra giusta si è evoluto.sino a diventare uno
sforzo di prevenire la guerra; solo se la guerra non può essere
razionalmente evitata allora l'insegnamento cerca di restringere e ridurre i
suoi orrori. Fa questo stabilendo una serie di rigorose condizioni da
adempiere se la decisione di combattere è la più accettabile. Una tale
decisione, specialmente oggi, richiede straordinariamente forti ragioni per
ribaltare la posizione a favore della pace e contro la guerra. Questa è una
significante ragione perché il valido insegnamento della guerra giusta rende
possibile un dissenso di coscienza." The Challenge of pace: God's Promise
and Our Response (1983), #83.

Oggi ho messo per la prima volta la cravatta da quando son qui.
Dovrei farlo più spesso, mi dona (modestamente) ;)
Sono stato alla Royal Irish Academy per la conferenza su Wittgenstein.
La sala mi ricordava un po' la biblioteca della Camera.
L'intervento che ho più apprezzato è stato quello di Vasilis Politis, del Trinity.
L'ambasciata austriaca poi ha allestito una mostra fotografica dove emerge, al di là del Wittgenstein filosofo, l'artista, l'architetto, l'ingegnere.
Non sapevo avesse progettato anche un apparecchio per misurare la pressione.

Ho comprato i biglietti per il concerto dei Canberries.
Ci andrò con Antonella, una ragazza che ho conosciuto sabato ad una festa.
Non è un po' strano? Non so, ma un concerto, specialmente se ami chi suona, è una grande emozione e condividerla con uno sconosciuto, o quasi, mi sembra una forzatura.
E' per lo stesso motivo che non mi piace andare al cinema in compagnia, perchè un'opera d'arte non è un oggetto ma un'esperienza, un vissuto, un'azione e la compagnia mi distrae.
E' sbagliato chiedersi COSA è un'opera d'arte, piuttosto QUANDO un'opera è arte?
Quando le condizioni, il contesto, non sono favorevoli, non c'è oggetto che possa suscitare in te emozioni.
La preoccupazione in realtà non riguarda tanto me quanto lei, che a quanto pare è una grande fan.
Spero di non rovinarle il concerto.

Domani arrivano i miei.

lunedì, novembre 25, 2002

Oggi, e tutta la settimana, sono molto impegnato.
Oggi ho l'incontro settimanale con la supervisor, un'ora di language exchange con Caterine e poi il pomeriggio allo homeless shelter della San Vincenzo.
Domani c'è una conferenza su Wittgenstein organizzata dall'ambasciata austriaca e dalla Royal Irish Academy. Mercoledì vendono i miei e li devo portare un po' in giro.
Inoltre mercoledì e giovedì in dipartimento ci sono due seminari (obbligatori) con importanti professori americani.
Meglio così, almeno non mi annoio.
La messa domenicale nel campus è sempre molto partecipata, almeno 400 persone, non solo studenti ma anche famiglie che vivono nelle vicinanze.
Quello che più rallegra è la presenza dei bambini.
In Irlanda l'indice di crescita demografica per fortuna è ancora alto ed è bellissimo vedere queste mamme o padri trentacinquenni con 4 o 5 marmocchi biondi e rossicci.


Il Vangelo di ieri poi è di una potenza straordinaria.

"Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi.

Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti? Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me."

E anche stasera vado a letto felice (e un po' sconvolto, ma non posso parlare)

Deo gratias
Un bel po' di materiale sui Cramberries si trova su Chocolatebrown.

Forse li vedrò live al The Point il prossimo 6 dicembre.

