Ab imis fundamentis
Tutti i riformatori, capi di partito, profeti e altri imbottatori di nebbie promettono e annunziano di voler tutto rinnovare ab imis fundamentis.
E difatti scendono, armati di zapponi e di buona volontà, sotto i fondamenti della casa vecchia e li scalzano, eppoi scendono più giù, sempre più giù: la casa pencola e barcolla, si fende e si piega – ma i rinnovatori son discesi talmente in profondità che non si riesce più a saperne novelle e nessuno li vede ritornare alla luce per fabbricare, una buona volta, la casa nuova nel posto di quella lesa e sconquassata.
mercoledì, gennaio 30, 2008
domenica, gennaio 27, 2008
Abete (Dizionario dell'Omo Salvatico)
Abete
Ma più onoro l’abete, ei fra quattr’assi,
nitida bara, chiuda alfin li oscuri
del mio pensier tumulti e il van desìo.
Carducci
Il poeta di Lidia e di Lalage credeva, nella sua paganeggiante ignoranza che quelle 'quattro assi' fossero l’ultima casa dell’uomo.
Ma quanto, chiusi gli occhi del corpo, gli si saranno aperti quelli dell’anima?
L’Omo Salvatico (che vivendo in solitudine è dedito alla meditazione) invita il problematico lettore che lo assomiglia, a riflettere seriamente su questo punto interrogativo.
Ma più onoro l’abete, ei fra quattr’assi,
nitida bara, chiuda alfin li oscuri
del mio pensier tumulti e il van desìo.
Carducci
Il poeta di Lidia e di Lalage credeva, nella sua paganeggiante ignoranza che quelle 'quattro assi' fossero l’ultima casa dell’uomo.
Ma quanto, chiusi gli occhi del corpo, gli si saranno aperti quelli dell’anima?
L’Omo Salvatico (che vivendo in solitudine è dedito alla meditazione) invita il problematico lettore che lo assomiglia, a riflettere seriamente su questo punto interrogativo.
giovedì, gennaio 24, 2008
Abele (Dizionario dell'Omo Salvatico)
A vostra edificazione proporrò, a partire da oggi, una serie di lemmi tratti da Il Dizionario dell'Omo Salvatico, opera incompiuta degli ottimi Giovanni Papini e Domenico Giuliotti.
Abele
Ebbene, volete proprio saperlo? (disse una volta, in loggia, il cav. Deifobo Luciferini) io sto per Caino; e la ragione è questa: Caino, nonostante il fratricidio (il quale del resto, nel caso specifico, non è punto biasimevole) è, dopo Satana, il rappresentante più glorioso di tutti i ribelli.
Abele, all’opposto, è il tipo dell’uomo religioso, vale a dire del vigliacco e dello stupido. E infatti si legge nella Bibbia (libro zeppo fino alla nausea di superstizioni e d’immoralità) che questo sig. Abele invece di vendere o di mangiare i migliori capi della propria greggia, come avrebbe fatto un uomo di senno li sacrificava scioccamente a Dio il quale si compiaceva di tali servilità.
Ma consideriamo, per un momento, il contegno ben più dignitoso di Caino: egli non ha perduto il senso della fierezza, egli che tiene moltissimo, come qualunque cittadino che si rispetta, alla propria libertà e indipendenza, tanto per dare il fumo negli occhi al Signore, o forse, com’è più probabile e più lodevole, per puro disprezzo, non gli sacrifica che pochi frutti avariati dei quali non sa che farsi e, infine, quando pensa che quel cretino di suo fratello potrebbe pigliar moglie e generare tutta una discendenza di vergognosi bigotti, senza stare a farla tanto lunga, lo ammazza.
La Genesi (si capisce) vuole insinuare che lo ammazzò per invidia.
Ma che invidia d’Egitto!
Caino era senza dubbio dei nostri e, perciò, essendo un libero pensatore, protestò violentemente, e fece bene, contro l’oscurantismo incipiente.
Ed ecco la mia conclusione.
Che ne direste, o fratelli, se ci proponessi l’inaugurazione d’una bella statua a Caino, da erigersi qui, proprio nella nostra natìa Bagoghi, dinanzi (faccio le corna) alla Chiesa del S. Cuore, come glorificazione tangibile della libertà, e come perenne sfida alla sempre crescente invadenza del 'maiale nero'?
Abele
Ebbene, volete proprio saperlo? (disse una volta, in loggia, il cav. Deifobo Luciferini) io sto per Caino; e la ragione è questa: Caino, nonostante il fratricidio (il quale del resto, nel caso specifico, non è punto biasimevole) è, dopo Satana, il rappresentante più glorioso di tutti i ribelli.
Abele, all’opposto, è il tipo dell’uomo religioso, vale a dire del vigliacco e dello stupido. E infatti si legge nella Bibbia (libro zeppo fino alla nausea di superstizioni e d’immoralità) che questo sig. Abele invece di vendere o di mangiare i migliori capi della propria greggia, come avrebbe fatto un uomo di senno li sacrificava scioccamente a Dio il quale si compiaceva di tali servilità.
