Ore 4.25 il sole è finalmente sorto e ci sono almeno 4 appartamenti in cui si continua a festeggiare.
Hey, you have to hide your love away.
sabato, maggio 31, 2003
Entro il 6 bisogna lasciare il residence quindi questo è l'ultimo finesettimana.
C'è un'aria insolita, molto festaiola ma anche triste perchè molti l'anno prossimo non torneranno.
Io ormai mi sono abituato agli addii ad una vita di partenze; se partire è un po' morire, vivere è morire un po' ogni giorno quindi buon viaggio a tutti e andiamo a festeggiare la vita.
C'è un'aria insolita, molto festaiola ma anche triste perchè molti l'anno prossimo non torneranno.
Io ormai mi sono abituato agli addii ad una vita di partenze; se partire è un po' morire, vivere è morire un po' ogni giorno quindi buon viaggio a tutti e andiamo a festeggiare la vita.
giovedì, maggio 29, 2003
La incontrai per caso a Messina,
proveniva da Canicattì
prese posto sulla littorina,
che partiva gremita quel di
Al mio sguardo, ben chiaro e palese,
sorridendo rispose di sì
Allora io, col mio nobile inglese,
sottovoce le dissi così:
Miss, mia cara Miss,
io faccio il fesso
ma fesso non so'
Miss, mia dolce Miss
son genuflesso ai tuoi piedi però
Insisto e cantoti
quel canto che sai tu
il cantico dei cantici
"Nel blù dipinto di blù"
Miss, mia cara Miss,
faccio a scummessa
che tu sai già cos'è
Miss, mia cara Miss,
tu l'hai capito
io che voglio da te
Miss, mia cara Miss,
nu cuoppo allesse
io divento pe' te
Miss, mia dolce Miss,
scaveme a fossa
ca io moro pe tte
Perdonami se cantoti
quel canto che sai tu
il cantico dei cantici
"Nel blù dipinto di blù"
Miss, mia cara Miss,
faccio a scummessa
ca io mi sposo a tte
Miss, mia dolce Miss,
io voglio il bis e,
tu già sai di che.
La baciai, mi baciò; ci baciammo,
stretti stretti abbracciati così
per un'ora e tre quarti filammo
tutt'assieme sparò mezzodì
Or mi scrive una lettera al mese
e mi dice:«Mio caro mimì,
io rispondo al tuo nobile inglese
ma però nun riesco a capi'.
Sono questi piccoli capolavori che ti fanno sentire orgoglioso di essere italiano e meridionale.
Comunque, piu' ci penso. e piu' sono convinto che in inglese farebbe piu' o meno cosi'.
I once had a girl,
Or should I say
She once had me.
She showed me her room,
Isn’t it good?
Norwegian wood.
She asked my to stay and she told me to sit anywhere,
So I looked around and I noticed there wasn’t a chair.
I sat on a rug
Biding my time,
Drinking her wine.
We talked until two,
And then she said,
‘It’s time for bed’.
She told me she worked in the morning and started to laugh,
I told her I didn’t, and crawled off to sleep in the bath.
And when I awoke
I was alone,
This bird has flown,
So I lit a fire,
Isn’t it good?
Norwegian wood.
proveniva da Canicattì
prese posto sulla littorina,
che partiva gremita quel di
Al mio sguardo, ben chiaro e palese,
sorridendo rispose di sì
Allora io, col mio nobile inglese,
sottovoce le dissi così:
Miss, mia cara Miss,
io faccio il fesso
ma fesso non so'
Miss, mia dolce Miss
son genuflesso ai tuoi piedi però
Insisto e cantoti
quel canto che sai tu
il cantico dei cantici
"Nel blù dipinto di blù"
Miss, mia cara Miss,
faccio a scummessa
che tu sai già cos'è
Miss, mia cara Miss,
tu l'hai capito
io che voglio da te
Miss, mia cara Miss,
nu cuoppo allesse
io divento pe' te
Miss, mia dolce Miss,
scaveme a fossa
ca io moro pe tte
Perdonami se cantoti
quel canto che sai tu
il cantico dei cantici
"Nel blù dipinto di blù"
Miss, mia cara Miss,
faccio a scummessa
ca io mi sposo a tte
Miss, mia dolce Miss,
io voglio il bis e,
tu già sai di che.
La baciai, mi baciò; ci baciammo,
stretti stretti abbracciati così
per un'ora e tre quarti filammo
tutt'assieme sparò mezzodì
Or mi scrive una lettera al mese
e mi dice:«Mio caro mimì,
io rispondo al tuo nobile inglese
ma però nun riesco a capi'.
Sono questi piccoli capolavori che ti fanno sentire orgoglioso di essere italiano e meridionale.
Comunque, piu' ci penso. e piu' sono convinto che in inglese farebbe piu' o meno cosi'.
I once had a girl,
Or should I say
She once had me.
She showed me her room,
Isn’t it good?
Norwegian wood.
She asked my to stay and she told me to sit anywhere,
So I looked around and I noticed there wasn’t a chair.
I sat on a rug
Biding my time,
Drinking her wine.
We talked until two,
And then she said,
‘It’s time for bed’.
She told me she worked in the morning and started to laugh,
I told her I didn’t, and crawled off to sleep in the bath.
And when I awoke
I was alone,
This bird has flown,
So I lit a fire,
Isn’t it good?
Norwegian wood.
mercoledì, maggio 28, 2003
Da Il Riformista di oggi
POLITICA ESTERA. VINCE LA CANZONE TURCA. CLAMOROSA DEBACLE INGLESE: «NUL POINTS»
All'Eurofestival, dove domina la geostrategia
La kermesse musicale sarà pure kitsch, ma è il foro in cui si sperimentano i futuri assetti del Vecchio Continente
Lo scorso sabato sera, quando in Italia non si faceva nulla di particolare, il vastissimo bacino dei «telespettatori nazionalpopolari» di una quarantina di altri paesi europei e limitrofi, era incollato davanti all'evento televisivo annuale più significativo del Vecchio Continente, l'Eurovision Song Contest, detto in italiano (quando mai viene nominato) «l'Eurofestival». Tre le novità di questa 47esima edizione. La vittoria della Turchia, eterno outsider della contesa, con Everyway that I can, un implausibile mix di blando Europop con ritmi e mossettine medio orientaleggianti, di Sertab Erener. Per la prima volta, inoltre, dalla sua fondazione a Lugano, nel 1956, il Regno Unito, unica iperpotenza europea della musica pop, ha registrato zero punti, o nul points, nel canonico linguaggio eurofestivalese, che continua a alternarsi in inglese e in francese. Infine, la Lettonia, paese ospitante di quest'edizione (avendo vinto quella dell'anno scorso in Estonia) ha confezionato un prodotto televisivo cosi professionale e vincente (la sua canzone quest'anno è finita terzultima) che è paragonabile in termini di pubbliche relazioni solo allo spettacolo delle Olimpiadi di Sydney.
Ricca la rassegna stampa dei quotidiani che hanno dedicato pagine intere e persino seri editoriali all'avvenimento. Il tabloid tedesco Bild ironizza con caratteristico schadenfreude sull'Inghilterra «Madrepatria del pop che non ha preso un solo voto». Il Daily News di Valletta fa autocritica, «Malta ottiene il suo peggiore risultato della storia» (la sua piccola ex-colonia mediterranea ha superato il Regno Unito da una sola posizione). L'autorevole El Mundo madrileno fa il punto politico, «Vincendo l'Eurovision, la Turchia si sente già un po' più europea», mentre Milliyet, testata popolare d'Istanbul, ha gridato la vittoria con un titolo calcistico: «Sertab ce l'ha fatta dopo 28 anni: finalmente abbiamo raagiunto la lieta fine della nostra lunghissima avventura in Eurovisione». Malizioso il commentino politico dell'australiano Sunday Times, «Poms caned in Eurovision (gli stronzi inglesi bastonati): isolamento dall'Europa sottolineato dalla mancanza di un solo voto». Su tutti i broadsheets londinesi abbondano i dettagli analitici dei fatti. Il Daily Telegraph, ha pubblicato un'accurata mappa che divideva il Vecchio Continente in «sfere di influenza» delle tre nazioni più votate (Turchia, Russia e Belgio, pensate), come ai tempi del Congresso di Vienna del 1815.
Pochi hanno negato che la canzone inglese Cry Baby non fosse granchè, anche se i Jemini sono protetti da Sir Paul McCartney in persona. Ha prevalso però uno spirito di autocommiserazione degno del peggiore vittimismo italiano: «il resto dell'Europa ce l'ha con noi per la guerra in Iraq e per l'atteggiamento defilato verso il progetto europeo». Paranoia dietrologica in salsa britannica? Non esattamente: malgrado le regole fisse dall'organizzatore, esiste una tradizione del cross-voting all'Eurofestival che è riconosciuta e condivisa da tutti. Nonostante i brutti ricordi politici, i paesi slavi e post-sovietici si scambiano i voti, lo stesso succede tra i due popoli iberici e tra i paesi scandinavi. La Germania e la Turchia si danno sempre il massimo dei punti (galeotti i gastarbeiter) come Cipro e Grecia. E per tradizione, Germania e Francia non votano mai il nemico oltre la Manica. E cosi palese il «voto simbolico» (nulla a che vedere con l'ufficiale raccolta scientifica dei voti telefonici, via internet o Sms) che il rappresentante di Cipro (che ha dato come sempre i suoi rituali 12 punti alla Grecia) ha annunciato: «negli interessi della pace… diamo otto punti alla Turchia».
