martedì, gennaio 31, 2006
domenica, gennaio 29, 2006
Women demand tougher laws to curb abortions
Non solo in Italia ma anche nel Regno Unito sta cambiando l'atteggiamento dell'opinione pubblica nei confronti delle leggi sull'aborto.
A majority of women in Britain want the abortion laws to be tightened to make it harder, or impossible, for them to terminate a pregnancy.
Evidence of a widespread public demand for the government to further restrict women's right to have an abortion is revealed in a remarkable Observer opinion poll. The findings have reignited the highly-charged debate on abortion, and increased the pressure on Tony Blair to review the current time limits.
Dall'Observer di oggi.
A majority of women in Britain want the abortion laws to be tightened to make it harder, or impossible, for them to terminate a pregnancy.
Evidence of a widespread public demand for the government to further restrict women's right to have an abortion is revealed in a remarkable Observer opinion poll. The findings have reignited the highly-charged debate on abortion, and increased the pressure on Tony Blair to review the current time limits.
Dall'Observer di oggi.
Amici
Passeggiando per la blogosfera ho scoperto di avere nuovi amici:
Fanchi
Scarab[l]occhi
The missing link
Ma ho anche scoperto vecchi amici che hanno un blog:
Manuzza
Cogliandrone
O un sito personale:
Gianni Lattanzio
Ps. C'è anche runa.
Fanchi
Scarab[l]occhi
The missing link
Ma ho anche scoperto vecchi amici che hanno un blog:
Manuzza
Cogliandrone
O un sito personale:
Gianni Lattanzio
Ps. C'è anche runa.
venerdì, gennaio 27, 2006
Is this the Panzer Cardinal?
Le reazioni della stampa inglese alla prima enciclica di Benedetto XVI sembrano molto positive, specialmente da parte di chi non ti aspetti.
I started reading Deus Caritas Est expecting to be disappointed, chastised and generally laid low. An encyclical on love from a right-wing pope could only contain more damning condemnations of our materialistic, westernised society, more evocations of the “intrinsic evil” of contraception, married priests, homosexuality. It would surely continue the Church’s grand tradition of contempt for the erotic, a tradition that ensures a guilty hangover in any Roman Catholic who dares to indulge in lovemaking for any reason other than the primary one of reproduction. How wonderful it is to be proven wrong.
The Times
This is a remarkable, enjoyable and even endearing product of Pope Benedict’s first few months. If first encyclicals set the tone for a new papacy, then this one has begun quite brilliantly.
The Tablet
Dall'altra parte dell'Atlantico, il New York Times l'ha apprezzata, addirittura, perché non troppo ortodossa.
Pope Benedict XVI issued an erudite meditation on love and charity on Wednesday in a long-awaited first encyclical that presented Roman Catholicism's potential for good rather than imposing firm, potentially divisive rules for orthodoxy.
Se non l'avete ancora fatto, vi consiglio di leggerla e meditarla. (Se preferite la versione inglese, potete anche ascoltarla!)
E poi verificate la vostra comprensione con questo quiz.
Intanto ci si chiede quale sarà la prossima sorpresa di Benedetto XVI.
Forse un cardinale sposato?
PS. Pare che l'enciclica sia piaciuta anche ai protestanti tedeschi.
I started reading Deus Caritas Est expecting to be disappointed, chastised and generally laid low. An encyclical on love from a right-wing pope could only contain more damning condemnations of our materialistic, westernised society, more evocations of the “intrinsic evil” of contraception, married priests, homosexuality. It would surely continue the Church’s grand tradition of contempt for the erotic, a tradition that ensures a guilty hangover in any Roman Catholic who dares to indulge in lovemaking for any reason other than the primary one of reproduction. How wonderful it is to be proven wrong.
The Times
This is a remarkable, enjoyable and even endearing product of Pope Benedict’s first few months. If first encyclicals set the tone for a new papacy, then this one has begun quite brilliantly.
The Tablet
Dall'altra parte dell'Atlantico, il New York Times l'ha apprezzata, addirittura, perché non troppo ortodossa.
Pope Benedict XVI issued an erudite meditation on love and charity on Wednesday in a long-awaited first encyclical that presented Roman Catholicism's potential for good rather than imposing firm, potentially divisive rules for orthodoxy.