Ma consideriamo, per un momento, il contegno ben più dignitoso di Caino: egli non ha perduto il senso della fierezza, egli che tiene moltissimo, come qualunque cittadino che si rispetta, alla propria libertà e indipendenza, tanto per dare il fumo negli occhi al Signore, o forse, com’è più probabile e più lodevole, per puro disprezzo, non gli sacrifica che pochi frutti avariati dei quali non sa che farsi e, infine, quando pensa che quel cretino di suo fratello potrebbe pigliar moglie e generare tutta una discendenza di vergognosi bigotti, senza stare a farla tanto lunga, lo ammazza.
La Genesi (si capisce) vuole insinuare che lo ammazzò per invidia.
Ma che invidia d’Egitto!
Caino era senza dubbio dei nostri e, perciò, essendo un libero pensatore, protestò violentemente, e fece bene, contro l’oscurantismo incipiente.
Ed ecco la mia conclusione.
Che ne direste, o fratelli, se ci proponessi l’inaugurazione d’una bella statua a Caino, da erigersi qui, proprio nella nostra natìa Bagoghi, dinanzi (faccio le corna) alla Chiesa del S. Cuore, come glorificazione tangibile della libertà, e come perenne sfida alla sempre crescente invadenza del 'maiale nero'?
martedì, gennaio 22, 2008
Eppure ....
È iniziato il secondo semestre dell’anno accademico. Per la DBS terrò 3 corsi. Il primo è Critical Thinking, ossia logica informale. Si tratta di un corso che ho già svolto presso la DBS lo scorso anno e presso UCD nel semestre scorso. Ho due classi per un totale di oltre 200 alunni, la maggior parte dei quali studia psicologia.
Il secondo corso è Philosophy of Science, per il secondo anno di Arts. In totale poco più di venti studenti divisi in due classi. Preparare questo corso è stato per me tornare ai vecchi tempi, visto che agli inizi degli anni Novanta ho letto un bel po’ di libri di Popper. Parlerò, ovviamente, anche di Feyerabend. Gli studenti devono scrivere un breve saggio durante il semestre e come argomento avevo pensato alla critica che Popper fa della psicoanalisi. Però, viste le note vicende di questi giorni, penso che chiederò loro di scrivere qualcosa a proposito di Feyerabend e Galileo.
Il terzo corso, che inizia domani, fa parte del master sulle dipendenze (MA in Addiction Studies). Il mia materia è Cultural Issues in Addiction Studies, ossia storia e antropologia delle dipendenze. Ci concentreremo sulle dipendenze da sostanza e inizieremo con l’alcool, anche se il master riguarda tutte le forme di dipendenza (gioco d’azzardo, internet, videogiochi, shopping, collezionismo, sesso, e così via)
Si tratta, per me, di un ambito nuovo e pertanto nei mesi scorsi ho dovuto studiare molto. La materia però è affascinante. Come ben sa chi mi conosce, non bevo, non fumo, non faccio uso di droghe, non mi piace il caffè, insomma sono tutto fuorché un esperto. Eppure ....
Il secondo corso è Philosophy of Science, per il secondo anno di Arts. In totale poco più di venti studenti divisi in due classi. Preparare questo corso è stato per me tornare ai vecchi tempi, visto che agli inizi degli anni Novanta ho letto un bel po’ di libri di Popper. Parlerò, ovviamente, anche di Feyerabend. Gli studenti devono scrivere un breve saggio durante il semestre e come argomento avevo pensato alla critica che Popper fa della psicoanalisi. Però, viste le note vicende di questi giorni, penso che chiederò loro di scrivere qualcosa a proposito di Feyerabend e Galileo.
Il terzo corso, che inizia domani, fa parte del master sulle dipendenze (MA in Addiction Studies). Il mia materia è Cultural Issues in Addiction Studies, ossia storia e antropologia delle dipendenze. Ci concentreremo sulle dipendenze da sostanza e inizieremo con l’alcool, anche se il master riguarda tutte le forme di dipendenza (gioco d’azzardo, internet, videogiochi, shopping, collezionismo, sesso, e così via)
Si tratta, per me, di un ambito nuovo e pertanto nei mesi scorsi ho dovuto studiare molto. La materia però è affascinante. Come ben sa chi mi conosce, non bevo, non fumo, non faccio uso di droghe, non mi piace il caffè, insomma sono tutto fuorché un esperto. Eppure ....
venerdì, gennaio 18, 2008
Er consijo de Facoltà
"Iniziamo sto' consijo de Facoltà...Ao', professo', ce sta l'inizio d'anno accademico...c'è da farse n'po' de pubblicità..."
"Ce vorrebbe n'idea...Ce vorrebbe n'idea...n'idea spettacolare...qualcosa cor botto 'nsomma..."
"Perchè nun 'nvitemo er Papa? Sta pure qua a Roma, manco c'abbiamo da pagaje l'albergo, che er governo ce dà manco i soldi per pulire i gabinetti, figurarse l'albergo per quarcuno che sta 'na liana dopo Tarzan..."
"No, er Papa no."