Per i popoli poco politicizzati dell'Europa e dintorni, l'Eurofestival rimane, nonostante le sue pessime abitudini (oltre il voto bulgaro, le canzoni sono quasi sempre pessime, i costumi e le coreografie indicibili), forse il più impotrante momento di aggregazione culturale e sociale. Di basso livello culturale, certo, ma anche di avanguardia politica. I paesi dell'Est ne partecipano dal 1993 (ben prima di entrare in Nato e Ue), la Turchia e persino l'Israele da quasi 30 anni. Tutti i vari statarelli dell'ex Jugoslavia ci si ritrovano, e malgrado i fattacci degli anni 90, si «cross-votano».
Per chiunque voglia fare amicizia in Europea, partecipare all'Eurofestival è un imperativo geostrategico. Lo sanno bene i quattro paesi del suo «Consiglio di Sicurezza», Francia, Regno Unito, Francia e Spagna, gli unici che a causa del massiccio contributo monetario offerto dall'organizzazione, non possano esservi esclusi. Farà schifo, ma è troppo importante per mantenere i rapporti internazionali.
E pensare che l'Eurofestival nasce nel 1956 come emanazione europea del Festival di Sanremo. Foro per eccellenza del paese della canzoncina per eccellenza, che ha vinto solo due volte (Gigliola Cinguetti con Non ho l'età in 1964 e Totò Cotugno con Insieme: 1992 nel 1990), ma che ci ha sempre mandato i suoi cantanti migliori, da Claudio Villa e Domenico Modugno (Nel Blu dipinto di Blu, nel 1958, ma non ha vinto, come agli Oscar, dove spesso non vincono i migliori film) alla buonanima bagnarota la Mia Martini (tre volte). La mancanza dell'Italia diventa sempre più clamorosa. Bisogna chiedersi infatti perché il governo Berlusconi, noto anche per la simpatia verso la musica leggera e lo svago, non ne abbia fatto una priorità assoluta della sua politica estera. Come fanno i francesi con la Nato, gli inglesi con l'Euro e gli americani con Kyoto, l'Italia snobba l'Eurofestival. E ci rimette.
POLITICA ESTERA. VINCE LA CANZONE TURCA. CLAMOROSA DEBACLE INGLESE: «NUL POINTS»
All'Eurofestival, dove domina la geostrategia
La kermesse musicale sarà pure kitsch, ma è il foro in cui si sperimentano i futuri assetti del Vecchio Continente
Lo scorso sabato sera, quando in Italia non si faceva nulla di particolare, il vastissimo bacino dei «telespettatori nazionalpopolari» di una quarantina di altri paesi europei e limitrofi, era incollato davanti all'evento televisivo annuale più significativo del Vecchio Continente, l'Eurovision Song Contest, detto in italiano (quando mai viene nominato) «l'Eurofestival». Tre le novità di questa 47esima edizione. La vittoria della Turchia, eterno outsider della contesa, con Everyway that I can, un implausibile mix di blando Europop con ritmi e mossettine medio orientaleggianti, di Sertab Erener. Per la prima volta, inoltre, dalla sua fondazione a Lugano, nel 1956, il Regno Unito, unica iperpotenza europea della musica pop, ha registrato zero punti, o nul points, nel canonico linguaggio eurofestivalese, che continua a alternarsi in inglese e in francese. Infine, la Lettonia, paese ospitante di quest'edizione (avendo vinto quella dell'anno scorso in Estonia) ha confezionato un prodotto televisivo cosi professionale e vincente (la sua canzone quest'anno è finita terzultima) che è paragonabile in termini di pubbliche relazioni solo allo spettacolo delle Olimpiadi di Sydney.
Ricca la rassegna stampa dei quotidiani che hanno dedicato pagine intere e persino seri editoriali all'avvenimento. Il tabloid tedesco Bild ironizza con caratteristico schadenfreude sull'Inghilterra «Madrepatria del pop che non ha preso un solo voto». Il Daily News di Valletta fa autocritica, «Malta ottiene il suo peggiore risultato della storia» (la sua piccola ex-colonia mediterranea ha superato il Regno Unito da una sola posizione). L'autorevole El Mundo madrileno fa il punto politico, «Vincendo l'Eurovision, la Turchia si sente già un po' più europea», mentre Milliyet, testata popolare d'Istanbul, ha gridato la vittoria con un titolo calcistico: «Sertab ce l'ha fatta dopo 28 anni: finalmente abbiamo raagiunto la lieta fine della nostra lunghissima avventura in Eurovisione». Malizioso il commentino politico dell'australiano Sunday Times, «Poms caned in Eurovision (gli stronzi inglesi bastonati): isolamento dall'Europa sottolineato dalla mancanza di un solo voto». Su tutti i broadsheets londinesi abbondano i dettagli analitici dei fatti. Il Daily Telegraph, ha pubblicato un'accurata mappa che divideva il Vecchio Continente in «sfere di influenza» delle tre nazioni più votate (Turchia, Russia e Belgio, pensate), come ai tempi del Congresso di Vienna del 1815.
Pochi hanno negato che la canzone inglese Cry Baby non fosse granchè, anche se i Jemini sono protetti da Sir Paul McCartney in persona. Ha prevalso però uno spirito di autocommiserazione degno del peggiore vittimismo italiano: «il resto dell'Europa ce l'ha con noi per la guerra in Iraq e per l'atteggiamento defilato verso il progetto europeo». Paranoia dietrologica in salsa britannica? Non esattamente: malgrado le regole fisse dall'organizzatore, esiste una tradizione del cross-voting all'Eurofestival che è riconosciuta e condivisa da tutti. Nonostante i brutti ricordi politici, i paesi slavi e post-sovietici si scambiano i voti, lo stesso succede tra i due popoli iberici e tra i paesi scandinavi. La Germania e la Turchia si danno sempre il massimo dei punti (galeotti i gastarbeiter) come Cipro e Grecia. E per tradizione, Germania e Francia non votano mai il nemico oltre la Manica. E cosi palese il «voto simbolico» (nulla a che vedere con l'ufficiale raccolta scientifica dei voti telefonici, via internet o Sms) che il rappresentante di Cipro (che ha dato come sempre i suoi rituali 12 punti alla Grecia) ha annunciato: «negli interessi della pace… diamo otto punti alla Turchia».
Per i popoli poco politicizzati dell'Europa e dintorni, l'Eurofestival rimane, nonostante le sue pessime abitudini (oltre il voto bulgaro, le canzoni sono quasi sempre pessime, i costumi e le coreografie indicibili), forse il più impotrante momento di aggregazione culturale e sociale. Di basso livello culturale, certo, ma anche di avanguardia politica. I paesi dell'Est ne partecipano dal 1993 (ben prima di entrare in Nato e Ue), la Turchia e persino l'Israele da quasi 30 anni. Tutti i vari statarelli dell'ex Jugoslavia ci si ritrovano, e malgrado i fattacci degli anni 90, si «cross-votano».
Per chiunque voglia fare amicizia in Europea, partecipare all'Eurofestival è un imperativo geostrategico. Lo sanno bene i quattro paesi del suo «Consiglio di Sicurezza», Francia, Regno Unito, Francia e Spagna, gli unici che a causa del massiccio contributo monetario offerto dall'organizzazione, non possano esservi esclusi. Farà schifo, ma è troppo importante per mantenere i rapporti internazionali.
E pensare che l'Eurofestival nasce nel 1956 come emanazione europea del Festival di Sanremo. Foro per eccellenza del paese della canzoncina per eccellenza, che ha vinto solo due volte (Gigliola Cinguetti con Non ho l'età in 1964 e Totò Cotugno con Insieme: 1992 nel 1990), ma che ci ha sempre mandato i suoi cantanti migliori, da Claudio Villa e Domenico Modugno (Nel Blu dipinto di Blu, nel 1958, ma non ha vinto, come agli Oscar, dove spesso non vincono i migliori film) alla buonanima bagnarota la Mia Martini (tre volte). La mancanza dell'Italia diventa sempre più clamorosa. Bisogna chiedersi infatti perché il governo Berlusconi, noto anche per la simpatia verso la musica leggera e lo svago, non ne abbia fatto una priorità assoluta della sua politica estera. Come fanno i francesi con la Nato, gli inglesi con l'Euro e gli americani con Kyoto, l'Italia snobba l'Eurofestival. E ci rimette.
Ave Maria
Where is the justice in this world?
The wicked make so much noise
The right stay oddly still
With no wisdom, all of the riches in the world
Strength is not without humility
Its weakness an untreatable disease
And war is always the choice
Of the chosen who will not have to fight
Ave Maria
Strength is not without humility
Its weakness an untreatable disease
And war is always the choice
Of the chosen who will not have to fight
Ave Maria
Bono
Where is the justice in this world?