Oh oh oh oh oh
All the promises we broke
Promises we broke
All the meaningless and empty words I spoke
Spoke spooooke

domenica, novembre 24, 2002

That I'm walking through the clouds
When you're looking at me
I'm feeling like a child
Vulnerability
I am shaking like a leaf if you move beside me
And you're are that I see
But it's no good for me
On November 24, 1632, Benedict Spinoza was born in Amsterdam to a prosperous Jewish family which had fled to Holland to escape
the Spanish Inquisition. Spinoza was an extremely bright and fiercely independent thinker, questioning accepted doctrines and
challenging authority figures most of his life (his beliefs so alienated the local Jewish leadership that, at age 24, he was expelled from
the Amsterdam synagogue). Spinoza supported himself by tutoring schoolchildren and learning the trade of lensmaking, but his lifetime
passion was philosophy. Heavily influenced by the "new philosophy" of Rene Descartes, Spinoza became one of the principal exponents
of seventeenth-century Rationalism. His most famous work was the posthumously published "Ethics," in which he tried to deduce ethical
guidelines with mathematical certainty from axioms and theorems.
A few passages from "Ethics" are of special interest to students of oxymoronica:

"Those who are believed to be most abject and humble
are usually most ambitious and envious."

"Those are most desirous of honor and glory
who cry out the loudest of its abuse
and the vanity of the world."

sabato, novembre 23, 2002

Ero in un negozio di libri usati, grande ma piuttosto scadente, in Great George Street quando mi chiama Lucie: Sorry, I've just listened to your message.
Quale messaggio? chiedo io mentre temo di aver indirizzato alla persona sbagliata l'SMS per Natasha di stamattina.
'Meeting at 12 at Trinity Gate.'
'Me? Are you sure? It was not mine. Ok, don't mind, where are you now?'
E così ci siamo incontrati a Grafton St.

Let's look for a place to eat.
Lucie ha gusti un po' difficili. No wine bar, no creppes, no expensive pubs, no take away, no german cousine.
E così dopo averne scartati una diecina ci troviamo in un mercato coperto.
Un giro tra le bancarelle ed ecco un altro negozio di libri usati.
Un buco, strettissimo, ma così ricco da far dimenticare la fame. Specializzato in storia e letteratura irlandese.

Lucie trova per 5 Euro un libro di inizio Novecento che cercava(Literature in Ireland di Thomas MacDonagh), io chiedo: Do you have anything by or about J. H. Newman?
Let's see. E me ne presenta 4 o 5.
Ne prendo 3: Struggle with fortune di Michael Tierney (1954), Thrown among Strangers di Mc Redmond ed un altro sul pensiero politico di J.H.N.
E poi mi dà un piccolo opuscolo, con una copertina un po' rovinata dall'acqua, una ventina di pagine, datato 1873.
Orate pro anima Jacobi Roberti Hope Scott.
E' il discorso funebre pronunciato da Newman in occasione della morte del caro amico Hope Scott

'It's signed by author'.
Infatti: with the affected regards of the Author July 20 1873.
E' la prima volta che mi trovo tra le mani un'opera autografa del mio cardinale preferito.
How much is it?
80 euro.
Too much, ma ho imparato a contrattare.
Ok, sorry, I take only these three ones.
Comincio a pagare. Would give it to me for 50? Aspetto la sua controfferta mentre comincio a fagli sentire l'odore dei soldi.
Ci pensa un po' e mi dice di sì.
E così per soli 100 euro, si fa per dire, stringo i miei amati vecchi libri.

Anche Lucie trova altre chicche, deve rinunciare a qualcuna, almeno per ora.
Si accontenta di Lays of the Red Branch di Samuel Ferguson (1897), 20 euro.
Pochissimo se penso che una limited edition autografata di Seamus Heaney lo vendono a 650 euro!


You say we've got nothing in common
No common ground to start from
And we're falling apart
You say the world has come between us
Our lives have come between us
But I know you just don't care

And I said "What about Breakfast at Tiffany's?"
She said "I think I remember the film
And as I recall, I think we both kinda liked it"
And I said "Well, that's the one thing we've got"

I see you, the only one who knew me
But now your eyes see through me
I guess I was wrong
So what now? It's plain to see we're over
I hate when things are over
When so much is left undone
Non voglio esagerare ma questo è il più bel blog che abbia mai visto.
A close mind is a wonderful thing to loose.

venerdì, novembre 22, 2002

Dopo un difficile parto è nato .:Me, Myself and I:.
Un altro blog da aggiungere ai preferiti.

