venerdì, settembre 29, 2006

Ripasso

Solo per annunciarvi che la mia cara nonna oggi compie 97 anni!
Al telefono mi ha detto: fai sempre il bravo ragazzo.



Grazie a Boccetta, per il tempestivo servizio fotografico.
Passo e chiudo.

mercoledì, settembre 27, 2006

Passo e chiudo

Passo e chiudo.
Ci si risente quando mi torna la voglia, se mi torna. :(

Princess on the steeple and all the pretty people
They're drinkin', thinkin' that they got it made
Exchanging all kinds of precious gifts and things
But you'd better lift your diamond ring, you'd better pawn it babe
You used to be so amused
At Napoleon in rags and the language that he used
Go to him now, he calls you, you can't refuse
When you got nothing, you got nothing to lose
You're invisible now, you got no secrets to conceal.

mercoledì, settembre 20, 2006

Ieri su La Stampa Giacomo Galeazzi scriveva:
Il Vaticano corregge Benedetto XVI. Per arginare le conseguenze del discorso anti-Maometto pronunciato dal Papa a Ratisbona la Curia prende le distanze con procedure e bilanciamenti senza precedenti. In stretto collegamento con le comunità cristiane d’Oriente, nei dicasteri d’Oltretevere si cerca prudentemente di arginare dietro le quinte i danni provocati dall’«incauto riferimento» del Pontefice ad una questione incandescente. Primo esempio: il sito ufficiale della Santa Sede, consultato ogni giorno in tutto il mondo da milioni di persone, aggiunga all’intervento papale che ha infiammato le comunità islamiche un’insolita postilla: «Di questo testo il Santo Padre si riserva di offrire, in un secondo momento, una redazione fornita di note. L’attuale stesura deve quindi considerarsi provvisoria».


Ho letto il discorso del Papa prima che scoppiassero le polemiche e posso confermare, senza ombra di dubbio, che la postilla c'era gia' allora. Io la ricordo chiaramente.
E' normale prassi nel mondo accademico che prima della pubblicazione un discorso venga riveduto e corredato di note.
Il giornalista in questione invece ha speculato, senza alcun fondamento, immaginando una 'iniziativa senza precedenti', come si dice nel titolo. Ignoranza o malafede?
Giudicate voi.

PS.
Anche gli amici del blog Giona hanno qualcosa da obiettare all'articolo di Galeazzi.