The wicked make so much noise
The right stay oddly still
With no wisdom, all of the riches in the world
Strength is not without humility
Its weakness an untreatable disease
And war is always the choice
Of the chosen who will not have to fight
Ave Maria
Strength is not without humility
Its weakness an untreatable disease
And war is always the choice
Of the chosen who will not have to fight
Ave Maria
Bono
martedì, maggio 27, 2003
Domani con Repubblica uscirà un libro di John Fante.
Ne consiglio la lettura per motivi puramente campanilistici. Questo scrittore americano ha origini abruzzesi, il padre ed il nonno erano nati a Torricella Peligna, a pochi chilometri da casa mia. L'ultimo spettacolo che ho visto al teatro del mio adorato paesello era proprio liberamente ispirato alla saga di Bandini.
Piuttosto sfortunato in vita, Fante è stato riscoperto grazie al figlio e a Bukowski.
Ne consiglio la lettura per motivi puramente campanilistici. Questo scrittore americano ha origini abruzzesi, il padre ed il nonno erano nati a Torricella Peligna, a pochi chilometri da casa mia. L'ultimo spettacolo che ho visto al teatro del mio adorato paesello era proprio liberamente ispirato alla saga di Bandini.
Piuttosto sfortunato in vita, Fante è stato riscoperto grazie al figlio e a Bukowski.
Sempre a proposito degli assurdi prezzi di Dublino, ieri sera ho pagato un calzone ripieno 13 euro, una margherita sta a 11.95!!
Un biglietto notturno dell'autobus, per qualsiasi destinazione, 4 euro!
Giorgia e compagna, siete avvisate!
Un biglietto notturno dell'autobus, per qualsiasi destinazione, 4 euro!
Giorgia e compagna, siete avvisate!
lunedì, maggio 26, 2003
domenica, maggio 25, 2003
Da un po' di tempo guardo con piacere i video che offre musicbrigade: La scelta non è ampia ma c'è la possibilità di scoprire gruppi poco noti, specialmente dal nord Europa.
Ieri sera sono uscito ma l'Eurofestival, ahimè, l'ho visto ugualmente.
Tanto per farvi capire quanto è popolare, in discoteca c'erano gli schermi giganti con la diretta, senza sonoro ovviamente.
Ma lo spettacolto c'era ugualmente perchè ogni nazione dà i propri voti alle altre ma non a se stessa, così c'è un lungo spoglio, con tanto di collegamento dalle varie capitali. Insomma per conoscere il vincitore c'è voluta un'ora!!
Per la cronaca, ha vinto la Turchia, mentre l'Inghilterra non ha ricevuto alcun voto!
Ora, se la Turchia sia un paese europeo è una questione aperta ma non capisco proprio perchè ha partecipato anche Israele!!
L'Italia stranamente non c'era, mentre le favorite Tatu sono arrivate terze. Sesto l'irlandese, che ho scoperto si chiama Harte, con una canzoncina che si sente spesso da queste parti.
Fine della cronaca internazional popolare.
Per parlare invece di cose più serie, ho finito la correzione delle bozze della traduzione, speriamo di farcela per l'estate.
Tanto per farvi capire quanto è popolare, in discoteca c'erano gli schermi giganti con la diretta, senza sonoro ovviamente.
Ma lo spettacolto c'era ugualmente perchè ogni nazione dà i propri voti alle altre ma non a se stessa, così c'è un lungo spoglio, con tanto di collegamento dalle varie capitali. Insomma per conoscere il vincitore c'è voluta un'ora!!
Per la cronaca, ha vinto la Turchia, mentre l'Inghilterra non ha ricevuto alcun voto!
Ora, se la Turchia sia un paese europeo è una questione aperta ma non capisco proprio perchè ha partecipato anche Israele!!
L'Italia stranamente non c'era, mentre le favorite Tatu sono arrivate terze. Sesto l'irlandese, che ho scoperto si chiama Harte, con una canzoncina che si sente spesso da queste parti.
Fine della cronaca internazional popolare.
Per parlare invece di cose più serie, ho finito la correzione delle bozze della traduzione, speriamo di farcela per l'estate.
Il Vangelo di oggi è bellissimo:
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Come il Padre ha amato me, così anch’io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.
Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se farete ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l’ho fatto conoscere a voi.
Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri”.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Come il Padre ha amato me, così anch’io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.
Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se farete ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l’ho fatto conoscere a voi.
Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri”.
sabato, maggio 24, 2003
Stamattina ho letto il giornale, l'Irish Times. Non lo faccio tutti i giorni, mi interessa piu' quel che succede in Italia.
C'e' in prima pagina una grande foto a colori dei fan di un cantante, il nome l'ho gia' rimosso, che rappresenta l'Irlanda all'Eurovision.
L'Eurovision dev'essere una specie di festival di San Remo continentale, e questi simpatici fan andranno fino in Lituania a sostenere il tipo che dovra' vedersela con le TATU.
Non oso immaginare chi rappresentera' l'Italia.
A quanto pare questo Eurovision e' molto popolare e non solo tra gli indigeni. Ho saputo di due feste in campus, organizzate da una tedesca e da francesi, due feste dedicate appunto alla manifestazione canora. Tra una birra ed una pizza ci si guarda questo magnifico spettacolo intenazional-popolare.
Anche questo fa l'Europa unita.
La notizia piu' divertente pero' e' nelle pagine interne.
A Mayo la polizia, chiamata per porre fine agli schiamazzi provenienti da un pub alle 3.30, non ha trovato nessuno all'interno.
C'e' da dire che qui vige una severa disciplina per quel che riguarda gli orari e la vendita degli alcolici.
Insospettita dall'assenza dei molestatori della quiete pubblica ha cercato piu' accuratamente e li ha trovato nascosti e silenziosi, in 8, nel bagno.
Non ci sono ulteriori particolari su come erano (s)vestiti e cosa stavano facendo in 8 in un bagno.
I malcapitati sono stati denunciati.
C'e' in prima pagina una grande foto a colori dei fan di un cantante, il nome l'ho gia' rimosso, che rappresenta l'Irlanda all'Eurovision.
L'Eurovision dev'essere una specie di festival di San Remo continentale, e questi simpatici fan andranno fino in Lituania a sostenere il tipo che dovra' vedersela con le TATU.
Non oso immaginare chi rappresentera' l'Italia.
A quanto pare questo Eurovision e' molto popolare e non solo tra gli indigeni. Ho saputo di due feste in campus, organizzate da una tedesca e da francesi, due feste dedicate appunto alla manifestazione canora. Tra una birra ed una pizza ci si guarda questo magnifico spettacolo intenazional-popolare.
Anche questo fa l'Europa unita.
La notizia piu' divertente pero' e' nelle pagine interne.
A Mayo la polizia, chiamata per porre fine agli schiamazzi provenienti da un pub alle 3.30, non ha trovato nessuno all'interno.
C'e' da dire che qui vige una severa disciplina per quel che riguarda gli orari e la vendita degli alcolici.
Insospettita dall'assenza dei molestatori della quiete pubblica ha cercato piu' accuratamente e li ha trovato nascosti e silenziosi, in 8, nel bagno.
Non ci sono ulteriori particolari su come erano (s)vestiti e cosa stavano facendo in 8 in un bagno.
I malcapitati sono stati denunciati.
venerdì, maggio 23, 2003
Me n'ero accorto ma ora e' ufficiale: l'Irlanda e' il paese piu' caro in Europa. I prodotti di consumo costano mediamente il 21% in piu' rispetto alla Germania.
Gli stipendi d'altra parte sono adeguati; peccato io non percepisca nessuno stipendio.
Gli stipendi d'altra parte sono adeguati; peccato io non percepisca nessuno stipendio.
AL POPOLO DELLA PACE (CITTADINI, ASSOCIAZIONI, MOVIMENTI, SINDACATI, CHIESE CHE HANNO DETTO UN DECISO NO ALLA GUERRA ALL'IRAK)
APPELLO PER L'OPZIONE FISCALE PER LA PACE
· Vista la gravità della attuale situazione che è venuta a crearsi con la guerra e dopo la guerra, le cui conseguenze sono state: la delegittimazione dell'ONU, la divisione dell'Europa, la distruzione della legalità internazionale,
· visto che i musulmani hanno percepito la guerra contro l'Irak come attacco all'Islam, il che ha come conseguenza l'annullamento delle voci moderate arabe, il potenziamento del fondamentalismo e del terrorismo islamico, la preparazione di nuove guerre di religione e di nuove crociate,
· considerato il vertiginoso incremento delle spese militari che così diventano il motore dell'economia mondiale (500 miliardi $ spesi dagli USA per armamenti nel 2002, ai quali bisogna aggiungere 50-70 miliardi di $ per lo scudo stellare e 80 miliardi $ del costo della guerra all'Irak, mentre all'ONU non danno nemmeno mezzo miliardo),
· visto che l'amministrazione Bush continua nel suo programma di rinnovo dell'armamento atomico (60 miliardi di $), nella decisione di sperimentazioni di armi nucleari, e di ritornare a produrre anche miniatomiche (che erano state bandite per dieci anni),
· vista la distruzione dell'art. 11 della nostra Costituzione (senza forti reazioni del quadro istituzionale!), la crescita incessante della spesa per armamenti italiana (16 miliardi di euro) per nuove armi del tutto offensive (portaerei, caccia EFA, ecc.) e il Nuovo Modello di Difesa italiano finalizzato al mantenimento dello sfruttamento del Nord sul Sud del mondo,
facciamo appello affinché le forme di lotta precedenti proseguano, in questo periodo di denuncia dei redditi, rilanciando con rinnovata forza la Campagna di obiezione alle spese militari, allo scopo di dare un fondamento concreto ad un ampio movimento sociale di resistenza alle logiche del sistema militarizzato, La Campagna (via M. Pichi 1, 20143 Milano, locosm@tin.it, 02 8378817, CCP 13382205), nata nel 1982, è finalizzata ad ottenere una legge, auspicata da molti parlamentari italiani ed europei, affinché sia legale l'opzione fiscale per la pace: il contribuente deve poter scegliere di pagare il 5% delle tasse per la pace anziché per la guerra!