"E perchè er Papa no? Insomma, avemo dato la laurea onoris causam a Dario Fo e a Capucci che fa er sarto, armeno 'sto qua è stato professore..."
Continua qui.
(Grazie a Gino)
"Iniziamo sto' consijo de Facoltà...Ao', professo', ce sta l'inizio d'anno accademico...c'è da farse n'po' de pubblicità..."
"Ce vorrebbe n'idea...Ce vorrebbe n'idea...n'idea spettacolare...qualcosa cor botto 'nsomma..."
"Perchè nun 'nvitemo er Papa? Sta pure qua a Roma, manco c'abbiamo da pagaje l'albergo, che er governo ce dà manco i soldi per pulire i gabinetti, figurarse l'albergo per quarcuno che sta 'na liana dopo Tarzan..."
"No, er Papa no."
"E perchè er Papa no? Insomma, avemo dato la laurea onoris causam a Dario Fo e a Capucci che fa er sarto, armeno 'sto qua è stato professore..."
Continua qui.
(Grazie a Gino)
giovedì, gennaio 17, 2008
Test
Grazie alla newsletter di Stefano Borselli, ho scoperto questo simpatico test di Bizblog.
Delle tre risposte alle seguenti domande, solo una è giusta. Dica il candidato quale.
1) Chi fu il primo a calcolare la velocità di accelerazione di un corpo in caduta libera?
a) Renè Descartes
b) Galileo Galilei
c) il gesuita G.B. Riccioli
2) Galileo Galilei, non abbiente, prima di terminare gli studi universitari, era già noto per aver scoperto che l'oscillazione di un pendolo di lunghezza determinata ha una frequenza costante. In seguito ...
a) Ottenne una borsa di studio riservata agli studenti indigenti ed entrò a far parte del corpo accademico
b) Gli venne negata la borsa di studio e pertanto abbandonò l'università
c) Gli venne negata la borsa di studio ma completò ugualmente gli studi ed entrò a far parte del corpo accademico
3) Le macchie solari ...
a) furono scoperte da Galileo e un gesuita lo accusò slealmente, al processo, di avergli rubato la scoperta
b) furono scoperte da un gesuita ma Galileo lo accusò slealmente, prima del processo, di avergli rubato la scoperta
c) Furono scoperte da Keplero
4) Il papa Urbano VIII (Maffeo Barberini), pontefice all'epoca del processo a Galileo ...
a) era un vecchio amico di Galileo e uomo colto e aggiornato in fatto di scienza
b) era un vecchio nemico di Galileo (che gli aveva trombato la sorella), e riteneva la nuova scienza inferiore alla magia
c) era un oscurantista dedito alla persecuzione di scienziati, maghi e uomini di cultura in genere.
5) Durante il processo Galileo
a) fu torturato a lungo fino all'abiura
b) non fece nemmeno un giorno di prigione, né subì alcuna tortura
c) fece circa 3 mesi di prigione a Castel Sant'Angelo
6) Quali furono le condizioni poste dagli inquisitori a Galileo?
a) Galileo avrebbe potuto sostenere l'eliocentrismo ma specificando che si trattava di una teoria non ancora dimostrata dai fatti
b) Galileo avrebbe dovuto sostenere che il sole girava intorno alla terra
c) A Galileo sarebbe stato vietato di guardare il cielo col cannocchiale, essendo il cannocchiale opera del demonio. Doveva inoltre dire 3 Paternoster e 4 Ave Maria tutte le mattine
7) La teoria eliocentrica ai tempi di Galileo
a) era già effettivamente dimostrabile da dati di fatto, come del resto Galileo fece al processo
b) non aveva ancora prove definitive e del resto Galileo non fu in grado di produrle al processo
c) era di dominio pubblico presso sette segrete
Profilo del test in base alle risposte:
7 risposte esatte: scommetto che non ti sei laureato, proprio come il buon Galileo. Guarda che rischi l'inquisizione anche tu. (stavolta, quella laicista, of course)
da 5 a 6 risposte esatte: non male; allora hai letto qualcosa oltre i giornali, i libri di testo scolastici e le dispense della facoltà.
dal 2 a 4 risposte esatte: Forse non ci crederai, ma sei al di sopra del lettore medio di Eugenio Scalfari.
1 risposta esatta: non ti disperare, sei nella media italiana.
0 risposte esatte: Bravo! Ammesso! Sei pronto per entrare nel Kollettivo studentesco daaaa Sapienza.
************
Risposte esatte : 1-c ; 2-b; 3-b; 4-a; 5-b; 6-a; 7-b
Delle tre risposte alle seguenti domande, solo una è giusta. Dica il candidato quale.