Sarò di parte ma il blog di doter è sempre più originale ed intelligente.
Leggete al sua rassegna della toponomastica napoletana e provate a smentirmi.

smack

your dubliner bro
Pensieri, dopo qualche giorno, su quanto avvenuto a Cosenza.

Anche a me l'iniziativa della magistratura è parsa eccessiva, specialmente per quanto riguarda le misure carcerarie ma la mia rimane l'impressione di un profano.
Non ho letto le carte e in ogni caso non avrei la competenza necessaria per esprimere giudizi fondati.
Ho imparato che è bene tacere quando non si conoscono i fatti, le circostanze, i codici e le procedure.

Ho sempre guardato con favore il cosidetto movimento 'no global' e per questo non temo di esprimere anche le mie perplessità.
Si è detto che c'è stato un tentativo di criminalizzare l'intero movimento.
Io credo il contrario. Non posso esprimermi sulle intenzioni ma chi ha deciso di aspettare la conclusione del Social Forum per effettuare gli arresti l'ha fatto con grande giudizio, non oso immaginare quel che sarebbe potuto succedere nel caso contrario. Perchè basta poco, veramente poco, una scintilla, per provocare un incendio.
Anche se ampiamente maggioritaria, dubito che la componente pacifica del movimento sia in grado di controllare i violenti, che pure ci sono.

Proprio perchè credo sinceramente nella nonviolenza ben vengano le indagini, i processi e anche le giuste condanne (che sono ben altra cosa dagli abusi delle forze dell'ordine che ci sono stati a Napoli e a Genova) per chi ha commesso reati.
Non devono esistere impunibili, solo perchè presunti capi.
Lasciamo che la magistratura lavori serenamente
Lo so che è una frase senza senso nell'Italia di oggi, ripetuta senza convinzione e continuamente da chiunque, eppure mai come ora la magistratura ha bisogno di rispetto e fiducia.
La legalità non è un valore di destra o di sinistra, è una condizione essenziale per la democrazia.
(Questo l'ho imparato proprio nella FUCI, nella prima metà degli anni '90)

Caruso non avrà la capacità di sovvertire lo Stato ma, visto che l'ho conosciuto anch'io, non è neppure san Francesco.
C'è poco da minimizzare.
Proprio perchè mi sento idealmente all'interno di questo grande movimento non ho paura di prendere le distanze da alcune sue frange.
Specialmente ora che è più che forte che mai.
Quando ho visto il film Bloody Sunday, qualche mese fa, ho pensato inevitabilmente a Napoli e Genova e riflettevo: il grande errore degli unionisti nord-irlandesi è stato quello non aver fatto prevalere la componente nonviolenta, lasciando spazio all'IRA, e così una giusta causa è stata rovinata da metodi assolutamente inaccettabili.
Mi domandavo cosa sarebbe successo in Italia e devo dire che è andata, finora, meglio di quanto credevo.
Stiamo parlando certamente di contesti e rivendicazioni molto diverse ma certe dinamiche si ripresentano.
Non bisogna mai abbassare la guardia; l'Italia ha conosciuto il terrorismo ideologico, di persone convinte di agire in nome di grandi ideali, e anche uomini cari alla FUCI ne ha pagato il prezzo.

giovedì, novembre 21, 2002

Small female skull

With some surprise, I balance my small female skull in my hands.
What is it like? an ocarina? Blow in its eye.
I cannot cry, hold my breath only as long as I exhale,
mildly alarmed now, into the hole where the nose was,
press my ear to its grin. A vanishing sigh.
For some time, I sit on the lavatory seat with my head
in my hands, appalled. It feels much lighter than I'd thought,
the weight of a deck of cards, a slim volume of verse,
but with something else, as though it could levitate. Disturbing.
So why do I kiss it on the brow, my warm lips to its papery bone,

and take it to the mirror to ask for a gottle of geer?
rinse it under the tap, watch dust run away, like sand
from a swimming-cap, then dry it - firstborn - gently
with a towel. I see the scar where I fell for sheer love
down treacherous stairs, and read that shattering day like braille.