Nella attuale situazione il contribuente può compiere queste azioni per la pace:
1) devolvere l'8 per mille o alla chiesa Valdese (Moderatore, via Firenze 38, 00184 Roma) o alla Chiesa cattolica (Mons. Mascarino, Circonvallazione Aurelia 50, 00165 Roma), inviando contemporaneamente una lettera; nella quale egli dichiara che ha scelto questa Chiesa perché lui sa che essa sostiene iniziative di interposizione nonviolenta nel mondo (la prima le Peace Brigades International, la seconda gli obiettori Caritas all'estero) e che a questo preciso scopo egli vuole che sia destinato il suo 8 per mille;
2a) una contribuzione volontaria alle interposizioni nonviolente nel mondo, compiute da una ONG (CEFA di Bologna, Ass. Com. Papa Giov. 23 di Rimini, Beati CP, Berretti Bianchi, Un Ponte Per…)
2b) una contribuzione volontaria alla organizzazione di una Difesa Popolare nonviolenta italiana e all'invio di obiettori all'estero per interposizioni nonviolente, secondo i compiti che la legge 230/98 dà all'Ufficio Nazionale del Servizio Civile (organo statale, separato dal Ministero della Difesa e preposto alla applicazione della legge sul Servizio civile Nazionale, servizio che continuerà anche se in futuro venisse sospeso l'obbligo di leva); il versamento all'UNSC (via S. Martino della Battaglia 6, 00185 Roma) deve indicare questa destinazione: Capo X del capit. 3694 articolo 17.
[N.B. Tutto ciò non comporta alcuna sanzione, perché è perfettamente legale. La prima azione è una pressione morale e politica sulle Chiese affinché esse decidano di impegnarsi sempre di più nella cultura e nell'azione di pace. La seconda azione rientra nei versamenti alle ONG e alle ONLUS che la legge prevede che possono essere detratti dall'ammontare dell'imponibile (e alla fine anche dalle tasse; e quindi anche, in una piccola percentuale (circa il 5% del 20% = 1%) dalle spese per armi). Solo se il contribuente detraesse la somma direttamente dalle sue tasse da pagare allo Stato, il versamento 2) diventerebbe illegale; in tal caso, dopo cinque anni, egli subirebbe la repressione fiscale.]
proponiamo che tutti i movimenti, sindacati, associazioni che hanno detto NO alla guerra, rilancino decisamente la Campagna dell'obiezione alle spese militari invitando i propri aderenti a compiere questi atti, legali e significativi, di nonviolenza e soprattutto diffondendo la conoscenza delle modalità di partecipazione in ogni CAAF, poiché l'azione è del tutto legale e il CAAF può consigliarla e sottoscriverla;
chiediamo infine una forte pressione affinché la legge 230/98 di riforma della obiezione di coscienza venga attuata nella sua integrità; e che in particolare i finanziamenti annuali di 3 milioni di euro per la formazione degli obiettori e i 200 mila euro per la Difesa Popolare Nonviolenta vengano finalmente spesi e che siano finalizzati all'impiego in campo internazionale di contingenti non armati, formati da obiettori e da volontari.
Primi firmatari:
Antonino Drago - Giuliana Martirani - Francesco Ruotolo - D. Gennaro Somma -
P. Alex Zanotelli
(L'appello è il risultato di una riunione, indetta dal Comitato contro la guerra di Napoli, per presentare la Campagna di obiezione alle spese militari per la difesa popolare nonviolenta) Napoli 22 maggio 2003
Riferimento: drago@unina.it
APPELLO PER L'OPZIONE FISCALE PER LA PACE
· Vista la gravità della attuale situazione che è venuta a crearsi con la guerra e dopo la guerra, le cui conseguenze sono state: la delegittimazione dell'ONU, la divisione dell'Europa, la distruzione della legalità internazionale,
· visto che i musulmani hanno percepito la guerra contro l'Irak come attacco all'Islam, il che ha come conseguenza l'annullamento delle voci moderate arabe, il potenziamento del fondamentalismo e del terrorismo islamico, la preparazione di nuove guerre di religione e di nuove crociate,
· considerato il vertiginoso incremento delle spese militari che così diventano il motore dell'economia mondiale (500 miliardi $ spesi dagli USA per armamenti nel 2002, ai quali bisogna aggiungere 50-70 miliardi di $ per lo scudo stellare e 80 miliardi $ del costo della guerra all'Irak, mentre all'ONU non danno nemmeno mezzo miliardo),
· visto che l'amministrazione Bush continua nel suo programma di rinnovo dell'armamento atomico (60 miliardi di $), nella decisione di sperimentazioni di armi nucleari, e di ritornare a produrre anche miniatomiche (che erano state bandite per dieci anni),
· vista la distruzione dell'art. 11 della nostra Costituzione (senza forti reazioni del quadro istituzionale!), la crescita incessante della spesa per armamenti italiana (16 miliardi di euro) per nuove armi del tutto offensive (portaerei, caccia EFA, ecc.) e il Nuovo Modello di Difesa italiano finalizzato al mantenimento dello sfruttamento del Nord sul Sud del mondo,
facciamo appello affinché le forme di lotta precedenti proseguano, in questo periodo di denuncia dei redditi, rilanciando con rinnovata forza la Campagna di obiezione alle spese militari, allo scopo di dare un fondamento concreto ad un ampio movimento sociale di resistenza alle logiche del sistema militarizzato, La Campagna (via M. Pichi 1, 20143 Milano, locosm@tin.it, 02 8378817, CCP 13382205), nata nel 1982, è finalizzata ad ottenere una legge, auspicata da molti parlamentari italiani ed europei, affinché sia legale l'opzione fiscale per la pace: il contribuente deve poter scegliere di pagare il 5% delle tasse per la pace anziché per la guerra!
Nella attuale situazione il contribuente può compiere queste azioni per la pace:
1) devolvere l'8 per mille o alla chiesa Valdese (Moderatore, via Firenze 38, 00184 Roma) o alla Chiesa cattolica (Mons. Mascarino, Circonvallazione Aurelia 50, 00165 Roma), inviando contemporaneamente una lettera; nella quale egli dichiara che ha scelto questa Chiesa perché lui sa che essa sostiene iniziative di interposizione nonviolenta nel mondo (la prima le Peace Brigades International, la seconda gli obiettori Caritas all'estero) e che a questo preciso scopo egli vuole che sia destinato il suo 8 per mille;
2a) una contribuzione volontaria alle interposizioni nonviolente nel mondo, compiute da una ONG (CEFA di Bologna, Ass. Com. Papa Giov. 23 di Rimini, Beati CP, Berretti Bianchi, Un Ponte Per…)
2b) una contribuzione volontaria alla organizzazione di una Difesa Popolare nonviolenta italiana e all'invio di obiettori all'estero per interposizioni nonviolente, secondo i compiti che la legge 230/98 dà all'Ufficio Nazionale del Servizio Civile (organo statale, separato dal Ministero della Difesa e preposto alla applicazione della legge sul Servizio civile Nazionale, servizio che continuerà anche se in futuro venisse sospeso l'obbligo di leva); il versamento all'UNSC (via S. Martino della Battaglia 6, 00185 Roma) deve indicare questa destinazione: Capo X del capit. 3694 articolo 17.
[N.B. Tutto ciò non comporta alcuna sanzione, perché è perfettamente legale. La prima azione è una pressione morale e politica sulle Chiese affinché esse decidano di impegnarsi sempre di più nella cultura e nell'azione di pace. La seconda azione rientra nei versamenti alle ONG e alle ONLUS che la legge prevede che possono essere detratti dall'ammontare dell'imponibile (e alla fine anche dalle tasse; e quindi anche, in una piccola percentuale (circa il 5% del 20% = 1%) dalle spese per armi). Solo se il contribuente detraesse la somma direttamente dalle sue tasse da pagare allo Stato, il versamento 2) diventerebbe illegale; in tal caso, dopo cinque anni, egli subirebbe la repressione fiscale.]
proponiamo che tutti i movimenti, sindacati, associazioni che hanno detto NO alla guerra, rilancino decisamente la Campagna dell'obiezione alle spese militari invitando i propri aderenti a compiere questi atti, legali e significativi, di nonviolenza e soprattutto diffondendo la conoscenza delle modalità di partecipazione in ogni CAAF, poiché l'azione è del tutto legale e il CAAF può consigliarla e sottoscriverla;
chiediamo infine una forte pressione affinché la legge 230/98 di riforma della obiezione di coscienza venga attuata nella sua integrità; e che in particolare i finanziamenti annuali di 3 milioni di euro per la formazione degli obiettori e i 200 mila euro per la Difesa Popolare Nonviolenta vengano finalmente spesi e che siano finalizzati all'impiego in campo internazionale di contingenti non armati, formati da obiettori e da volontari.