Se non l'avete ancora fatto, vi consiglio di leggerla e meditarla. (Se preferite la versione inglese, potete anche ascoltarla!)
E poi verificate la vostra comprensione con questo quiz.
Intanto ci si chiede quale sarà la prossima sorpresa di Benedetto XVI.
Forse un cardinale sposato?
PS. Pare che l'enciclica sia piaciuta anche ai protestanti tedeschi.
Regina Spektor
Sinceramente, io di questa Regina Spektor non conoscevo nulla fino a stamattina ma la fortuna ha voluto che due dei biglietti del suo concerto del 9 febbraio al Whelans siano andati al sottoscritto.
E allora, se non altro per rinoscenza, dovevo farle un po' di pubblicità, no?
martedì, gennaio 24, 2006
Pingpongpingpongpingpongpingpongpingpongpingpongpingpongpingpongpingpongpingpong
Anche voi pensate che il ping pong sia uno sport un po' noioso da guardare.
Bene, sul blog di Vince, è apparso questo breve video che vi farà ricredere.
Bene, sul blog di Vince, è apparso questo breve video che vi farà ricredere.
domenica, gennaio 22, 2006
John Paul’s debt to Marxism
Dall'ultimo numero del Tablet, un articolo sul debito di Giovanni Paolo II nei confronti del Marxismo.
venerdì, gennaio 20, 2006
It's the Demography, Stupid
E' la demografia, stupido!
La vera ragione per cui l'Occidente rischia l'estinzione.
La vera ragione per cui l'Occidente rischia l'estinzione.
giovedì, gennaio 19, 2006
Addio, Molly Malone
Tornare a Dublino dopo 11 anni è traumatico: la lasci sporca, affascinante e angusta come un cuore piegato dalle troppe delusioni, e la ritrovi, dopo il boom economico, rivestita da una patina di lusso che non riconosci. Chi scrive, undici anni fa per l’esattezza scrisse con amore delle case popolari del Nord malfamato, che cominciava appena alle spalle di O’Connell Street, con i bambini che giocavano nello spiazzale di terra battuta. E allora, romanticherie dell’età, pensava: saranno future glorie poetiche, musicali della nazione riottosa? Terroristi, quello mai. Neanche l’Irlanda povera di allora lasciava pensare al terrorismo: perché Dublino era una città a testa bassa, dove neanche i sogni bastavano più e dove, come accadeva a Jimmy Rabbitte nei Committments, al massimo Wilson Pickett poteva sfrecciarti accanto in limousine. Smessi i panni della sorella povera di Londra, la rassegnazione e l’incubo secolare di essere periferici ha abbandonato Dublino, che ormai - così ti accoglie all’aeroporto - celebra anche le sue glorie scientifiche. Non più solo Wilde, Shaw e Beckett. Grafton Street è ormai diventata una via alla moda, e neanche il Bailey’s è più il pub austero di una volta: è diventato un locale in stile pseudo parigino. E non è l’unico. Il vecchio Bewley’s, su Grafton street dal 1840, chiuderà. Il tempo giusto di prendere un tè per dirgli addio. E anche dentro, tra quei mobili di legno scuro e tra quelle vetrate colorate, si respira l’aria di un benessere che non si ricordava. Temple Bar e George Street sono ormai il passaggio spazio temporale per Londra, Soho, per la precisione.
(Continua su Ideazione)
(Continua su Ideazione)
martedì, gennaio 17, 2006
Drammatica generazionale
Qui potete seguire dal vivo le 2 lezioni che Noam Chomsky terrà nel mio college oggi alle 20 e giovedì alle 20, ore italiane.
La lezione di venerdì non verrà trasmessa. Peccato, perchè così non avrete occasione di vedere il sottoscritto girare tra il pubblico con il microfono in mano a raccogliere domande.
Ieri, intanto, il buon vecchio Noam è arrivato in Irlanda ma si è accorto che aveva il passaporto scaduto! E' dovuto intervenire d'urgenza il Ministro degli Esteri per farlo entrare. Quando si dice il potere del successo.
La lezione di venerdì non verrà trasmessa. Peccato, perchè così non avrete occasione di vedere il sottoscritto girare tra il pubblico con il microfono in mano a raccogliere domande.
