L’odio del malvagio contro il virtuoso è irriducibile. Confusamente egli sente che dall’altra parte è la verità, e s’accanisce, perché la sola presenza del buono denuncia il male che è in sé.
- Io
ho paura dell’uomo che nega. Lo considero un essere senza freno e senza
controllo, fuori dell’orbita dell’umano consorzio, capace di ogni mala
azione. Certo, è al di sotto della bestia che segue semplicemente il
proprio istinto, mentre egli mette a servizio dell’istinto l’intelligenza.
- La
differenza fra l’uomo, piccolo re dell’universo, e il mondo creato sta in
ciò: che l’uomo ha coscienza di essere, mentre l’universo non l’ha. L’uomo
sa di vivere e di morire, l’universo non lo sa. È questa la prova
dell’umano privilegio.
- Fuggire
il dolore è spesso atto di superbia dell’essere finito, del limite cui il
dolore è strettamente legato, perché solo l’Infinito è pienezza di
felicità. Affronta perciò il dolore e amalo come mezzo di espiazione che
ti condurrà oltre il limite segnato, ossia: dalla terra al cielo.
- Combatti.
Uccidi giorno per giorno la bestia che è in noi: non sarai da meno delle
figure più celebri dell’umanità. Perché se l’eroismo è arduo, la virtù è
sovrumana: quello, infatti, può essere espressione di un attimo; questa, è
il risultato di un eroismo continuo.
- Lo
so: quando ti sembra di aver toccato un vertice, ecco che ti ritrovi
respinto alle falde del monte. La vita dell’uomo è un alternarsi di voli e
di cadute. Quel che importa è rialzarsi e tornare a battere le ali.
Solo l’uomo perduto più non le avverte, perché è invischiato nel fango.
23 febbraio 1947