Love, I murmur to my skull, then, louder, other grand words,
shouting the hollow nouns in a white tiled room.
Downstairs they will think I have lost my mind. No, I only weep
into these two holes here, or I'm grinning back at the joke,this is
a friend of mine. See, I hold her face in trembling passionate hands.


Carol Ann Duffy
Cossiga ha scritto a Berlusconi:

Un’ultima cosa: troppa incertezza e contraddittorietà vi è nella politica estera e militare del governo relativamente a un eventuale intervento militare contro l’Irak. Sembra che vogliamo andare d’accordo con tutti: con Bush, con Chirac, con Blair e con Schroeder, con arabi e israeliani, e forse anche con Saddam! Una cosa devi tenere per ferma: senza un chiaro ed esplicito mandato o autorizzazione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, con una nuova e diversa "risoluzione", e non con la "stiracchiatura" della risoluzione 1441, ogni nostra partecipazione, anche soltanto con la concessione dell’uso di basi o di sorvolo del territorio, sarebbe incostituzionale e giustificherebbe il ricorso alla "resistenza pacifica" e alla "disobbedienza".

Se lo dice lui....
Mi hanno chiesto di scrivere un libro, o meglio una raccolta di interviste, sugli 'amici' di Newman in Irlanda. Amici nel senso di appassionati, studiosi, persone legate ai luoghi di Newman e simili. Domani farò la prima intervista, a Niall Tierney, presidente della Newman Association of Ireland e figlio di Michael Tierney. Di Niall non so molto, per ora. Mentre ho letto una biografia del padre che fu un illustre studioso di greco. (1894-1975) Yeats lo definì il più grande classicista irlandese vivente. Professore universitario a 28 anni, divenne presidente di UCD (l'università dove studio), vicepresidente del Senato e del partito Fianna Fail. Fu anch'egli uno studioso di Newman di cui curò diverse raccolte di discorsi e di saggi celebrativi in occasione degli anniversari della fondazione della Catholic University of Ireland, la madre di UCD. Ispirandosi alla dottrina sociale cattolica cercò un'alternativa sia la capitalismo che al comunismo. Avverso al nazismo, si battè per la neutralità dell'Irlanda nella Seconda Guerra Mondiale. Queste sue parole suonano così attuali. We must be implicated, as far as in us lies, in no more wars to end wars or wars for democracy or for any other highsounding ideals on which war propaganda is so fruitful. Our course, above all in wartime, must be of 'sacred egoism'.
I never dared be radical when young
For fear it would make me conservative when old

Rober Frost
Due anni fa moriva Benetto Calati, un monaco che mi ha profondamente impressionato.
Quando l'ho conosciuto parlava poco e camminava a stento, a causa dell'ictus che l'aveva colpito.
Aveva degli occhi vispissimi, veramente profondi.
L'aspetto era quello di un uomo che travalica i secoli eppure era profondamente immerso nella vita del suo tempo.
Era l'immagine della bontà ma sapeva essere deciso e franco.

Mi ha insegnato una grande cosa, che l'amore di Dio è un bacio.

David Maria Turoldo gli dedicò una poesia per i suoi 70 anni.

«Benedetto, monaco dal volto d’argento,
fratello mio, tempi malvagi ci sono toccati in sorte...
È notte, fratello! ...
gli uomini della pace sono subito uccisi: tutta la terra è un arsenale di morte...
Almeno tu, l’Anziano dei secoli, quale tuo pastorale più vero,
brandisci il cero della pasqua e innalzalo sul tuo monastero a rompere la notte:
che anche da lontano guidi i molti amici che risalgono le antiche vie dei monaci nel cuore della foresta che pur tramanda ancora la eco di salmodie mai interrotte.
E lassù, insieme, da cella a cella componiamo nuovi cantici: perché la Terra torni a sperare».