Ieri, intanto, il buon vecchio Noam è arrivato in Irlanda ma si è accorto che aveva il passaporto scaduto! E' dovuto intervenire d'urgenza il Ministro degli Esteri per farlo entrare. Quando si dice il potere del successo.
lunedì, gennaio 16, 2006
Ricoeur a Napoli
Lunedì scorso abbiamo commemorato Paul Ricoeur a Napoli.
Qui sotto trovate l'articolo che Domenico Jervolino ha scritto per Il Mattino.
Io, rovistando tra le mie carte napoletane, ho ritrovato una breve intervista che feci a Ricoeur per conto di Ricerca, il mensile della FUCI, nel 1997 e che poi non fu mai pubblicata. Dovrei avere anche il nastro con la registrazione dell'intervista. Niente di eccezionale ma si tratta pur sempre di un inedito. Se c'è qualcuno che vuole pubblicarla su qualche rivista, mi contatti, altrimenti la metto sul blog.
Napoli ha ricordato ieri il suo cittadino onorario Paul Ricoeur, scomparso il 20 maggio dello scorso anno a novantadue anni. L'occasione e' stata offerta da un convegno a Palazzo Serra di Cassano con l'alto patrocinio del presidente Ciampi e la partecipazione di studiosi provenienti da tutto il mondo.
Forse il modo migliore per commemorare questo grande maestro e' quello di aprire le pagine dell'ultimo libro del 2004, Parcours de la reconnaissance, tradotto in italiano con il titolo Percorsi del riconoscimento (Cortina). E' un'opera che a me piace vedere come un dono che l'anziano filosofo lascia ai giovani filosofi del nuovo secolo. In questo senso si potrebbe anche leggere Parcours come un invito al filosofare.
Essa delinea un cammino che segue il progredire del triplice lavoro dell'identificare le cose, del riconoscere se stessi nel rapporto con gli altri, e della dialettica del riconoscimento reciproco, dove il senso attivo del verbo si converte in quello passivo dell'essere riconosciuto. Questo passaggio dall'attivo al passivo comporta una domanda di riconoscimento, domanda che pero' non cessa mai di essere esposta alla minaccia del misconoscimento.
In questo cammino vengono convocati i grandi autori della storia del pensiero, passando per quelle che lo studioso chiama (secondo un ordine piu' logico che cronologico) le tre vette della filosofia del riconoscimento: la vetta kantiana del riconoscimento-ricognizione degli oggetti, la vetta bergsoniana del riconoscimento delle immagini (in Materia e memoria, che affronta il problema attualissimo del rapporto pensiero-cervello), e la vetta hegeliana dell'Anerkennung, il riconoscimento reciproco dei soggetti a partire dalla lotta. E vengono rivisitati i grandi temi del pensiero ricoeuriano, degli ultimi anni ma anche di tutta la vita: l'agire e l'agente, l'uomo capace, la memoria e la promessa.
La posta in gioco etico-politica dell'intera ricerca emerge quando la tematica del riconoscimento reciproco affronta la sfida hobbesiana della concezione moderna della politica come fondata su una concezione dell'uomo che e' lupo rispetto all'altro uomo e che quindi sfugge alla guerra di tutti contro tutti solo a condizione di sottomettersi al potere assoluto dello stato. Ricoeur, che non ignora certo le desolazioni e la tristezza di una umanita' devastata dal male, e che e' consapevole dell'ineluttabilita' del conflitto, ciononostante non e' disponibile a lasciare alla violenza, alla guerra e al dominio dell'uomo sull'uomo l'ultima parola. Il suo colpo d'ala consiste nel legare il tema hegeliano della lotta per il riconoscimento a quello del dono. Nel dono, oltre la rete di rapporti interumani basati sullo scambio di dono e controdono, viene introdotta una logica di gratuita' e di generosita' mentre la valenza simbolica del donare mette in luce un elemento di festivita' dell'esistenza.
Si profila cosi' sullo sfondo la possibilita' di un fondamento nonviolento del legame sociale e di uno "stato di pace" come orizzonte - problematico, difficile ma non impossibile - di una umanita' ancora da costruire.
