martedì, marzo 29, 2011
Karla Poewe's Blog: German Elections in Baden-Württemberg and Rheinlan...
giovedì, marzo 17, 2011
Nuclear disaster
Where are we? What the hell is going on?
The dust has only just begun to fall,
Crop circles in the carpet, sinking, feeling.
Spin me round again and rub my eyes.
This can't be happening.
When busy streets a mess with people
would stop to hold their heads heavy.
Hide and seek.
Trains and sewing machines.
All those years they were here first.
Oily marks appear on walls
Where pleasure moments hung before.
The takeover, the sweeping insensitivity of this
still life.
Hide and seek.
Trains and sewing machines. (Oh, you won't catch me around here)
Blood and tears,
They were here first.
Mmm, what you say?
Mm, that you only meant well? Well, of course you did.
Mmm, what you say?
Mm, that it's all for the best? Because it is.
Mmm, what you say?
Mm, that it's just what we need? And you decided this.
Mmm what you say?
What did she say?
martedì, marzo 15, 2011
ATTIVITÀ TRANSNAZIONALI, SAPERE GIURIDICO E SCIENZA DELLA TRADUZIONE
FAIOLI MICHELE
Categoria: Scienze giuridiche
I QLS sono promossi nell’ambito delle iniziative del Seminario permanente “Lionello R. Levi Sandri”, il quale è istituito, in forma congiunta, presso il Dipartimento di Studi Europei, Americani e Interculturali (Facoltà di Scienze Umanistiche - Sapienza Università di Roma), il Dipartimento di Diritto ed Economia delle Attvità Produttive (Facoltà di Economia - Sapienza Università di Roma) e il Dipartimento di Diritto e Procedura Civile (Facoltà di Giurisprudenza - Università Tor Vergata). Di questa iniziativa i Dipartimenti promotori avvertono una indifferibile necessità, anche su posizioni di avanguardia culturale ed accademica, in ragione del sistema di interazione tra modelli giuridici di aree linguistiche e culturali diverse, con i conseguenti riflessi che ne derivano in termini di correlazione con gli impianti economici del nostro tempo. Si tratta di una necessità condivisa anche dagli operatori del mercato globale, dai quali viene forte la domanda di disegnare un assetto culturale, prima ancora che ordinamentale e normativo, in cui collegare efficacemente lingua, sapere giuridico ed attività commerciali trans-nazionali. I Dipartimenti promotori hanno deliberato di costituire, pertanto, un gruppo interdisciplinare di linguisti, giuristi ed economisti che sia motore dell’analisi del rapporto tra lingua e sapere giuridico. Si pone in questo modo il fondamento del rapporto tra plurilinguismo giuridico e diritto delle attività transnazionali al fine di studiare la necessità di una terminologia giuridica uniforme e il relativo impatto sull’effettività dell’esercizio dei diritti. L’iniziativa è intitolata a Lionello R. Levi Sandri per collegare il suo insegnamento di diritto del lavoro e della previdenza sociale nella Facoltà di Economia (Sapienza Università di Roma) al suo contributo alla costruzione di un diritto sociale “uniforme” o “armonizzato” a rilevanza europea, in qualità di Commissario europeo.
Pagine: 462
Formato: 17X24
ISBN: 9788861344556
Colore: B/N
domenica, marzo 06, 2011
da "Avvenire" di oggi
L’ultimo uditore laico del Concilio
Caro direttore, nei giorni scorsi, sulla soglia dei 100 anni, è morto Ramon Sugranyes de Franch, esule catalano durante la dittatura, voluto da Paolo VI come uditore laico al Concilio, forse l’ultimo che era rimasto in vita, in ogni caso l’ultimo tra i più conosciuti.
Ha amato molto il nostro Paese, dove è venuto molto spesso per la Fuci, il Meic, l’istituto Maritain. I suoi rapporti sono stati strettissimi, sin dagli anni Quaranta, soprattutto con Giovanni Battista Montini, che poi da Papa lo volle uditore ben sapendo quali sarebbero state le reazioni di Francisco Franco. Paolo VI preparava scientemente, anche tramite lui e in raccordo col cardinal Benelli e col nunzio Dadaglio, l’evoluzione democratica spagnola. Stretti i rapporti anche con molti altri italiani, Vittorino Veronese, monsignor Guano, monsignor Bernareggi, con Guido Gonella. Il libro-intervista col monaco benedettino di Montserrat Hilari Raguer edito da Rubbettino, Dalla guerra di Spagna al Concilio ci racconta episodi avvincenti del secolo breve, tra vita civile ed ecclesiale, che meriterebbero di essere più conosciuti. Come laico impegnato da decenni nell’associazionismo internazionale tramite Pax Romana, insieme a Rosemary Goldie, anche lei da poco scomparsa, aveva ben sperimentato il metodo di lavoro utilizzato in Concilio, tra diverse lingue e culture, che per molti fu una novità. Almeno due gli episodi in cui i suoi interventi furono decisivi in Concilio: uno per superare un primo testo troppo rigido e dettagliato sulla paternità e maternità responsabile e l’altro per adottare criteri più restrittivi sull’armamento nucleare. Questo secondo, che amava spesso ricordare, fu caratterizzato da un dialogo col cardinale Ottaviani, ormai quasi cieco, che aveva fatto un primo intervento possibilista sull’uso delle armi nucleari, predisponendo la redazione del paragrafo 81 della 'Gaudium et Spes'.
Sugranyes domandò la parola, Ottaviani gli chiese in latino « Et tu qui es? », avendogli risposto che era il responsabile internazionale di Pax Romana, movimento internazionale di laici, Ottaviani rispose favorevolmente « Agitur de pace, loquere ».
L’argomento di Sugranyes fu che l’uso delle armi nucleari era di per sé incompatibile con uno dei criteri cardine della tradizionale dottrina della 'guerra giusta', quello della proporzionalità tra bene che si vuol difendere e male che si arreca difendendosi. Non che Sugranyes, per quanto esule che aveva rifiutato di schierarsi tra i due opposti campi della Guerra Civile, fosse un pacifista assoluto, era anzi un sostenitore ante litteram del diritto di ingerenza umanitaria e ricorda infatti nel libro che molti esuli democratici avevano sperato per la Spagna in un intervento militare di Francia e Inghilterra che li salvasse da Franco senza cadere nelle mani dell’Urss. L’argomento sulla proporzionalità convinse anche Ottaviani e si arrivò così alla condanna espressa nei paragrafi 80 e 81 della 'Gaudium et spes'. Gli uditori, nonostante il nome, il cui significato era stato chiarito da Paolo VI in termini estensivi « Auditores atque locutores » hanno ampiamente fatto valere il loro ruolo. Anche questo era un segno dei tempi.
Stefano Ceccanti