Primi firmatari:
Antonino Drago - Giuliana Martirani - Francesco Ruotolo - D. Gennaro Somma -
P. Alex Zanotelli
(L'appello è il risultato di una riunione, indetta dal Comitato contro la guerra di Napoli, per presentare la Campagna di obiezione alle spese militari per la difesa popolare nonviolenta) Napoli 22 maggio 2003
Riferimento: drago@unina.it
giovedì, maggio 22, 2003
(19/5)
Sono in autobus, di ritorno da Roma, e stiamo attraversando le montagne abruzzesi. Se non fosse per il Gran Sasso nevoso che si erge imponente davanti a noi, potrei dire che tutto questo verde mi fa sentire in Irlanda.
Il sole si ritira ma l'aria è calda, estiva.
Due signore quarantenni sedute innanzi a me stanno chiacchierando ininterrottamente dall'inizio del viaggio, come solo due signore sanno fare. Parlano olandese, un olandese piacevole da ascoltare, molto chiaro.
Ho passato poche ore a Roma eppure mi sono ricreato. Ad ogni angolo un ricordo, un nome, un episodio. Sembra che ci sia vissuto tutta la vita.
Al di là dei miei ricordi, Roma è un tesoro di tesori.
Rilevanti avvenimenti della giornata: ho avuto la conferma che la traduzione è ormai quasi pronta, probabilmente uscirà prima del'estate; ho conosciuto di persona la nuova presidente della FUCI (vedi foto); ho mangiato un maestoso piatto di fettuccine al sugo.
Domani sera nuovamente a Belfield, Dublin 4.
Sono in autobus, di ritorno da Roma, e stiamo attraversando le montagne abruzzesi. Se non fosse per il Gran Sasso nevoso che si erge imponente davanti a noi, potrei dire che tutto questo verde mi fa sentire in Irlanda.
Il sole si ritira ma l'aria è calda, estiva.
Due signore quarantenni sedute innanzi a me stanno chiacchierando ininterrottamente dall'inizio del viaggio, come solo due signore sanno fare. Parlano olandese, un olandese piacevole da ascoltare, molto chiaro.
Ho passato poche ore a Roma eppure mi sono ricreato. Ad ogni angolo un ricordo, un nome, un episodio. Sembra che ci sia vissuto tutta la vita.
Al di là dei miei ricordi, Roma è un tesoro di tesori.
Rilevanti avvenimenti della giornata: ho avuto la conferma che la traduzione è ormai quasi pronta, probabilmente uscirà prima del'estate; ho conosciuto di persona la nuova presidente della FUCI (vedi foto); ho mangiato un maestoso piatto di fettuccine al sugo.
Domani sera nuovamente a Belfield, Dublin 4.
venerdì, maggio 16, 2003
Un cordiale invito alle scrittici di romanzi, saggi o manuali sui blog.
Sentitevi libere di citare, ispirarvi, copiare tutto quello che trovate sul mio blog, purchè scritto da me.
Criticate, deridete, apprezzate, fate quel che volete; 5 minuti di notorietà ne varranno la pena.
Credo nella proprietà intellettuale e poichè in questo blog di intellettuale c'è ben poco a parte, modestamente, l'autore, che però preferisce pubblicare su carta quel che di interessante riesce a produrre.
L'unica condizione è che, una volta andato in stampa, mi mandiate una copia del libro.
Non frequento molto le librerie italiane e rischierei di perdermi l'emozione di vedere il mio nome, o almeno il mio nickname, comparire su un nuovo prodotto editoriale.
Grazie
Sentitevi libere di citare, ispirarvi, copiare tutto quello che trovate sul mio blog, purchè scritto da me.
Criticate, deridete, apprezzate, fate quel che volete; 5 minuti di notorietà ne varranno la pena.
Credo nella proprietà intellettuale e poichè in questo blog di intellettuale c'è ben poco a parte, modestamente, l'autore, che però preferisce pubblicare su carta quel che di interessante riesce a produrre.
L'unica condizione è che, una volta andato in stampa, mi mandiate una copia del libro.
Non frequento molto le librerie italiane e rischierei di perdermi l'emozione di vedere il mio nome, o almeno il mio nickname, comparire su un nuovo prodotto editoriale.
Grazie
Mi raccontarono, quando ero bambino,
che un uomo buono
era risorto da morte,
frantumando il sepolcro,
in un'aurora di gloria.
Forse è vero e forse no,
quante volte ci ho ripensato.
Aveva lavorato con le sue mani,
giocato con i bambini,
sorriso alle donne disprezzate,
pranzato con i peccatori
rifacendoli nuovi.
Guarito corpi infetti e cuori doloranti.
Aveva chiesto libertà e giustizia
per i poveri, e amore; e ancora amore,
per tutti.
Appeso a un palo,
tutti i dolori del mondo
gli avevano fatto provare
ed era morto gridando.
Ma poi dal regno dei morti era risorto.
Forse è vero e forse no,
quante volte ci ho ripensato.
Non è una storia soltanto di chiesa,
piace a quelli che non accettano
la morte della storia,
credono nella dignità indistruttibile
dell'uomo, nella primavera che spacca
le zolle gelate, frantuma il cemento e l'asfalto
con le nuove impazienti radici.
Di primavera ci penso spesso:
forse è vero, forse no.
Quando guardo i miei amici morti
(la morte grandina accanto a noi vecchi)
sembrano di pietra o di cera,
penso che quella sia stata una favola,
ringrazio chi me l'ha raccontata,
ha reso più bella la mia vita,
ma i morti rimangono morti.
Se nei tramonti mi siedo
sulla panchina della mia vecchiaia
e vedendo il sole che pian piano
scivola dietro le nubi,
invece che al mio breve futuro
(come probabilmente dovrei fare),
penso al mio lungo passato,
mi dico che forse era vero
(che quell'uomo è risorto) o forse no.
Non riesco a crederci, non riesco
a gettare via una storia tanto bella.
Succede, a volte, che mi siedano accanto
care ombre: Tonino
Bello e Romero e Balducci e Turoldo,
quella panchina si affolla
cedo il mio posto e guardo da lontano
rispettosamente, in piedi.
Sono ombre, ma come sono vivi
quegli amici che ebbero lacrime e paure
ma andarono avanti, non si stancarono mai.
Loro credevano che fosse vera
la bella storia dell'uomo risorto.
Ci giocarono la vita,
scorsero angeli nelle tenebre
dispiegare un'alba mai vista,
bella come un sorriso senza fine.
(Forse è vero e forse no)
Le Pasque scivolano dietro le nubi
terrificanti della storia.
Nel parco dei miei tanti anni
comincia a fare freddo. Io continuo a pensare
forse era vero e forse no.
Vi sono giorni e notti in cui le guerre
frantumano i volti e gli amori
e le troppe miserie che ho imparato a conoscere
come cenciosi notai mi certificano
sulle carte bollate del Buonsenso:
non è vero, non è vero, non è…
Talvolta, invece, vi sono
piccole ore che trascorrono a passo di danza,
bambine che gridano: "Mamma,
lo sai? Era morto, è risorto".
Forse è vero e forse no.
Io continuo a pensarci.
Ma lentamente mi nasce dentro
un'idea giovanissima, un grido:
se siamo ancora vivi, perché mai non usciamo
dai sepolcri delle nostre paure,
dei lutti senza sorrisi, degli amori avarissimi,
delle nostre desolate pigrizie,
del girare a vuoto senza decidere,
dei coraggi dimenticati?
E' tornata la primavera. Perché,
perché mai non facciamo risorgere
almeno le nostre speranze?
(Potrebbe essere vero)
Ettore Masina
che un uomo buono
era risorto da morte,
frantumando il sepolcro,
in un'aurora di gloria.
Forse è vero e forse no,
quante volte ci ho ripensato.
Aveva lavorato con le sue mani,
giocato con i bambini,
sorriso alle donne disprezzate,
pranzato con i peccatori
rifacendoli nuovi.
Guarito corpi infetti e cuori doloranti.
Aveva chiesto libertà e giustizia
per i poveri, e amore; e ancora amore,
per tutti.
Appeso a un palo,
tutti i dolori del mondo
gli avevano fatto provare
ed era morto gridando.
Ma poi dal regno dei morti era risorto.
Forse è vero e forse no,
quante volte ci ho ripensato.
Non è una storia soltanto di chiesa,
piace a quelli che non accettano
la morte della storia,
credono nella dignità indistruttibile
dell'uomo, nella primavera che spacca
le zolle gelate, frantuma il cemento e l'asfalto
con le nuove impazienti radici.