Credo che il miglior modo per onorare Ricoeur sarebbe la promozione da parte della citta' che lo ha avuto come suo cittadino di iniziative rivolte a promuovere la pace e l'incontro fra le culture, in particolare in una regione cosi' ricca di memorie storiche come quella euro-mediterranea, che rischia oggi di diventare una frontiera tormentata e insanguinata fra tre continenti e che invece solo nella pace e nel dialogo fra i popoli e le culture puo' ritrovare le sue radici piu' profonde e vitali.
Qui sotto trovate l'articolo che Domenico Jervolino ha scritto per Il Mattino.
Io, rovistando tra le mie carte napoletane, ho ritrovato una breve intervista che feci a Ricoeur per conto di Ricerca, il mensile della FUCI, nel 1997 e che poi non fu mai pubblicata. Dovrei avere anche il nastro con la registrazione dell'intervista. Niente di eccezionale ma si tratta pur sempre di un inedito. Se c'è qualcuno che vuole pubblicarla su qualche rivista, mi contatti, altrimenti la metto sul blog.
Napoli ha ricordato ieri il suo cittadino onorario Paul Ricoeur, scomparso il 20 maggio dello scorso anno a novantadue anni. L'occasione e' stata offerta da un convegno a Palazzo Serra di Cassano con l'alto patrocinio del presidente Ciampi e la partecipazione di studiosi provenienti da tutto il mondo.
Forse il modo migliore per commemorare questo grande maestro e' quello di aprire le pagine dell'ultimo libro del 2004, Parcours de la reconnaissance, tradotto in italiano con il titolo Percorsi del riconoscimento (Cortina). E' un'opera che a me piace vedere come un dono che l'anziano filosofo lascia ai giovani filosofi del nuovo secolo. In questo senso si potrebbe anche leggere Parcours come un invito al filosofare.
Essa delinea un cammino che segue il progredire del triplice lavoro dell'identificare le cose, del riconoscere se stessi nel rapporto con gli altri, e della dialettica del riconoscimento reciproco, dove il senso attivo del verbo si converte in quello passivo dell'essere riconosciuto. Questo passaggio dall'attivo al passivo comporta una domanda di riconoscimento, domanda che pero' non cessa mai di essere esposta alla minaccia del misconoscimento.
In questo cammino vengono convocati i grandi autori della storia del pensiero, passando per quelle che lo studioso chiama (secondo un ordine piu' logico che cronologico) le tre vette della filosofia del riconoscimento: la vetta kantiana del riconoscimento-ricognizione degli oggetti, la vetta bergsoniana del riconoscimento delle immagini (in Materia e memoria, che affronta il problema attualissimo del rapporto pensiero-cervello), e la vetta hegeliana dell'Anerkennung, il riconoscimento reciproco dei soggetti a partire dalla lotta. E vengono rivisitati i grandi temi del pensiero ricoeuriano, degli ultimi anni ma anche di tutta la vita: l'agire e l'agente, l'uomo capace, la memoria e la promessa.
La posta in gioco etico-politica dell'intera ricerca emerge quando la tematica del riconoscimento reciproco affronta la sfida hobbesiana della concezione moderna della politica come fondata su una concezione dell'uomo che e' lupo rispetto all'altro uomo e che quindi sfugge alla guerra di tutti contro tutti solo a condizione di sottomettersi al potere assoluto dello stato. Ricoeur, che non ignora certo le desolazioni e la tristezza di una umanita' devastata dal male, e che e' consapevole dell'ineluttabilita' del conflitto, ciononostante non e' disponibile a lasciare alla violenza, alla guerra e al dominio dell'uomo sull'uomo l'ultima parola. Il suo colpo d'ala consiste nel legare il tema hegeliano della lotta per il riconoscimento a quello del dono. Nel dono, oltre la rete di rapporti interumani basati sullo scambio di dono e controdono, viene introdotta una logica di gratuita' e di generosita' mentre la valenza simbolica del donare mette in luce un elemento di festivita' dell'esistenza.
Si profila cosi' sullo sfondo la possibilita' di un fondamento nonviolento del legame sociale e di uno "stato di pace" come orizzonte - problematico, difficile ma non impossibile - di una umanita' ancora da costruire.