1) Chi fu il primo a calcolare la velocità di accelerazione di un corpo in caduta libera?
a) Renè Descartes
b) Galileo Galilei
c) il gesuita G.B. Riccioli
2) Galileo Galilei, non abbiente, prima di terminare gli studi universitari, era già noto per aver scoperto che l'oscillazione di un pendolo di lunghezza determinata ha una frequenza costante. In seguito ...
a) Ottenne una borsa di studio riservata agli studenti indigenti ed entrò a far parte del corpo accademico
b) Gli venne negata la borsa di studio e pertanto abbandonò l'università
c) Gli venne negata la borsa di studio ma completò ugualmente gli studi ed entrò a far parte del corpo accademico
3) Le macchie solari ...
a) furono scoperte da Galileo e un gesuita lo accusò slealmente, al processo, di avergli rubato la scoperta
b) furono scoperte da un gesuita ma Galileo lo accusò slealmente, prima del processo, di avergli rubato la scoperta
c) Furono scoperte da Keplero
4) Il papa Urbano VIII (Maffeo Barberini), pontefice all'epoca del processo a Galileo ...
a) era un vecchio amico di Galileo e uomo colto e aggiornato in fatto di scienza
b) era un vecchio nemico di Galileo (che gli aveva trombato la sorella), e riteneva la nuova scienza inferiore alla magia
c) era un oscurantista dedito alla persecuzione di scienziati, maghi e uomini di cultura in genere.
5) Durante il processo Galileo
a) fu torturato a lungo fino all'abiura
b) non fece nemmeno un giorno di prigione, né subì alcuna tortura
c) fece circa 3 mesi di prigione a Castel Sant'Angelo
6) Quali furono le condizioni poste dagli inquisitori a Galileo?
a) Galileo avrebbe potuto sostenere l'eliocentrismo ma specificando che si trattava di una teoria non ancora dimostrata dai fatti
b) Galileo avrebbe dovuto sostenere che il sole girava intorno alla terra
c) A Galileo sarebbe stato vietato di guardare il cielo col cannocchiale, essendo il cannocchiale opera del demonio. Doveva inoltre dire 3 Paternoster e 4 Ave Maria tutte le mattine
7) La teoria eliocentrica ai tempi di Galileo
a) era già effettivamente dimostrabile da dati di fatto, come del resto Galileo fece al processo
b) non aveva ancora prove definitive e del resto Galileo non fu in grado di produrle al processo
c) era di dominio pubblico presso sette segrete
Profilo del test in base alle risposte:
7 risposte esatte: scommetto che non ti sei laureato, proprio come il buon Galileo. Guarda che rischi l'inquisizione anche tu. (stavolta, quella laicista, of course)
da 5 a 6 risposte esatte: non male; allora hai letto qualcosa oltre i giornali, i libri di testo scolastici e le dispense della facoltà.
dal 2 a 4 risposte esatte: Forse non ci crederai, ma sei al di sopra del lettore medio di Eugenio Scalfari.
1 risposta esatta: non ti disperare, sei nella media italiana.
0 risposte esatte: Bravo! Ammesso! Sei pronto per entrare nel Kollettivo studentesco daaaa Sapienza.
************
Risposte esatte : 1-c ; 2-b; 3-b; 4-a; 5-b; 6-a; 7-b
mercoledì, gennaio 16, 2008
FUCI, La Sapienza
Dal blog del gruppo FUCI "Vittorio Bachelet" di Roma La Sapienza.
“La notizia dell’annullamento dell’incontro del Papa Benedetto XVI con la comunità accademica della Sapienza di Roma è motivo di profonda tristezza e preoccupazione” affermano i Presidenti Nazionali F.U.C.I. Silvia Sanchini e Tiziano Torresi. “Se la decisione della Santa Sede è pienamente comprensibile in considerazione dello stato di tensione vissuto nelle ultime ore dall’ateneo romano, è tuttavia inaudito che le sterili proteste di un gruppo di faziosi contestatori impediscano al Papa, coraggioso testimone dei nostri tempi, di parlare all’università. È un grave ed illegittimo atto di intolleranza che macchia la coscienza profonda dell’università italiana, luogo da sempre libero ed aperto, di confronto delle idee e del pensiero per tutti coloro che ne fanno parte. Il chiasso e le posizioni ideologiche ed intellettualmente scorrette di pochi hanno pregiudicato l’ascolto e la riflessione di molti: ciò che è accaduto ci fa prendere sul serio lo stato preoccupante a cui è arrivata, nel pensiero e nella prassi, la nostra comunità accademica. C’è chi dice di combattere per difendere la laicità ma la laicità sta in un pluralismo che sa ascoltare le diverse posizioni e voci non nell’evitarle con le armi dell’ideologia o della violenza.”
Daniela Biondo e Nicola Galizia Presidenti della FUCI di Roma aggiungono “Eravamo pronti ad accogliere il Papa: con grande amarezza non ci resta che citare una eloquente frase di Orwell: se esiste la libertà è la libertà di poter dire ciò che gli altri non vogliono sentirsi dire.
Lo insegna il nostro crescere nell’università ma chi ha protestato non lo ha imparato.”