Di primavera ci penso spesso:
forse è vero, forse no.
Quando guardo i miei amici morti
(la morte grandina accanto a noi vecchi)
sembrano di pietra o di cera,
penso che quella sia stata una favola,
ringrazio chi me l'ha raccontata,
ha reso più bella la mia vita,
ma i morti rimangono morti.
Se nei tramonti mi siedo
sulla panchina della mia vecchiaia
e vedendo il sole che pian piano
scivola dietro le nubi,
invece che al mio breve futuro
(come probabilmente dovrei fare),
penso al mio lungo passato,
mi dico che forse era vero
(che quell'uomo è risorto) o forse no.
Non riesco a crederci, non riesco
a gettare via una storia tanto bella.
Succede, a volte, che mi siedano accanto
care ombre: Tonino
Bello e Romero e Balducci e Turoldo,
quella panchina si affolla
cedo il mio posto e guardo da lontano
rispettosamente, in piedi.
Sono ombre, ma come sono vivi
quegli amici che ebbero lacrime e paure
ma andarono avanti, non si stancarono mai.
Loro credevano che fosse vera
la bella storia dell'uomo risorto.
Ci giocarono la vita,
scorsero angeli nelle tenebre
dispiegare un'alba mai vista,
bella come un sorriso senza fine.
(Forse è vero e forse no)
Le Pasque scivolano dietro le nubi
terrificanti della storia.
Nel parco dei miei tanti anni
comincia a fare freddo. Io continuo a pensare
forse era vero e forse no.
Vi sono giorni e notti in cui le guerre
frantumano i volti e gli amori
e le troppe miserie che ho imparato a conoscere
come cenciosi notai mi certificano
sulle carte bollate del Buonsenso:
non è vero, non è vero, non è…
Talvolta, invece, vi sono
piccole ore che trascorrono a passo di danza,
bambine che gridano: "Mamma,
lo sai? Era morto, è risorto".
Forse è vero e forse no.
Io continuo a pensarci.
Ma lentamente mi nasce dentro
un'idea giovanissima, un grido:
se siamo ancora vivi, perché mai non usciamo
dai sepolcri delle nostre paure,
dei lutti senza sorrisi, degli amori avarissimi,
delle nostre desolate pigrizie,
del girare a vuoto senza decidere,
dei coraggi dimenticati?
E' tornata la primavera. Perché,
perché mai non facciamo risorgere
almeno le nostre speranze?
(Potrebbe essere vero)
Ettore Masina
giovedì, maggio 15, 2003
Pian piano il campus comincia a svuotarsi.
Gli esami sono quasi finiti, per questa sessione, e stasera abbiamo cominciato a festeggiare le partenze di alcuni.
Nel giro di 15 giorni rimarranno solo quanti hanno esami ad agosto, ben pochi.
che tristezza :(
Io devo ancora decidere quando ripartire.
Da domani sarò in Italia per 4 giorni, giusto il tempo di accompagnare un cugino all'altare e far capolino nella Città Eterna.
Gli esami sono quasi finiti, per questa sessione, e stasera abbiamo cominciato a festeggiare le partenze di alcuni.
Nel giro di 15 giorni rimarranno solo quanti hanno esami ad agosto, ben pochi.
che tristezza :(
Io devo ancora decidere quando ripartire.
Da domani sarò in Italia per 4 giorni, giusto il tempo di accompagnare un cugino all'altare e far capolino nella Città Eterna.
mercoledì, maggio 14, 2003
Se Bush e Blair sono stati candidati al premio Nobel per la pace io non posso mi propormi per il Nobel per la letteratura? In fondo il contributo di questo blog al progresso della cultura è sicuramente maggiore di quanto i due hanno fatto per la pace nel mondo.
martedì, maggio 13, 2003
LA FILOSOFIA IN UN VASO
Un professore di filosofia, in piedi davanti alla sua classe, prese un grosso vaso di marmellata vuoto e cominciò a riempirlo con dei sassi, di circa 3 cm. di diametro.
Una volta fatto, chiese agli studenti se il contenitore fosse pieno ed essi risposero di sì.
Allora il professore tirò fuori una scatola piena di piselli, li versò dentro il vaso e lo scosse delicatamente. Ovviamente i piselli si infilarono nei vuoti lasciati tra i vari sassi.
Ancora una volta il professore chiese agli studenti se il vaso fosse pieno ed essi, ancora una volta, dissero di sì.
Allora il professore tirò fuori una scatola piena di sabbia e la versò dentro il vaso. Ovviamente la sabbia riempì ogni altro spazio vuoto lasciato e coprì tutto.
Ancora una volta il Professore chiese agli studenti se il vaso fosse pieno e questa volta essi risposero di sì, senza dubbio alcuno.
Allora il professore tirò fuori, da sotto la scrivania, 2 lattine di birra e le versò completamente dentro il vasetto, inzuppando la sabbia.
Gli studenti risero.
"Ora," disse il professore non appena svanirono le risate, " pensate che questo vaso rappresenti la vostra vita.
I sassi sono le cose importanti - la vostra famiglia, i vostri amici, la vostra salute, le cose per le quali se tutto il resto fosse perso, la vostra vita sarebbe ancora piena. I piselli sono le altre cose per voi importanti: come la vostra scuola o il vostro lavoro, la vostra casa, la vostra auto.
La sabbia è tutto il resto......le piccole cose".
"Se mettete dentro il vasetto per prima la sabbia", continuò il professore, "non ci sarebbe spazio per i piselli e per i sassi. Lo stesso vale per la
vostra vita: se dedicate tutto il vostro tempo e le vostre energie alle piccole cose, non avrete spazio per le cose che per voi sono importanti.
Dedicatevi alle cose che vi rendono felici: giocate con i vostri figli, portate il vostro partner al cinema, uscite con gli amici. Ci sarà sempre tempo per lavorare, pulire la casa, lavare l'auto.
Prendetevi cura prima di tutto dei sassi, le cose che veramente contano.
Fissate le vostre priorità...il resto è solo sabbia."
Una studentessa allora alzò la mano e chiese al professore cosa rappresentasse la birra.
Il professore sorrise: "Sono contento che tu me lo abbia chiesto.
Era solo per dimostrarvi che per quanto piena possa essere la vostra vita, c'è sempre spazio per un paio di birre."
Questa storiella la dedico a Jorge, uno dei miei compagni di casa, che dal 6 giugno non vedrò più.
Se ripasserai a Dublino nei prossimi tre o quattro anni sai dove trovarmi, allo Student Bar, perchè per quanto piena possa essere la mia vita, c'è sempre spazio per un paio di birre con te (anche se sono astemio).
Un professore di filosofia, in piedi davanti alla sua classe, prese un grosso vaso di marmellata vuoto e cominciò a riempirlo con dei sassi, di circa 3 cm. di diametro.
Una volta fatto, chiese agli studenti se il contenitore fosse pieno ed essi risposero di sì.
Allora il professore tirò fuori una scatola piena di piselli, li versò dentro il vaso e lo scosse delicatamente. Ovviamente i piselli si infilarono nei vuoti lasciati tra i vari sassi.
Ancora una volta il professore chiese agli studenti se il vaso fosse pieno ed essi, ancora una volta, dissero di sì.
Allora il professore tirò fuori una scatola piena di sabbia e la versò dentro il vaso. Ovviamente la sabbia riempì ogni altro spazio vuoto lasciato e coprì tutto.
Ancora una volta il Professore chiese agli studenti se il vaso fosse pieno e questa volta essi risposero di sì, senza dubbio alcuno.
Allora il professore tirò fuori, da sotto la scrivania, 2 lattine di birra e le versò completamente dentro il vasetto, inzuppando la sabbia.
Gli studenti risero.
"Ora," disse il professore non appena svanirono le risate, " pensate che questo vaso rappresenti la vostra vita.
I sassi sono le cose importanti - la vostra famiglia, i vostri amici, la vostra salute, le cose per le quali se tutto il resto fosse perso, la vostra vita sarebbe ancora piena. I piselli sono le altre cose per voi importanti: come la vostra scuola o il vostro lavoro, la vostra casa, la vostra auto.
La sabbia è tutto il resto......le piccole cose".
"Se mettete dentro il vasetto per prima la sabbia", continuò il professore, "non ci sarebbe spazio per i piselli e per i sassi. Lo stesso vale per la
vostra vita: se dedicate tutto il vostro tempo e le vostre energie alle piccole cose, non avrete spazio per le cose che per voi sono importanti.
Dedicatevi alle cose che vi rendono felici: giocate con i vostri figli, portate il vostro partner al cinema, uscite con gli amici. Ci sarà sempre tempo per lavorare, pulire la casa, lavare l'auto.
Prendetevi cura prima di tutto dei sassi, le cose che veramente contano.
Fissate le vostre priorità...il resto è solo sabbia."
Una studentessa allora alzò la mano e chiese al professore cosa rappresentasse la birra.
Il professore sorrise: "Sono contento che tu me lo abbia chiesto.
Era solo per dimostrarvi che per quanto piena possa essere la vostra vita, c'è sempre spazio per un paio di birre."
Questa storiella la dedico a Jorge, uno dei miei compagni di casa, che dal 6 giugno non vedrò più.