lunedì, settembre 18, 2006

La forza del cristianesimo

La forza del cristianesimo
di Vittorio Messori

I cristiani della mia generazione hanno passato gran parte della vita a confrontarsi con quelli che non credevano in Dio: i comunisti. E adesso, devono confrontarsi con quelli che, in un Dio, ci credono «troppo»: i musulmani. Se questo è il menu, non resta che accettare, purché sempre sorretti dal realismo evangelico. Quello, ad esempio, che renda consapevoli che la lettura distorta delle parole di Benedetto XVI a Ratisbona non è che un pretesto come un altro: un detonatore purchessia, di cui si andava alla ricerca.
Il Papa è incappato in quella che sembra essere una generosa imprudenza. Per un paio d'ore ha voluto tornare il professor Joseph Ratzinger che si rivolge ai colleghi dell'università dove ha insegnato. Una sorta di pausa per lui, che sente sino in fondo il peso della guida di un miliardo di cattolici cui deve rivolgersi con encicliche, documenti magisteriali, omelie. Certezze, comunque, che confermino nella fede, non ipotesi e ricerche accademiche. Smessa, per un momento, la bianca talare papale, ha creduto di poter reindossare la toga nera professorale. In quel candore evangelico che lo rende amabile, alieno da ogni furbizia, ciò che non ha messo in conto è che il media-system non gli avrebbe concesso di tornare professore tra i professori e che lo avrebbe valutato come Papa; che, in gran parte, quel «sistema» non avrebbe capito una lezione così complessa; che si sarebbe fatto ricorso a sintesi brutali; che si sarebbe focalizzata l'attenzione non sulla universalità della cultura ma sull'attualità del giorno.
Non sempre per cattiva volontà, ma per inevitabile deriva, il giornalismo conferma spesso Joseph Fouché, il luciferino ministro di polizia di Napoleone: «Datemi lo scritto di chiunque e vi assicuro che, isolando una frase dal contesto, sarò in grado di inviarlo sul patibolo ». In effetti se qualcuno che conosce i meccanismi di informazione (e disinformazione) avesse visto in anticipo il testo della lectio magistralis del professor Ratzinger, lo avrebbe avvertito di cercare citazioni diverse da quella del settimo colloquio con un dotto persiano dell'imperatore Manuele II Paleologo: «Mostrami pure ciò che Maometto ha portato di nuovo e vi troverai solo delle cose cattive e disumane, come il suo ordine di diffondere la fede attraverso la spada». Non conta che sia una citazione di un autore antico che lo stesso professor Ratzinger precisa e chiarisce, non conta che sia data con precauzioni come: «un modo sorprendentemente brusco», «un linguaggio pesante».
E, purtroppo, non conta neppure che, pur con le distinzioni che Ratzinger non manca di fare, descriva una verità oggettiva. Conta il fatto che la frase sarebbe stata certamente avulsa dal contesto e, eliminate le virgolette, sarebbe stata attribuita non al remoto Paleologo ma a Benedetto XVI. La cosa era talmente prevedibile che non è mancato chi ha subito previsto una fatwa di morte per Benedetto XVI. Sono stati ottimisti: ne sono giunte non una ma molte, senza che il testo fosse letto, prima che fosse tradotto in arabo e che si andasse al di là delle estrapolazioni abusive delle agenzie. In ogni modo, lo osservavo all'inizio, la lezione universitaria manipolata non è stata che un pretesto come un altro. Prima o poi doveva avvenire. Mentre il marxismo è un giudeo-cristianesimo secolarizzato, l'Islam è, oggettivamente, un giudeo-cristianesimo semplificato.
Il concetto di amico-nemico—in una brutalità, appunto, semplificatoria — gli è indispensabile, almeno nella lettura che porta al fanatismo che conosciamo. Vi è comunque, negli eccessi musulmani che constatiamo e che riempiranno anche il nostro futuro, una ricaduta in qualchemodo«positiva» per il cristianesimo. Questo fu insidiato dal fascino suadente di quella sorta di vangelo di libertà e di giustizia—qui e ora, non in un illusorio Aldilà — proposto da quel nipote e pronipote di rabbini che fu Karl Marx. Forte poi, e questa non in crisi, l'attrazione esercitata dal buddismo che è, in sostanza, un ateismo, ma che una folla crescente di occidentali accoglie — magari in versioni immaginarie — come una religione alternativa al cristianesimo. E vedrete che, prima o poi, tra le esportazioni con cui la Cina ci inonda, ci sarà la sua sapienza, più antica di mezzo millennio di quella evangelica, quel Confucianesimo che farà breccia tra tanti americani ed europei.
Non avverrà, non potrà avvenire con l'islamismo. Il volto che presenta è in rotta di collisione con quel «politicamente corretto» che è—nel bene e nel male — il nostro pensiero egemone. Non dimentichiamo che esistettero, ed esistono, culture e società musulmane ben diverse. Ma ciò che oggi giunge alla gente è la versione repellente: folle imbestialite che agitano armi, sangue a fiumi, guerra santa, insensibilità sociale, burka e privazione di diritti per le donne, poligamia, esecuzioni pubbliche, rapimenti, frustate, minacce, ricatti, interdetti alimentari, persecuzione degli omosessuali, intolleranza, dogmatismi, tribalismi, letteralismi scritturali, indifferenza all'ambiente, persino proibizione di tenere con sé «impuri» cani e gatti... L'opposto, insomma, della sensibilità corrente oggi nelle società democratiche.
Che Dio non voglia: lo scontro — che il cristiano tenta in ogni modo di evitare, ma che è cercato da molti della controparte—lo scontro, se ci sarà, sarà lungo e duro ma, almeno questa volta, la quinta colonna tra noi sarà esigua. Le conversioni di occidentali ad Allah sono marginali e riguardano in buona parte questioni matrimoniali o frange di estrema destra e di estrema sinistra. Al contrario: anche fenomeni discussi come quello dell’«ateismo devoto » mostrano che—messo con le spalle al muro, al bivio tra Gesù e Muhammad — l'uomo dell'Occidente riscopre che, malgrado tutto, «cristiano è meglio ». Parlando sempre, s'intende, da credenti: forse ancora una volta la Provvidenza potrebbe star scrivendo dritto su righe storte.
18 settembre 2006

sabato, settembre 16, 2006

Da queste parti

Sul discorso del Papa e sulla reazione nel mondo musulmano si stanno scrivendo e si scriveranno nei prossimi giorni fiumi di parole. Piu' che proporre un ulteriore commento, che non porterebbe nulla di veramente nuovo, volevo soffermarmi su come da queste parti la questione viene rappresentata da giornali e tv e sulla sorprendente differenza tra media irlandesi e quelli inglesi.