Credo che il miglior modo per onorare Ricoeur sarebbe la promozione da parte della citta' che lo ha avuto come suo cittadino di iniziative rivolte a promuovere la pace e l'incontro fra le culture, in particolare in una regione cosi' ricca di memorie storiche come quella euro-mediterranea, che rischia oggi di diventare una frontiera tormentata e insanguinata fra tre continenti e che invece solo nella pace e nel dialogo fra i popoli e le culture puo' ritrovare le sue radici piu' profonde e vitali.
domenica, gennaio 15, 2006
Usciamodalsilenzio
Controllo delle nascite e questione femminile in un paese comunista.
(Attenzione, contiene immagini molto forti)
(Attenzione, contiene immagini molto forti)
The decline of an institution and the rise of its ideas
Sul prossimo numero del Weekly Standard c'è un interessantissimo articolo di Joseph Bottum sul cattolicesimo politico americano.
Bottum sostiene che mentre la gerarchia negli ultimi decenni ha sostanzialmente fallito, si è dimostrata inefficace ed ha perso credibilità a causa degli scandali, il ruolo dei laici cattolici in politica è andato crescendo fino ad assumere proporzioni inedite. La nomina di Alito alla Corte Suprema, ora a maggioranza cattolica, ne è un esempio.
L'analisi è approfondita ma, sintetizzando, Bottum sostiene con il declino del protestantesimo classico, è nata un'allenza anomala tra Evangelici, che hanno portato voti, e cattolici, che hanno fornito la forza intelletuale.
Dopo 200 anni di discriminazioni e umiliazioni, oggi il cattolicesimo americano è in crescita, sia per motivi demografici che per vigore nella vita pubblica.
In Italia, mi pare stia accadendo il contrario. Mancano grandi figure di politici cattolici, di qui il crescente ruolo pubblico della gerarchia che, godendo sostanzialmente di una fiducia popolare, cerca di supplire a questa mancanza.
Anche perché chi vorrebbe rappresentare il variegato mondo cattolico italiano, sia a destra che sinistra, appare sempre più sbiadito, compromettente, interessato, inaffidabile.
(Vabbè, volevo parlare dell'America e alla fine m'è venuta la nostalgia per la Democrazia Cristiana. Leggetevi l'articolo, che è meglio)
PS. La discussione continua su First Things.
Bottum sostiene che mentre la gerarchia negli ultimi decenni ha sostanzialmente fallito, si è dimostrata inefficace ed ha perso credibilità a causa degli scandali, il ruolo dei laici cattolici in politica è andato crescendo fino ad assumere proporzioni inedite. La nomina di Alito alla Corte Suprema, ora a maggioranza cattolica, ne è un esempio.
L'analisi è approfondita ma, sintetizzando, Bottum sostiene con il declino del protestantesimo classico, è nata un'allenza anomala tra Evangelici, che hanno portato voti, e cattolici, che hanno fornito la forza intelletuale.
Dopo 200 anni di discriminazioni e umiliazioni, oggi il cattolicesimo americano è in crescita, sia per motivi demografici che per vigore nella vita pubblica.
In Italia, mi pare stia accadendo il contrario. Mancano grandi figure di politici cattolici, di qui il crescente ruolo pubblico della gerarchia che, godendo sostanzialmente di una fiducia popolare, cerca di supplire a questa mancanza.
Anche perché chi vorrebbe rappresentare il variegato mondo cattolico italiano, sia a destra che sinistra, appare sempre più sbiadito, compromettente, interessato, inaffidabile.
(Vabbè, volevo parlare dell'America e alla fine m'è venuta la nostalgia per la Democrazia Cristiana. Leggetevi l'articolo, che è meglio)
PS. La discussione continua su First Things.
sabato, gennaio 14, 2006
Poeti e naviganti
Bentornati, senatori,
dalle feste e dai ristori
tutti insieme per votare
la gran legge secolare:
la piu' urgente, la piu' bella,
si', la legge Pecorella.
Ma quant'e' curioso il mondo
nel suo gran girare in tondo
che fa nascere d'incanto
una legge che puo' tanto.
E la scrive un avvocato
per salvare il suo imputato,
che poi, caso assai moderno,
e' anche capo del Governo,
mentre invece l'avvocato
e' un potente deputato.
Ah, che idea stupefacente,
non si trova un precedente.
E' un esempio da manuale
di cultura occidentale
che sa metter le persone
sopra la Costituzione.