“La notizia dell’annullamento dell’incontro del Papa Benedetto XVI con la comunità accademica della Sapienza di Roma è motivo di profonda tristezza e preoccupazione” affermano i Presidenti Nazionali F.U.C.I. Silvia Sanchini e Tiziano Torresi. “Se la decisione della Santa Sede è pienamente comprensibile in considerazione dello stato di tensione vissuto nelle ultime ore dall’ateneo romano, è tuttavia inaudito che le sterili proteste di un gruppo di faziosi contestatori impediscano al Papa, coraggioso testimone dei nostri tempi, di parlare all’università. È un grave ed illegittimo atto di intolleranza che macchia la coscienza profonda dell’università italiana, luogo da sempre libero ed aperto, di confronto delle idee e del pensiero per tutti coloro che ne fanno parte. Il chiasso e le posizioni ideologiche ed intellettualmente scorrette di pochi hanno pregiudicato l’ascolto e la riflessione di molti: ciò che è accaduto ci fa prendere sul serio lo stato preoccupante a cui è arrivata, nel pensiero e nella prassi, la nostra comunità accademica. C’è chi dice di combattere per difendere la laicità ma la laicità sta in un pluralismo che sa ascoltare le diverse posizioni e voci non nell’evitarle con le armi dell’ideologia o della violenza.”
Daniela Biondo e Nicola Galizia Presidenti della FUCI di Roma aggiungono “Eravamo pronti ad accogliere il Papa: con grande amarezza non ci resta che citare una eloquente frase di Orwell: se esiste la libertà è la libertà di poter dire ciò che gli altri non vogliono sentirsi dire.
Lo insegna il nostro crescere nell’università ma chi ha protestato non lo ha imparato.”
martedì, gennaio 15, 2008
A processare Galileo è stato un anarchico ateo
A processare Galileo è stato un anarchico ateo
di ANTONIO SOCCI
Un gruppo di professori dell'Università di Roma, in nome della "tolleranza", vuole che il Papa non parli nell'ateneo romano (l'intervento era stato richiesto dalle autorità accademiche). Strana idea di tolleranza. Il Pontefice sarebbe una figura che non ha niente a che fare con l'università?
A parte il fatto che a fondare l'università romana è stato proprio il papa. Praticamente è casa sua. Si legge infatti nello stesso sito internet dell'ateneo: «L'atto di nascita della Università di Roma reca la data del 20 aprile 1303; in questo giorno venne infatti promulgata da Papa Bonifacio VIII Caetani la Bolla In Supremae praeminentia Dignitatis, con la quale veniva proclamata la fondazione in Roma dello "Stu dium Urbis"».
Cosa ovvia, essendo la Chiesa all'origine di gran parte delle nostre istituzioni culturali. A parte poi il fatto che Joseph Ratzinger è appunto un docente universitario, anzi un luminare, uno dei più grandi intellettuali del nostro tempo, ed è casomai lui che fa onore all'Università di Roma intervenendo, e non l'Università che fa un favore al Papa.
A parte il fatto, infine, che i laici ogni tre secondi citano Voltaire («non condivido ciò che dici, ma mi batterò fino alla fine perché tu possa dirlo») e poi lo contraddicono nella pratica.
Ma l'aspetto più paradossale è un altro. Perché quello che viene imputato al Papa è di aver citato - in un discorso tenuto quando era cardinale un intellettuale laico-agnostico, un antidogmatico, un libertario, uno che insegnava a Berkeley dove cominciò la contestazione e che - da anarchico - applaudì alla rivolta, insomma uno dei loro, il celebre epistemologo Paul Feyerabend.
Ecco la sua frase citata dall'allora cardinale Ratzinger: «All'epoca di Galileo, la Chiesa rimase molto più fedele alla ragione dello stesso Galileo e prese in considerazione anche le conseguenze etiche e sociali della dottrina di Galilei. Il suo processo contro Galilei era razionale e giusto, mentre la sua attuale revisione si può giustificare solo con motivi di opportunità politica».
Il paradosso
In effetti la vicenda Galilei fu molto più complessa di quanto racconti la storia a fumetti che vede un Sant'Uffizio tenebroso che opprime l'illumi nato scienziato. E il cardinale Bellarmino, peraltro grande uomo di cultura, aveva le sue ragioni. Questo intendeva dire il filosofo Feyerabend.
La sua provocazione sul processo non era condivisa da Ratzinger che, oltretutto, fu colui che volle la revisione del "caso Galileo" con Giovanni Paolo II. Quindi è l'ultimo a poter essere oggi accusato per questo.
Ma - da studioso - ricostruendo il complesso dibattito moderno su quel caso, per far capire la complessità dei problemi e la pluralità delle posizioni, Ratzinger citò anche la celebre pagina di Feyerabend.
Quindi Ratzinger viene oggi "scomunicato" in base non al proprio pensiero, ma al pensiero di un altro. Che oltretutto è uno "scettico", uno della loro stessa area culturale laica (ma lui è coerente e rifiuta tutti i dogmi, anche i loro).
«Sono parole», scrivono i professori romani, «che, in quanto scienziati fedeli alla ragione e in quanto docenti che dedicano la loro vita all'avanza mento e alla diffusione delle conoscenze, ci offendono e ci umiliano». Ma - chiediamo, illustri professori - vi rendete conto che queste "parole" da voi citate e "scomunicate" appartengono non al Papa, ma ad un vostro illustre collega epistemologo che ha insegnato nei maggiori atenei? E come potete attribuire all'uno le parole dell'altro?