Leggevo stamattina i due maggiori quotidiani irlandesi, l'Irish Times e l'Irish Independent, entrambi di chiara tendenza laica.
Con mia sorpresa sia il vaticanista dell'Irish Times, solitamente molto critico con la Chiesa Cattolica, che quello dell'Independent, hanno iniziato il loro pezzo specificando chiaramente che nel discorso del Papa non c'era nessun intento provocatorio o offensivo e le reazioni suscitate sono del tutto sproporzionate e artificiose. L'Irish Times odierno ha ben sei articoli sulla faccenda, uno dei quali riporta e commenta estensivamente il discorso incriminato, senza pregiudizi. Tutti gli altri pezzi sono molto equilibrati e piuttosto critici della reazione islamica.
Se dovessi fare un paragone, direi che l'Irish Times e' ideologicamente l'equivalente irlandese di Repubblica, insomma un quotidiano laico progressista.
Interessante notare come stavolta si sia schierato a difesa del Papa.

L'Independent, anch'esso autorevole ma meno ideologico, non mostra molto interesse per la questione. Riporta pero' nell'ultima pagina un articolo del Times, quindi inglese, nel quale tra le altre cose Hans Kung rimprovera a Ratzinger di non aver studiato approfonditamente le altre religioni. Solite scaramucce tra vecchi colleghi.

Sono sorpreso perche' i commenti ascoltati ieri sulle tv inglesi, in particolare BBC e SkyNews, erano invece piuttosto critici nei confronti del Papa e della Chiesa Cattolica in generale. Credo che in casi come questo emerga la distanza tra Regno Unito, ex impero coloniale, ed Irlanda, dove la presenza islamica e' molto esigua.

TV3, una delle tv nazionali irlandesi, ha intervistato un leader musulmano locale, pacatissimo, che sottolineava l'esigenza di comprendersi piu' che di scontrarsi.
Da parte cattolica invece ha parlato Brendan Purcell, un simpaticissimo prete che insegna antropologia filosofica nel mio dipartimento, il quale notava che la capacita' di rispondere positivamente alle critiche e' una condizione fondamentale per chiunque voglia inserirsi nel mondo occidentale.

Sulla BBC invece ieri sera c'era un vescovo cattolico inglese che cercava inutilmente di gettare acqua sul fuoco ed il portavoce delle comunita' islamiche che non voleva sentire ragioni. I due giornalisti che guidavano il dibattito tentavano di mantenersi equidistanti.
La mia impressione, almeno per quanto riguarda le televisioni, e' che nessuno dei giornalisti e dei commentatori da parte islamica avesse letto interamente il testo incriminato.

Al politicamente corretto dei media inglesi non corrisponde invece il sentimento della popolazione. Stamattina Sky News, emittente di inglese ma seguita anche da queste parti, proponeva agli ascoltatori un semplice sondaggio. Alla domanda se il Papa dovesse scusarsi per le sue parole, ben il 97% rispondeva negativamente.
Verosimilmente, meno di un quarto di quel 97% e' cattolico.

Un'ultima considerazione personale: il discorso incriminato merita veramente di essere letto e meditato, non tanto per l'aspetto che ha fatto piu' discutere, ma per la questione della ellenizzazione del cristianesimo e del rapporto tra razionalita' e fede. Veramente magistrale.

mercoledì, settembre 13, 2006

Settembre


Settembre, andiamo. È tempo di tornare a bloggare.
Ora in terra d'Abruzzi i miei pastori lascian gli stazzi e vanno verso il mare:
scendono all'Adriatico selvaggio che verde è come i pascoli dei monti.

Da queste parti invece, tanto per cambiare, piove.
È ricominciato l'anno accademico. Centinaia di studenti, ogni anno più giovani, affollano i corridoi del college.
La mia tesi è stata consegnata e nel giro di qualche giorno, quando gli studenti avranno scelto le materie da seguire, saprò quali e quante classi di tutoraggio mi avranno assegnato.

Qualche giorno fa ci ha fatto visita Stefania, assidua lettrice di queste pagine. 'Sei come ti avevo immaginato leggendo il tuo blog', mi ha detto. Spero fosse un complimento.
È venuta, ha colpito al cuore un artista ed è ripartita. Io mi sentivo un po' come Dupree. ;)

Sará che non ho più internet in camera, saranno i tanti impegni, ma la voglia di bloggare deve ancora tornarmi.

Ah perché non son io co' miei pastori?

giovedì, settembre 07, 2006

Rest in progress



Preoccupati per il mio silenzio?
Ci stiamo riposando per voi ma torneremo molto presto.