martedì, febbraio 02, 2016


La vera radice dei diritti

Il dibattito sulla legge Cirinnà, l’ascesa del tema del matrimonio gay come logica conseguenza dell’evoluzione della società. Ma dietro l’invocazione dei principi un altro interrogativo: basta la volontà di una maggioranza parlamentare per stabilire i diritti?

di Ernesto Galli della Loggia 


Non entrerò nel merito del disegno di legge Cirinnà che ormai si avvia comunque all’approvazione. Farò solo qualche osservazione sul modo in cui per settimane se ne è discusso (cominciando con il notare, tra parentesi, come ancora una volta, e su una questione così complessa e importante, la Rai abbia brillato per la sua assenza. A Viale Mazzini come del resto in tutte le tv italiane, si è convinti che ad approfondire qualsiasi tema, dall’emergenza climatica all’esistenza di Dio, basti e avanzi un bel talk show con l’onorevole Andrea Romano e l’onorevole Gasparri).
Una cosa soprattutto mi ha colpito: il prescrittivismo giuridicista, adoperato così di frequente — in questo come in molti altri casi del resto — dai sostenitori della legge. Sposarsi? È un diritto. Avere un figlio? Un diritto. Adottarlo? Un diritto anche questo. Tutti diritti, e naturalmente tutti rigorosamente statuiti, previsti, dedotti, dalla oggi sempre invocata «democrazia liberale» (oggi che tutti vi si sono convertiti), alias «la libertà». Chi si riconosce nell’una e nell’altra — a sentire i più — non può che riconoscersi necessariamente non solo nel disegno di legge Cirinnà ma anche, si direbbe, in qualunque richiesta dell’Arcigay. Nessuno si è chiesto, però, come mai, pur esistendo la suddetta «democrazia» da oltre un secolo, tuttavia è solo da una decina di anni che il matrimonio gay con le sue varie appendici è entrato (non senza qualche difficoltà) nell’elenco dei diritti che sempre la medesima «democrazia liberale» non potrebbe negare, si dice, se non negando se stessa. Ma come mai — è inevitabile chiedersi — la rivendicazione di un tale diritto in precedenza non era mai venuta in mente a nessuno, neppure ai più libertari tra i libertari? Gli omosessuali non sentivano forse, ieri, il bisogno di sposarsi e di avere figli? La democrazia non era abbastanza liberale? Non eravamo abbastanza democratici, o che?

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