No, i professori non sentono ragioni. E sentenziano: «In nome della laicità della scienza e della cultura e nel rispetto di questo Ateneo aperto a docenti e studenti di ogni credo e di ogni ideologia, auspichiamo che l'incongruo evento possa ancora essere annullato».
Quindi, «in nome del rispetto di ogni credo» chiedono che non sia fatto parlare Benedetto XVI. Tutti, ma non lui.
Se non fossero fatti preoccupanti, ci sarebbe da ridere. Perché in quel discorso tenuto a Parma il 15 marzo 1990, evocato e "scomunicato" dai professori, il cardinale Ratzinger insieme a Feyerabend citava - su una linea analoga - anche un altro filosofo, il "marxista romantico" Ernst Bloch su cui sarebbe interessante sentire il parere dei professori della Sapienza.
Secondo Bloch sia il geocentrismo sia l'eliocentrismo si fondano su presupposti indimostrabili perché la relatività di Einstein ha spazzato via l'idea di uno spazio vuoto e tranquillo: «Pertanto» ha scritto Bloch «con l'abolizione di uno spazio vuoto e tranquillo, non accade nessun movimento verso di esso, ma solo un movimento relativo dei corpi l'uno in relazione agli altri e la loro stabilità dipende dalla scelta dei corpi presi come punti fissi di riferimento: dunque, al di là della complessità dei calcoli che ne deriverebbero, non appare affatto improponibile accettare, come si faceva nel passato, che la Terra sia stabile e che sia il Sole a muoversi». Il filosofo marxista non tornava certo all'universo tolemaico, né alle conoscenze scientifiche del tempo di Bellarmino e di Copernico, per i quali si potevano fare solo delle ipotesi. Bloch parlava in nome delle più avanzate scoperte scientifiche del XX secolo, esprimeva così - spiegava Ratzinger - «una concezione moderna delle scienze naturali». Infatti un'altra mente eccelsa del Novecento, grande nome del pensiero ebraico, una combattente contro il totalitarismo, Hannah Arendt, nel libro "Vita activa", scrive la stessa cosa: «Se gli scienziati precisano oggi che possiamo sostenere con egual validità sia che la Terra gira attorno al Sole, sia che il Sole gira attorno alla Terra, che entrambe le affermazioni corrispondono a fenomeni osservati, e che la differenza sta solo nella scelta del punto di riferimento, ciò non significa tornare alla posizione del cardinale Bellarmino e di Copernico, quando gli astronomi si muovevano tra semplici ipotesi. Significa piuttosto che abbiamo spostato il punto di Archimede in un punto più lontano dell'universo dove né la Terra né il Sole sono centri di un sistema universale. Significa che non ci sentiamo più legati nemmeno al Sole, scegliendo il nostro punto di riferimento ovunque convenga per uno scopo specifico».
Il secolo nichilista
Secondo la Arendt «per le effettive conquiste della scienza moderna il passaggio dal sistema eliocentrico a un sistema senza un centro fisso è tanto importante quanto fu, in passato, quello da una visione geocentrica del mondo a una eliocentrica». Ratzinger - uno dei grandi intellettuali del mondo moderno - lo ha capito molto bene e segnala, come la Arendt, la necessità di riflettere sulle conseguenze sociali di questo nuovo scenario e sull'uso che, in questa situazione, si fa della scienza.
Invece il mondo accademico italiano, più provinciale e ideologizzato, sembra ancora fermo al Seicento. Penso che il professor Ratzinger si riconoscerebbe in quest'altro pensiero della Arendt: «I primi 50 anni del nostro secolo hanno assistito a scoperte più importanti di tutte quelle della storia conosciuta. Tuttavia lo stesso fenomeno è criticato con egual diritto per l'aggravarsi non meno evidente della disperazione umana o per il nichilismo tipicamente moderno che si è diffuso in strati sempre più vasti della popolazione; l'aspetto più significativo di queste condizioni spirituali è di non risparmiare nemmeno più gli scienziati».
Ma vi pare che l'università italiana possa volare a queste altezze? Domina l'intolleranza, non c'è spazio per l'avventura della conoscenza e per l'inquietudine delle domande. C'è spazio solo per le piccole lotte di potere attorno al rettorato di cui ha parlato Asor Rosa al Corriere. Buonanotte Illuminismo.
© Copyright Libero, 15 gennaio 2008
(Socci spesso non mi piace ma questa volta mi sento di sottoscrivere ogni singola parola. AB)
di ANTONIO SOCCI
Un gruppo di professori dell'Università di Roma, in nome della "tolleranza", vuole che il Papa non parli nell'ateneo romano (l'intervento era stato richiesto dalle autorità accademiche). Strana idea di tolleranza. Il Pontefice sarebbe una figura che non ha niente a che fare con l'università?