Se ripasserai a Dublino nei prossimi tre o quattro anni sai dove trovarmi, allo Student Bar, perchè per quanto piena possa essere la mia vita, c'è sempre spazio per un paio di birre con te (anche se sono astemio).
domenica, maggio 11, 2003
Martedì e giovedì prossimi ci saranno gli esami di logica del secondo e del terzo anno e cosa fanno i diligenti studenti irlandesi? Cominciano ora a studiare.
In pochi giorni il numero dei miei alunni è più che raddoppiato, solo oggi ho guadagnato più che tutta la scorsa settimana, anche perchè ho alzato le tariffe- eheheh
Con Alessio, il mio collega di dottorato, pensavamo di fondare il CEPU in Irlanda ma abbiamo capito che non funzionerebbe per il semplice motivo che questi studiano solo prima degli esami e durante l'anno ci sono solo due appelli, a fine semestre.
Comunque, checchè se ne dica, la nostra università italiana è molto più difficile, almeno al primo livello mentre con il dottorato le cose cambiano sostanzialmente.
In pochi giorni il numero dei miei alunni è più che raddoppiato, solo oggi ho guadagnato più che tutta la scorsa settimana, anche perchè ho alzato le tariffe- eheheh
Con Alessio, il mio collega di dottorato, pensavamo di fondare il CEPU in Irlanda ma abbiamo capito che non funzionerebbe per il semplice motivo che questi studiano solo prima degli esami e durante l'anno ci sono solo due appelli, a fine semestre.
Comunque, checchè se ne dica, la nostra università italiana è molto più difficile, almeno al primo livello mentre con il dottorato le cose cambiano sostanzialmente.
sabato, maggio 10, 2003
Il mondo è piccolo e Dublino ancor di più.
Ho conosciuto in aereo due simpatici giovinastri delle mie parti in vacanza in Irlanda e l'unico giorno che sono uscito la scorsa settimana li ho causalmente rincontrati in un locale. Mi hanno presentato il loro aggancio locale e, casualmente, la loro amica è amica di un mio amico.
Ieri sera sono uscito, unica uscita della settimana, e chi rincontro, casualmente? L'amica del mio amico, nonchè amica dei due.
It's a small world.
Ho conosciuto in aereo due simpatici giovinastri delle mie parti in vacanza in Irlanda e l'unico giorno che sono uscito la scorsa settimana li ho causalmente rincontrati in un locale. Mi hanno presentato il loro aggancio locale e, casualmente, la loro amica è amica di un mio amico.
Ieri sera sono uscito, unica uscita della settimana, e chi rincontro, casualmente? L'amica del mio amico, nonchè amica dei due.
It's a small world.
Ieri hanno giudicato il mio lavoro di quest'anno accademico. Ho superato positivamente questo passaggio, a settembre (questa è una novità) devo consegnare un altro capitolo e dopo ci sarà il giudizio definitivo per l'ammissione al secondo anno di dottorato. Il primo capitolo era essenzialmente un'introduzione storica e quindi vogliono ora qualcosa di strettamente filosofico.
Questo significa che passerò anche l'estate a studiare e scrivere, altro che vacanza fino a settembre.
Questo significa che passerò anche l'estate a studiare e scrivere, altro che vacanza fino a settembre.
giovedì, maggio 08, 2003
A white Rose
The red rose whispers of passion,
And the white rose breathes of love;
Oh, the red rose is a falcon,
And the white rose is a dove.
But I send you a cream-white rosebud
With a flush on its petal tips; A white Rose
The red rose whispers of passion,
And the white rose breathes of love;
Oh, the red rose is a falcon,
And the white rose is a dove.
But I send you a cream-white rosebud
With a flush on its petal tips;
For the love that is purest and sweetest
Has a kiss of desire on the lips.
John Boyle O’Reilly
The red rose whispers of passion,
And the white rose breathes of love;
Oh, the red rose is a falcon,
And the white rose is a dove.
But I send you a cream-white rosebud
With a flush on its petal tips; A white Rose
The red rose whispers of passion,
And the white rose breathes of love;
Oh, the red rose is a falcon,
And the white rose is a dove.
But I send you a cream-white rosebud
With a flush on its petal tips;
For the love that is purest and sweetest
Has a kiss of desire on the lips.
John Boyle O’Reilly
Capita raramente che mi vergogni di essere italiano ma in questo periodo non posso evitarlo ogni volta che leggo di Berlusconi sui giornali stranieri.
Dall'ultimo numero dell'Economist: Berlusconi inadatto a guidare l'Europa.
Dall'ultimo numero dell'Economist: Berlusconi inadatto a guidare l'Europa.
If you put your arms around me, could it change the way i feel?
I guess I let myself believe that the outside might just bleed it's way in
Maybe stir the sleeping past lying under glass
Waiting for the kiss that breaks this awful spell
Pull me out of this lonely cell
Close my eyes and hold my heart
Cover me and make me something
Change this something normal into something beautiful
What I get from my reflection isn't what i thought i'd see
Give me reason to believe you'd never keep me incomplete
Will you untie this loss of mine, it easily defines me
Do you see it on my face?
That all i can think about is how long
i've been waiting to feel you move me
Close my eyes and hold my heart
Cover me me and make me something
Change this something normal into something beautiful.
Into something beautiful
Into something beautiful
And i'm still fighting for the word to break these chains
And i still pray when i look in your eyes, you'll stare right back down
into something beautiful
Close my eyes and hold my heart
Cover me me and make me something
Change this something normal into something beautiful.
Into something beautiful
Into something beautiful
Into something beautiful
I guess I let myself believe that the outside might just bleed it's way in
Maybe stir the sleeping past lying under glass
Waiting for the kiss that breaks this awful spell
Pull me out of this lonely cell
Close my eyes and hold my heart
Cover me and make me something
Change this something normal into something beautiful
What I get from my reflection isn't what i thought i'd see
Give me reason to believe you'd never keep me incomplete
Will you untie this loss of mine, it easily defines me
Do you see it on my face?
That all i can think about is how long
i've been waiting to feel you move me
Close my eyes and hold my heart
Cover me me and make me something
Change this something normal into something beautiful.
Into something beautiful
Into something beautiful
And i'm still fighting for the word to break these chains
And i still pray when i look in your eyes, you'll stare right back down
into something beautiful
Close my eyes and hold my heart
Cover me me and make me something
Change this something normal into something beautiful.
Into something beautiful
Into something beautiful
Into something beautiful
mercoledì, maggio 07, 2003
Through a dry and thirsty land water from the Kenyan heights
Pours itself out of Lake Sangra's broken heart
There in the Sahara winds Moses heard the whole world cry
For the healing that would flow from God's own scars
I hear Moses singing...
He will never break his promise
He was written it upon the sky
He'll come 'round
He'll come 'round some day
I will never doubt His promise
Though I doubt my heart
I doubt my eyes
Pours itself out of Lake Sangra's broken heart
There in the Sahara winds Moses heard the whole world cry
For the healing that would flow from God's own scars
I hear Moses singing...
He will never break his promise
He was written it upon the sky
He'll come 'round
He'll come 'round some day
I will never doubt His promise
Though I doubt my heart
I doubt my eyes
L'internazionale dei convertiti
La città spagnola di Avila ha ospitato il VII Congresso internazionale «Cammino a Roma» a cui hanno partecipato convertiti di tutto il mondo. L'iniziativa, intrapresa dal movimento Miles Iesu nel 1996, svoltasi finora in vari Paesi, ha lo scopo di far conoscere le testimonianze dei seguaci di altre religioni che hanno aderito a Cristo.
Ad Avila durante il Congresso, che si è aperto con l'invocazione di Santa Teresa, la prima donna proclamata dottore della Chiesa, sono intervenuti Bernard Nathanson, già ebreo agnostico responsabile di 75 mila aborti negli Stati Uniti, in seguito autore del video Il grido silenzioso e di vari libri in difesa dell'embrione; il dottor William Marshner, convertito dal luteranesimo e docente di Mariologia nell'università di Christendom, Usa; Ivan Lupandin, convertito dal giudaismo, docente nella facoltà cattolica di
Mosca. Tra i presenti: l'ex vescovo anglicano Graham D. Leonard, oggi prete cattolico, e l'arciduchessa Alessandra d'Austria.
La città spagnola di Avila ha ospitato il VII Congresso internazionale «Cammino a Roma» a cui hanno partecipato convertiti di tutto il mondo. L'iniziativa, intrapresa dal movimento Miles Iesu nel 1996, svoltasi finora in vari Paesi, ha lo scopo di far conoscere le testimonianze dei seguaci di altre religioni che hanno aderito a Cristo.
Ad Avila durante il Congresso, che si è aperto con l'invocazione di Santa Teresa, la prima donna proclamata dottore della Chiesa, sono intervenuti Bernard Nathanson, già ebreo agnostico responsabile di 75 mila aborti negli Stati Uniti, in seguito autore del video Il grido silenzioso e di vari libri in difesa dell'embrione; il dottor William Marshner, convertito dal luteranesimo e docente di Mariologia nell'università di Christendom, Usa; Ivan Lupandin, convertito dal giudaismo, docente nella facoltà cattolica di
Mosca. Tra i presenti: l'ex vescovo anglicano Graham D. Leonard, oggi prete cattolico, e l'arciduchessa Alessandra d'Austria.