Così lo ha ricordava Enrico Peyretti sul mensile torinese "il foglio", nel
n. 276 del dicembre 2000.


Il 21 novembre, alla notizia della sua morte, che da qualche giorno sapevamo di dover attendere, apro la raccolta dei suoi principali scritti, Sapienza
monastica (Studia Anselmiana, Roma 1994), e da una delle prime pagine mi viene incontro la sua immagine della maturita': un volto felice, che regala
serenita', e ti guarda negli occhi, con intelligente bonta'.
Era veramente cosi'. Glielo dissi quando festeggiammo i suoi ottant'anni, a Camaldoli, nell'ottobre del '94: sei un uomo felice, e scaldi il cuore.
Aveva pur avuto da soffrire, e soffriva di molte cose della chiesa, ma era felice. Accoglieva gli amici con vera festa ed abbracci.
Chi conosce il lavoro di padre Calati vi riconosce uno dei migliori e piu' profondi contributi al rinnovamento evangelico conciliare, attinto alla piu'
solida tradizione originaria, e alla spiritualita' piu' pura, al di la' della secolare decadenza del Vangelo caratterizzata dalla potenza
ecclesiastica. L'arcivescovo Pellegrino andava da lui e da lui accoglieva ispirazioni esemplari, nel comune riferimento all'eta' dei Padri.
Nell'ultima decina d'anni, un gruppo di amici suoi di varia provenienza e attivita', si ritrovava con lui, a Camaldoli, una o due volte l'anno. Era
una di quella gioie rare e profonde, che la vita amministra con parsimonia.
Le ultime volte, ripresosi da una prima malattia, ci diceva solo poche parole, seguendo la nostra conversazione, o entrandovi d'impeto. Poche
parole sempre essenziali, succo di vangelo. Ricordo ora per prime alcune sue parole di congedo: "Ottimismo, ottimismo, ricordatevi l'ottimismo". Diceva
ottimismo, per dire intelligenza evangelica, come la sua.
Altri diranno dei suoi contributi di studio sulla storia e la spiritualita' monastica, specialmente sul "suo" Gregorio Magno e su cio' che quel grande
dice anche oggi alla chiesa e all'umanita'. Io ricordo dom Benedetto, fino dalle settimane teologiche della Fuci a Camaldoli, attorno al '60, e a Roma,
a san Gregorio, negli anni del Concilio: parlare con lui, ascoltarlo, era bere acqua di monte, fresca e sana. Vivace come un fringuello, anche da
vecchio, franco ed aperto nell'esprimersi, era l'opposto del monaco chiuso sotto cappucci e dentro mura, ma ti portava frutti maturati in silenziosi
chiostri interiori. Erano frutti di liberta' evangelica.
Raffaele Luise ha appena raccolto per la Cittadella una sua lunga intervista, suo testamento spirituale, La visione di un monaco, su cui
bisognera' ritornare.
I suoi fratelli monaci ci hanno detto che, alla fine, diceva ogni tanto: "Andiamo in pace". Cosi' e' andato. Un'alta e profonda pace, che egli ora
trasmette a chi gli ha voluto bene.
Un primo, immenso, e per noi catastrofico, risultato politico questa oscura vicenda degli arresti di venti militanti di gruppi cosiddetti "no global" lo
ha gia' regalato ai padroni della globalizzazione neoliberista.
Per la stupidita' di tanti sedicenti ed autoproclamatisi (o proclamati dai mass-media piu' narcotici, autoritari ed osceni: che e' anche peggio)
"portavoce" del movimento per la pace che si oppone ai crimini della globalizzazione neoliberista, la maggioranza del popolo italiano e' resa
convinta che chi si batte contro la guerra e l'ingiustizia sia rappresentato da personaggi impresentabili e moralmente peggio che discutibili come i
leader dei cosiddetti Disobbedienti.
Congratulazioni.
*
Tutti coloro che all'accusa delirante di essere sovversivi hanno insensatamente risposto di si' ci hanno messo tutti in un cul di sacco.
Complimenti vivissimi.