E ora e' bello, edificante,
che di voci ne sian tante
- di giuristi, ex magistrati,
di causidici, avvocati -
pronte intrepide a spiegare
che la legge e' da votare,
poiche' vuole la dottrina
che il diritto su una china
piu' virtuosa scorrera'
se la norma si fara'.
Ma pensate che bellezza
per un reo, l'aver certezza
che se il giudice e' impaurito
o corrotto o scimunito,
potra' dar l'assoluzione
senza alcuna sconfessione,
che' il processo finira'
e un macigno calera'
sull'accusa dello Stato
e su chi subi' il reato.
Che trionfo, che tripudio!
E per Silvio che preludio
a una dolce terza eta',
l'assoluta impunita'.
Bentornati, senatori,
per la fine dei lavori.
Cinque anni incominciati
coi tesori detassati,
poi vissuti con amore
a far leggi di favore:
rogatorie, suspicioni,
lodi, falsi e prescrizioni,
approvate in frenesia
e con gran democrazia,
che chi c'e' non puo' parlare
e chi e' assente puo' votare.
Mentre al pubblico, in diretta,
lui giurava: "Date retta,
se non si combina niente
sui problemi della gente
colpa e' di opposizioni,
Parlamento e Commissioni!"
Bravi voi che con tempismo
combattete il comunismo,
anche se nell'ossessione
ce l'aveste una ragione:
falsa e' di Marx la tesi
che lo Stato e' dei borghesi;
ci insegnaste voi del Polo
che lo Stato e' di uno solo.
Or votando con l'inchino
si completi il gran bottino
delle leggi personali,
questo sconcio senza eguali.
Del diritto sia mattanza.
Ma l'Italia ne ha abbastanza.
Nando Dalla Chiesa
Senato della Repubblica, 12 gennaio 2006.
dalle feste e dai ristori
tutti insieme per votare
la gran legge secolare:
la piu' urgente, la piu' bella,
si', la legge Pecorella.
Ma quant'e' curioso il mondo
nel suo gran girare in tondo
che fa nascere d'incanto
una legge che puo' tanto.
E la scrive un avvocato
per salvare il suo imputato,
che poi, caso assai moderno,
e' anche capo del Governo,
mentre invece l'avvocato
e' un potente deputato.
Ah, che idea stupefacente,
non si trova un precedente.
E' un esempio da manuale
di cultura occidentale
che sa metter le persone
sopra la Costituzione.
E ora e' bello, edificante,
che di voci ne sian tante
- di giuristi, ex magistrati,
di causidici, avvocati -
pronte intrepide a spiegare
che la legge e' da votare,
poiche' vuole la dottrina
che il diritto su una china
piu' virtuosa scorrera'
se la norma si fara'.
Ma pensate che bellezza
per un reo, l'aver certezza
che se il giudice e' impaurito
o corrotto o scimunito,
potra' dar l'assoluzione
senza alcuna sconfessione,
che' il processo finira'
e un macigno calera'
sull'accusa dello Stato
e su chi subi' il reato.
Che trionfo, che tripudio!
E per Silvio che preludio
a una dolce terza eta',
l'assoluta impunita'.
Bentornati, senatori,
per la fine dei lavori.
Cinque anni incominciati
coi tesori detassati,
poi vissuti con amore
a far leggi di favore:
rogatorie, suspicioni,
lodi, falsi e prescrizioni,
approvate in frenesia
e con gran democrazia,
che chi c'e' non puo' parlare
e chi e' assente puo' votare.
Mentre al pubblico, in diretta,
lui giurava: "Date retta,
se non si combina niente
sui problemi della gente
colpa e' di opposizioni,
Parlamento e Commissioni!"
Bravi voi che con tempismo
combattete il comunismo,
anche se nell'ossessione
ce l'aveste una ragione:
falsa e' di Marx la tesi
che lo Stato e' dei borghesi;
ci insegnaste voi del Polo
che lo Stato e' di uno solo.
Or votando con l'inchino
si completi il gran bottino
delle leggi personali,
questo sconcio senza eguali.
Del diritto sia mattanza.
Ma l'Italia ne ha abbastanza.
Nando Dalla Chiesa
Senato della Repubblica, 12 gennaio 2006.
venerdì, gennaio 13, 2006
Come demolire una chiesa domestica.
