giovedì, gennaio 17, 2008

Test

Grazie alla newsletter di Stefano Borselli, ho scoperto questo simpatico test di Bizblog.



Delle tre risposte alle seguenti domande, solo una è giusta. Dica il candidato quale.

1) Chi fu il primo a calcolare la velocità di accelerazione di un corpo in caduta libera?

a) Renè Descartes

b) Galileo Galilei

c) il gesuita G.B. Riccioli


2) Galileo Galilei, non abbiente, prima di terminare gli studi universitari, era già noto per aver scoperto che l'oscillazione di un pendolo di lunghezza determinata ha una frequenza costante. In seguito ...

a) Ottenne una borsa di studio riservata agli studenti indigenti ed entrò a far parte del corpo accademico

b) Gli venne negata la borsa di studio e pertanto abbandonò l'università

c) Gli venne negata la borsa di studio ma completò ugualmente gli studi ed entrò a far parte del corpo accademico


3) Le macchie solari ...

a) furono scoperte da Galileo e un gesuita lo accusò slealmente, al processo, di avergli rubato la scoperta

b) furono scoperte da un gesuita ma Galileo lo accusò slealmente, prima del processo, di avergli rubato la scoperta

c) Furono scoperte da Keplero


4) Il papa Urbano VIII (Maffeo Barberini), pontefice all'epoca del processo a Galileo ...

a) era un vecchio amico di Galileo e uomo colto e aggiornato in fatto di scienza

b) era un vecchio nemico di Galileo (che gli aveva trombato la sorella), e riteneva la nuova scienza inferiore alla magia

c) era un oscurantista dedito alla persecuzione di scienziati, maghi e uomini di cultura in genere.


5) Durante il processo Galileo

a) fu torturato a lungo fino all'abiura

b) non fece nemmeno un giorno di prigione, né subì alcuna tortura

c) fece circa 3 mesi di prigione a Castel Sant'Angelo


6) Quali furono le condizioni poste dagli inquisitori a Galileo?

a) Galileo avrebbe potuto sostenere l'eliocentrismo ma specificando che si trattava di una teoria non ancora dimostrata dai fatti

b) Galileo avrebbe dovuto sostenere che il sole girava intorno alla terra

c) A Galileo sarebbe stato vietato di guardare il cielo col cannocchiale, essendo il cannocchiale opera del demonio. Doveva inoltre dire 3 Paternoster e 4 Ave Maria tutte le mattine


7) La teoria eliocentrica ai tempi di Galileo

a) era già effettivamente dimostrabile da dati di fatto, come del resto Galileo fece al processo

b) non aveva ancora prove definitive e del resto Galileo non fu in grado di produrle al processo

c) era di dominio pubblico presso sette segrete



Profilo del test in base alle risposte:

7 risposte esatte: scommetto che non ti sei laureato, proprio come il buon Galileo. Guarda che rischi l'inquisizione anche tu. (stavolta, quella laicista, of course)

da 5 a 6 risposte esatte: non male; allora hai letto qualcosa oltre i giornali, i libri di testo scolastici e le dispense della facoltà.

dal 2 a 4 risposte esatte: Forse non ci crederai, ma sei al di sopra del lettore medio di Eugenio Scalfari.

1 risposta esatta: non ti disperare, sei nella media italiana.

0 risposte esatte: Bravo! Ammesso! Sei pronto per entrare nel Kollettivo studentesco daaaa Sapienza.




************

Risposte esatte : 1-c ; 2-b; 3-b; 4-a; 5-b; 6-a; 7-b

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Grazie.
Vorrei precisare che le notizie non le ho tratte da una Enciclopedia Pontificia, ma da "I pantaloni di Pitagora" di Margareth Wertheim, fisica australiana laicissima e femminista quasi ultras.
Però, onesta intellettualmente, mi pare.
http://en.wikipedia.org/wiki/Margaret_Wertheim

Riguardo alla domanda 1, riguardo a Riccioli non ho però trovato altri riscontri.
Sai qualcosa di più?

Angelo ha detto...

Grazie, biz.
Sinceramente, benche' una quindicina di anni fa abbia sostenuto un esame di Storia della Fisica, non sarei in grado di rispondere alla prima domanda. Ovvimanete e' da escludere Cartesio. Mi informero'.

Angelo ha detto...

Confermato! Riccioli e' il primo che ha calcolato sperimentalmente il valore dell'accelerazione.
La conferma l'ho trovata in Alexandre Koyre, An experiment in measurement, Proceeding of the American Philosophical Society, n. 4 (1955), p. 349.