A parte il fatto che a fondare l'università romana è stato proprio il papa. Praticamente è casa sua. Si legge infatti nello stesso sito internet dell'ateneo: «L'atto di nascita della Università di Roma reca la data del 20 aprile 1303; in questo giorno venne infatti promulgata da Papa Bonifacio VIII Caetani la Bolla In Supremae praeminentia Dignitatis, con la quale veniva proclamata la fondazione in Roma dello "Stu dium Urbis"».
Cosa ovvia, essendo la Chiesa all'origine di gran parte delle nostre istituzioni culturali. A parte poi il fatto che Joseph Ratzinger è appunto un docente universitario, anzi un luminare, uno dei più grandi intellettuali del nostro tempo, ed è casomai lui che fa onore all'Università di Roma intervenendo, e non l'Università che fa un favore al Papa.
A parte il fatto, infine, che i laici ogni tre secondi citano Voltaire («non condivido ciò che dici, ma mi batterò fino alla fine perché tu possa dirlo») e poi lo contraddicono nella pratica.
Ma l'aspetto più paradossale è un altro. Perché quello che viene imputato al Papa è di aver citato - in un discorso tenuto quando era cardinale un intellettuale laico-agnostico, un antidogmatico, un libertario, uno che insegnava a Berkeley dove cominciò la contestazione e che - da anarchico - applaudì alla rivolta, insomma uno dei loro, il celebre epistemologo Paul Feyerabend.
Ecco la sua frase citata dall'allora cardinale Ratzinger: «All'epoca di Galileo, la Chiesa rimase molto più fedele alla ragione dello stesso Galileo e prese in considerazione anche le conseguenze etiche e sociali della dottrina di Galilei. Il suo processo contro Galilei era razionale e giusto, mentre la sua attuale revisione si può giustificare solo con motivi di opportunità politica».
Il paradosso
In effetti la vicenda Galilei fu molto più complessa di quanto racconti la storia a fumetti che vede un Sant'Uffizio tenebroso che opprime l'illumi nato scienziato. E il cardinale Bellarmino, peraltro grande uomo di cultura, aveva le sue ragioni. Questo intendeva dire il filosofo Feyerabend.
La sua provocazione sul processo non era condivisa da Ratzinger che, oltretutto, fu colui che volle la revisione del "caso Galileo" con Giovanni Paolo II. Quindi è l'ultimo a poter essere oggi accusato per questo.
Ma - da studioso - ricostruendo il complesso dibattito moderno su quel caso, per far capire la complessità dei problemi e la pluralità delle posizioni, Ratzinger citò anche la celebre pagina di Feyerabend.
Quindi Ratzinger viene oggi "scomunicato" in base non al proprio pensiero, ma al pensiero di un altro. Che oltretutto è uno "scettico", uno della loro stessa area culturale laica (ma lui è coerente e rifiuta tutti i dogmi, anche i loro).
«Sono parole», scrivono i professori romani, «che, in quanto scienziati fedeli alla ragione e in quanto docenti che dedicano la loro vita all'avanza mento e alla diffusione delle conoscenze, ci offendono e ci umiliano». Ma - chiediamo, illustri professori - vi rendete conto che queste "parole" da voi citate e "scomunicate" appartengono non al Papa, ma ad un vostro illustre collega epistemologo che ha insegnato nei maggiori atenei? E come potete attribuire all'uno le parole dell'altro?
No, i professori non sentono ragioni. E sentenziano: «In nome della laicità della scienza e della cultura e nel rispetto di questo Ateneo aperto a docenti e studenti di ogni credo e di ogni ideologia, auspichiamo che l'incongruo evento possa ancora essere annullato».
Quindi, «in nome del rispetto di ogni credo» chiedono che non sia fatto parlare Benedetto XVI. Tutti, ma non lui.
Se non fossero fatti preoccupanti, ci sarebbe da ridere. Perché in quel discorso tenuto a Parma il 15 marzo 1990, evocato e "scomunicato" dai professori, il cardinale Ratzinger insieme a Feyerabend citava - su una linea analoga - anche un altro filosofo, il "marxista romantico" Ernst Bloch su cui sarebbe interessante sentire il parere dei professori della Sapienza.
Secondo Bloch sia il geocentrismo sia l'eliocentrismo si fondano su presupposti indimostrabili perché la relatività di Einstein ha spazzato via l'idea di uno spazio vuoto e tranquillo: «Pertanto» ha scritto Bloch «con l'abolizione di uno spazio vuoto e tranquillo, non accade nessun movimento verso di esso, ma solo un movimento relativo dei corpi l'uno in relazione agli altri e la loro stabilità dipende dalla scelta dei corpi presi come punti fissi di riferimento: dunque, al di là della complessità dei calcoli che ne deriverebbero, non appare affatto improponibile accettare, come si faceva nel passato, che la Terra sia stabile e che sia il Sole a muoversi». Il filosofo marxista non tornava certo all'universo tolemaico, né alle conoscenze scientifiche del tempo di Bellarmino e di Copernico, per i quali si potevano fare solo delle ipotesi. Bloch parlava in nome delle più avanzate scoperte scientifiche del XX secolo, esprimeva così - spiegava Ratzinger - «una concezione moderna delle scienze naturali». Infatti un'altra mente eccelsa del Novecento, grande nome del pensiero ebraico, una combattente contro il totalitarismo, Hannah Arendt, nel libro "Vita activa", scrive la stessa cosa: «Se gli scienziati precisano oggi che possiamo sostenere con egual validità sia che la Terra gira attorno al Sole, sia che il Sole gira attorno alla Terra, che entrambe le affermazioni corrispondono a fenomeni osservati, e che la differenza sta solo nella scelta del punto di riferimento, ciò non significa tornare alla posizione del cardinale Bellarmino e di Copernico, quando gli astronomi si muovevano tra semplici ipotesi. Significa piuttosto che abbiamo spostato il punto di Archimede in un punto più lontano dell'universo dove né la Terra né il Sole sono centri di un sistema universale. Significa che non ci sentiamo più legati nemmeno al Sole, scegliendo il nostro punto di riferimento ovunque convenga per uno scopo specifico».
