Una poesia di Chesterton, che data il giorno della sua conversione, con traduzione del nostro amico Rodolfo Caroselli: "THE CONVERT
After one moment when I bowed my head
And the whole world turned over and came upright,
And I came out where the old road shone white,
I walked the ways and heard what all men said,
Forests of tongues, like autumn leaves unshed,
Being not unlovable but strange and light;
Old riddles and new creeds, not in despite
But softly, as men smile about the dead.
The sages have a hundred maps to give
That trace their crawling cosmos like a tree,
They rattle reason out through many a sieve
That stores the sand and lets the gold go free:
And all these things are less than dust to me
Because my name is Lazarus and I live.
IL CONVERTITO
Dopo un momento che, piegato il capo,
crollato il mondo, poi ritornò dritto,
uscii fuori: la strada biancheggiava,
giravo ed ascoltavo quella gente,
selve di lingue, foglie ormai ingiallite,
sgradite no, però sommesse e strane;
lievi vecchi misteri e nuovi credi
come a commemorare, senza scorno.
I saggi ti daranno cento mappe
guide ramificate dei lor cosmi,
sezionan la ragione coi setacci
che lascian l’oro per raccoglier sabbia;
ma questo è men che polvere per me:
perché il mio nome è Lazzaro e son vivo."
2 commenti:
Grazie per aver pubblicato la mia traduzione.
Ad ogni modo, devo dire che l'endecasillabo finale è:
"perché mi chiamo lazzaro e son vivo."
Rodolfo Caroselli
Correggo subito.
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