Al centro del nostro campus c'è un bel laghetto artificiale, intorno al quale prendiamo il sole (quando c'è) e mangiamo. La leggenda dice che sia stato messo lì di proposito per evitare che ci fossero vaste zone di aggregazione. Il campus infatti è stato progettato alla fine degli anni Sessanta e temevano le rivolte studentesche.
Storia a parte, quel che più mi piace del laghetto sono le papere che lo abitano. Sono le uniche autorizzate a nuotarci anche se poi ogni tanto qualcuno ci si butta.
Oggi ho visto una scena tenerissima: una mamma papera con una diecina di pulcini, baby duck come dicono qui. Lei davanti e loro dietro, trotterellando. Il bello è che però due di loro, forse impauriti dalle persone, si erano staccati dal gruppo ed erano andati a rifugiarsi sotto un autobus di linea. Il povero conducente non poteva ripartire e per evitare di schiacciarli ha fatto di tutto per farli spostare ma questi correvano da un lato all'altro, senza mai uscire da sotto il bus.
Storia a parte, quel che più mi piace del laghetto sono le papere che lo abitano. Sono le uniche autorizzate a nuotarci anche se poi ogni tanto qualcuno ci si butta.
Oggi ho visto una scena tenerissima: una mamma papera con una diecina di pulcini, baby duck come dicono qui. Lei davanti e loro dietro, trotterellando. Il bello è che però due di loro, forse impauriti dalle persone, si erano staccati dal gruppo ed erano andati a rifugiarsi sotto un autobus di linea. Il povero conducente non poteva ripartire e per evitare di schiacciarli ha fatto di tutto per farli spostare ma questi correvano da un lato all'altro, senza mai uscire da sotto il bus.
martedì, maggio 06, 2003
Questa m'ha fatto troppo ridere: Luca Casarini era a New York per un dibattito con Michael Hardt e si è beccato una torta in faccia da un'anarco-femminista.
domenica, maggio 04, 2003
Peaceful tomorrows
Un'organizzazione di familiari di vittime dell'11 settembre 2001 che cerca efficaci risposte nonviolente al terrorismo.
Un'organizzazione di familiari di vittime dell'11 settembre 2001 che cerca efficaci risposte nonviolente al terrorismo.
Siamo andati finalmente a visitare Glendalough, un monastero celtico, fondato nel 600 da San Kevin, di cui non è rimasto molto. Solo una torre molto alta e due chiese, più molte tombe. Si trova in montagna, in mezzo ai boschi; da lì abbiamo camminato per una mezz'oretta per raggiungere un lago.
E' a circa un'ora da Dublino ma sia all'andata che al ritorno ci siamo fermati diverse volte, sia per guardare alcuni bei panorami che per far tappa nei soliti negozi per turisti.
Ci hanno portato in posti veramente incantevoli, vallate circondate da boschi, che sono state utilizzate come scenari per diversi film famosi: Braveheart, Excalibur, Cuori ribelli.
Il tempo è stato cattivo, sempre pioggia, ma ben si adeguava ai luoghi.
E' a circa un'ora da Dublino ma sia all'andata che al ritorno ci siamo fermati diverse volte, sia per guardare alcuni bei panorami che per far tappa nei soliti negozi per turisti.
Ci hanno portato in posti veramente incantevoli, vallate circondate da boschi, che sono state utilizzate come scenari per diversi film famosi: Braveheart, Excalibur, Cuori ribelli.
Il tempo è stato cattivo, sempre pioggia, ma ben si adeguava ai luoghi.
giovedì, maggio 01, 2003
Dopo mesi e mesi di attesa ho finalmente tra le mani le bozze di stampa della mia traduzione dei Discorsi Universitari di Newman.
Spero tanto che esca prima dell'estate. Ad amici e bloggers uno sconto speciale.
Oggi è il primo maggio, festa dei lavoratori e quindi anche degli intellettuali precari come me.
Peccato, qui non si festeggia mentre lunedì non si lavora, c'è il ponte lungo.
Spero tanto che esca prima dell'estate. Ad amici e bloggers uno sconto speciale.
Oggi è il primo maggio, festa dei lavoratori e quindi anche degli intellettuali precari come me.
Peccato, qui non si festeggia mentre lunedì non si lavora, c'è il ponte lungo.
Oggi io e la mia amica Chiara cercavamo informazioni sui musei a Dublino quando ci siamo imbattuti in questo sito.
Non so chi l'ha tradotto in italiano ma sono presenti delle vere perle di nonsense.
Un assaggio:
"Questo giro è specializzato e per ogni ventilatore U2. U2 la grandine da Dublino e quello è esattamente il posto per avvertire la magia di U2. Li introdurremo ad un giro della città de Dublino e del litorale, che è affascinante in sè. Durante il giro che li mostreremo e che diremo circa U2, oltre e presente, case hanno vissuto dentro come capretti, la loro scuola, in cui ora vivono, vedono il loro hotel e nightclub, firmiamo il vostro nome sulla parete degli studi del vicolo del mulino a vento, la loro storia nel portare la fascia più grande nel mondo a dove appartengono oggi. Volontà di nessuna parte avvertite un giro come questo dovunque nel mondo e vedete Dublino allo stesso tempo. Questo giro molto è specializzato, quindi accomodiamo soltanto i piccoli gruppi."
Non so chi l'ha tradotto in italiano ma sono presenti delle vere perle di nonsense.
Un assaggio:
"Questo giro è specializzato e per ogni ventilatore U2. U2 la grandine da Dublino e quello è esattamente il posto per avvertire la magia di U2. Li introdurremo ad un giro della città de Dublino e del litorale, che è affascinante in sè. Durante il giro che li mostreremo e che diremo circa U2, oltre e presente, case hanno vissuto dentro come capretti, la loro scuola, in cui ora vivono, vedono il loro hotel e nightclub, firmiamo il vostro nome sulla parete degli studi del vicolo del mulino a vento, la loro storia nel portare la fascia più grande nel mondo a dove appartengono oggi. Volontà di nessuna parte avvertite un giro come questo dovunque nel mondo e vedete Dublino allo stesso tempo. Questo giro molto è specializzato, quindi accomodiamo soltanto i piccoli gruppi."
Come si chiamava il capo di stato maggiore dell'Impero Goto? E il Khan degli Avari che vinse la guerra di Bulgaria? Chi era l'Imperatore di
Bisanzio che conquisto' Trebisonda? Ovviamente, noialtri posteri ce ne fottiamo. Ricordiamo invece i nomi di filosofi come Boezio, scienziati
come Averroe', pacifisti come san Francesco. Uomini che all'epoca "contavano poco" ma il cui lavoro e' rimasto, mentre di tutti gli
imperatori e i capitribu' del medioevo non resta che una ferraglia arrugginita, e un ricordo indistinto di bestie rozze e feroci.
Cosi', nel medioevo - speriamo breve - che stiamo attraversando adesso, i nomi di Bush, Blair, Saddam e Bin Laden, che i media ci impongono a
forza tutti i giorni, non sono in realta' che lo strato superficiale e parassitario di un mondo ben differente. La storia vera, quella che i nostri nipoti studieranno, si occupera' poco di questi nomi. Tutti sapranno invece la storia di Matthew Lukwiya, primario dell'ospedale di Lachir in Uganda, o di Carlo Urbani, medico senza frontiere, o di Gino
Strada, chirurgo. Costoro, diranno i libri si scuola, combatterono come nessun altro per difendere gli esseri umani: con poche medicine, pochi computer, pochi soldi, perche' i soldi nel medioevo andavano ai fabbricanti di spot pubblicitari, di videogames idioti e di cacciabombardieri.
Riccardo Orioles
Bisanzio che conquisto' Trebisonda? Ovviamente, noialtri posteri ce ne fottiamo. Ricordiamo invece i nomi di filosofi come Boezio, scienziati
come Averroe', pacifisti come san Francesco. Uomini che all'epoca "contavano poco" ma il cui lavoro e' rimasto, mentre di tutti gli
imperatori e i capitribu' del medioevo non resta che una ferraglia arrugginita, e un ricordo indistinto di bestie rozze e feroci.
Cosi', nel medioevo - speriamo breve - che stiamo attraversando adesso, i nomi di Bush, Blair, Saddam e Bin Laden, che i media ci impongono a
forza tutti i giorni, non sono in realta' che lo strato superficiale e parassitario di un mondo ben differente. La storia vera, quella che i nostri nipoti studieranno, si occupera' poco di questi nomi. Tutti sapranno invece la storia di Matthew Lukwiya, primario dell'ospedale di Lachir in Uganda, o di Carlo Urbani, medico senza frontiere, o di Gino
Strada, chirurgo. Costoro, diranno i libri si scuola, combatterono come nessun altro per difendere gli esseri umani: con poche medicine, pochi computer, pochi soldi, perche' i soldi nel medioevo andavano ai fabbricanti di spot pubblicitari, di videogames idioti e di cacciabombardieri.
Riccardo Orioles
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