Il secolo nichilista
Secondo la Arendt «per le effettive conquiste della scienza moderna il passaggio dal sistema eliocentrico a un sistema senza un centro fisso è tanto importante quanto fu, in passato, quello da una visione geocentrica del mondo a una eliocentrica». Ratzinger - uno dei grandi intellettuali del mondo moderno - lo ha capito molto bene e segnala, come la Arendt, la necessità di riflettere sulle conseguenze sociali di questo nuovo scenario e sull'uso che, in questa situazione, si fa della scienza.
Invece il mondo accademico italiano, più provinciale e ideologizzato, sembra ancora fermo al Seicento. Penso che il professor Ratzinger si riconoscerebbe in quest'altro pensiero della Arendt: «I primi 50 anni del nostro secolo hanno assistito a scoperte più importanti di tutte quelle della storia conosciuta. Tuttavia lo stesso fenomeno è criticato con egual diritto per l'aggravarsi non meno evidente della disperazione umana o per il nichilismo tipicamente moderno che si è diffuso in strati sempre più vasti della popolazione; l'aspetto più significativo di queste condizioni spirituali è di non risparmiare nemmeno più gli scienziati».
Ma vi pare che l'università italiana possa volare a queste altezze? Domina l'intolleranza, non c'è spazio per l'avventura della conoscenza e per l'inquietudine delle domande. C'è spazio solo per le piccole lotte di potere attorno al rettorato di cui ha parlato Asor Rosa al Corriere. Buonanotte Illuminismo.
© Copyright Libero, 15 gennaio 2008
(Socci spesso non mi piace ma questa volta mi sento di sottoscrivere ogni singola parola. AB)
lunedì, gennaio 14, 2008
Nei prossimi giorni questo blog festeggera' 100.000 pagine viste!
Chi sara' il 100millesimo visitatore?
Chi sara' il 100millesimo visitatore?
Il famoso principio di indeterminazione di Heidegger
Sto corregendo gli elaborati dell'esame di Introduzione alla Filosofia.
Alla domanda Presenta i concetti principali della filosofia di Heidegger uno studente scrive:
... from this philosophy we get Heidegger's Uncertainty Principle. We cannot know both the location and speed of an object, only one aspect. ...
Alla domanda Presenta i concetti principali della filosofia di Heidegger uno studente scrive:
... from this philosophy we get Heidegger's Uncertainty Principle. We cannot know both the location and speed of an object, only one aspect. ...
mercoledì, gennaio 09, 2008
venerdì, gennaio 04, 2008
Ethica
Ho scoperto solo da qualche giorno un blog, nato a settembre, dedicato a temi bioetici e filosofici: Ethica, a cura del Comitato Scientifico del Centro di Etica Generale ed Applicata (CEGA).
Tra l'altro, ospita un dibattito nato dalla presentazione del Manifesto di bioetica, i cui interventi principali ho raccolto sul mio Articoli Filosofici.
Tra l'altro, ospita un dibattito nato dalla presentazione del Manifesto di bioetica, i cui interventi principali ho raccolto sul mio Articoli Filosofici.
mercoledì, gennaio 02, 2008
Terra Santa
Il 1° Gennaio del 1968 Papa Paolo VI inviò un gruppo di giovani di AC a Gerusalemme per celebrare la prima Giornata della Pace, all'indomani della guerra dei Sei Giorni. A quarant'anni di distanza da quello storico pellegrinaggio, l'Azione Cattolica torna in Terra Santa per ripercorrere idealmente quel cammino e per celebrare insieme ai giovani di tutto il mondo la Giornata Mondiale della Pace. Il pellegrinaggio è organizzato dal FIAC (Forum Internazionale Azione Cattolica), si svolge dal 29 Dicembre al 6 Gennaio 2008 e vi partecipano 150 giovani provenienti da 4 continenti. I pellegrini sono ospiti dell'Azione Cattolica di Betlemme e di alcune comunità parrocchiali della Terra Santa e incontreranno, tra gli altri, il patriarca di Gerusalemme Sua Beatitudine Michel Sabbah. Online ogni giorno il diario di viaggio e alcuni spunti per condividere e seguire a distanza il pellegrinaggio.
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