Tutti coloro che militarescamente e cameratescamente "insorgendo come un sol uomo" hanno detto che le posizioni degli arrestati (e ingiustamente
arrestati, a mio avviso, dopo che ho letto una per una tutte le pagine dell'ordinanza - che comunque contengono molte cose assai diverse da quel
che i giornali e le tivu ne hanno cavato per il loro frettoloso pubblico consumista) sono "le nostre posizioni", ebbene, costoro hanno appiattito
tutto il "movimento dei movimenti" su posizioni moralmente inammissibili, logicamente deliranti ed effettualmente violentiste.
Grazie di cuore.
*
Ed invece questo occorre dir chiaro, e almeno noi lo abbiamo detto chiaro e non ci stancheremo di ripeterlo:
1. chi vuole lottare contro la guerra e contro l'ingiustizia globale deve essere costruttore di pace, operatore di giustizia, deve fare la scelta
della nonviolenza, che e' anche nonmenzogna.
La scelta della nonviolenza e' la discriminante fondamentale, chi non la fa non e' affatto un nostro compagno di lotta contro la violenza, il sessismo,
il razzismo, lo sfruttamento, l'inquinamento, la guerra.
Chi non fa la scelta della nonviolenza e' un nostro avversario.
2. Il "movimento dei movimenti" e' cosa complessa, germinale, ambigua, ingenua, giustamente senza capi e senza burocrati; ma e' anche cosa gia'
purtroppo largamente infiltrata da gruppi e logiche peggio che discutibili; ma nulla e' gia' deciso, questo movimento e' giovanissimo e puo' prendere
ancora vie assai diverse.
Battiamoci perche' tenga fermo il criterio del ripudio assoluto della violenza e della menzogna.
Chi ci propone unanimismi idioti con chi propugna o giustifica la violenza e' un nostro nemico. E dei peggiori.
3. Difendiamo i diritti umani degli arrestati, e chiediamone la scarcerazione se essi sono detenuti soltanto per i fin qui resi noti
fatti-reato (non dico le qualificazioni di essi in articoli penali, che sono per piu' versi insensate e persino ridicole in questo caso), poiche' essi
fatti-reato (che sono comunque gravi se al termine del procedimento dovesse risultare confermata l'ipotesi accusatoria di un agire con metodi violenti;
ma questo e' appunto cio' che il processo deve dimostrare o smentire, e ognuno deve essere considerato innocente finche' non se ne provi l'eventuale
colpevolezza) non sono tali a me sembra da giustificare una carcerazione preventiva.
4. Difendiamo la magistratura da chi vuole delegittimarla a vantaggio della destra eversiva al potere.
E chiediamo che l'azione giudiziaria, in questo come in tutti gli altri casi, proceda serenamente, rapidamente, e senza alcun condizionamento,
finalizzata solo all'accertamento della verita' e all'affermazione del diritto.
5. Cerchiamo di uscire al piu' presto dalla trappola in cui troppi sono caduti: di accettare il linguaggio e le accuse piu' turpi e irragionevoli, e
di replicare a chi ti insulta dicendo che si', siamo proprio cio' che lui dice. Dare ragione ai calunniatori - sia pure per incredulita' e in guisa di
scherno - e' sciocchezza grande ed effettuale complicita' con essi.
6. Come ebbero a dire Platone, Sant'Agostino, Marx, Luce Irigaray e Vandana Shiva (perche' sicuramente almeno una volta nella vita lo avranno detto
anche loro): piantiamola di fare gli scemi.
7. Per aver sottovalutato il fatto che la violenza corrompe tutto ed e' sempre nostra nemica, negli anni '70 un movimento giovane, ingenuo e
generoso, fu (certo, soprattutto anche perche' indottovi dalle trame eversive dei potenti; ma del proprio agire ognuno e' responsabile) travolto
nella follia e nel sangue. Impediamo che possa accadere di nuovo.
Solo la nonviolenza puo' salvare la nostra lotta.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

Peppe Sini