V'è capitato mai di temere di cancellare per sbaglio, in un colpo solo, tutto il vostro blog?
Alberico l'ha fatto! Consoliamolo un po'.
Alberico l'ha fatto! Consoliamolo un po'.
Le cronache di Angelo
La vacanza italiana si è conclusa e sono nuovamente a Dublino.
Ho trascorso 3 tranquille settimane in famiglia. Blathnaid è venuta a trovarci per cinque giorni e, tra le altre cose, abbiamo visitato Roma.
Io ho avuto il tempo di leggere quattro bei libri dei quali vi parlerò a breve e di andare al cinema.
Andate a vedere Le cronache di Narnia e portate con voi dei bambini.
Di Lewis, che tra l'altro è irlandese, ho letto diversi libri ma non le Cronache. Avevo espresso il desiderio di vedere al cinema il primo episodio ma Blathnaid, che da bambina aveva letto il libro senza apprezzarlo, me lo ha sconsigliato.
Bene, alla fine lei ci è andata con le nipotine e le è piaciuto così tanto che quando è venuta in Italia l'ha voluto rivedere in italiano. Questa volta c'ero anche io, insieme ad altri bambini.
Il film è affascinante, a me è piaciuto molto più del Signore degli Anelli e abbonda di significati teologici.
Qui trovate una bella riflessione sul leone Aslan.
(Aslan è anche il nome di una pop band irlandese.)
ps. Leone o agnello?
sabato, gennaio 07, 2006
Words of the year
At their annual meeting in Albuquerque, New Mexico, on Friday evening, the members of the American Dialect Society voted for their words of the year in a process that was
described as "serious but far from solemn". Their Word of the Year is the odd term "truthiness". First heard on the Colbert Report, a satirical mock news show on the Comedy Channel, "truthiness" refers to the quality of stating concepts or facts one wishes or believes to be true rather than those known to be true. "Podcast", a digital feed containing audio or video files for downloading to a portable MP3 player, was voted Most Useful Word, while "whale tail", the appearance of thong or g-string underwear above the waistband of pants, shorts or skirt, won the Most Creative section. The award for the Most Outrageous Word of 2005 went to "crotchfruit", a child or children (perhaps inspired by the expression the fruit of one's loins, it began among proponents of child-free public spaces, but has since spread to parents who use it jocularly). The word voted Most Likely to Succeed went to "sudoku", the number puzzle (which has already succeeded in the UK beyond all understanding) while the one Least Likely to Succeed was "pope-squatting", registering a domain name that is the same as that of a new pope before the pope chooses his official name in order to profit from it. In a special category for this year only, the best Tom-Cruise-Related Word was "jump the couch", to exhibit strange or frenetic behaviour, a term inspired by the couch-bouncing antics of Tom Cruise on Oprah Winfrey's talk show in May; it derives from an earlier term, "jump the shark", meaning to (irretrievably) diminish in quality; to outlast public interest or popular support.
Michael Quinion
described as "serious but far from solemn". Their Word of the Year is the odd term "truthiness". First heard on the Colbert Report, a satirical mock news show on the Comedy Channel, "truthiness" refers to the quality of stating concepts or facts one wishes or believes to be true rather than those known to be true. "Podcast", a digital feed containing audio or video files for downloading to a portable MP3 player, was voted Most Useful Word, while "whale tail", the appearance of thong or g-string underwear above the waistband of pants, shorts or skirt, won the Most Creative section. The award for the Most Outrageous Word of 2005 went to "crotchfruit", a child or children (perhaps inspired by the expression the fruit of one's loins, it began among proponents of child-free public spaces, but has since spread to parents who use it jocularly). The word voted Most Likely to Succeed went to "sudoku", the number puzzle (which has already succeeded in the UK beyond all understanding) while the one Least Likely to Succeed was "pope-squatting", registering a domain name that is the same as that of a new pope before the pope chooses his official name in order to profit from it. In a special category for this year only, the best Tom-Cruise-Related Word was "jump the couch", to exhibit strange or frenetic behaviour, a term inspired by the couch-bouncing antics of Tom Cruise on Oprah Winfrey's talk show in May; it derives from an earlier term, "jump the shark", meaning to (irretrievably) diminish in quality; to outlast public interest or popular support.
Michael Quinion
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