domenica, aprile 07, 2002

Napoli è una città unica, profonda, sofferta.
Ci vivo orma da 10 anni ma ho ancora tantissime cose da scoprire.
Oggi era a messa al quartiere Sanità, uno dei più popolari e tipici; un mondo a parte dove vive un'umanità sincera.
Presiedeva la celebrazione un prete milanese, di passaggio, in una chiesa immensa del periodo spagnolo, molto ricca di opere d'arte: ci sono, mi pare, 6 o 7 tele di Luca Giordano e centinaia di angeli, dovunque.
Cagliostro dice che chi vuol capire la tradizione esoterica deve entrare in questa chiesa, perchè stracolma di simboli.
Che emozione quando ascolto per la prima volta dal vivo il canto gregoriano che si sente in Liquid dei Jars of Clay.

Alla fine della predica, una vecchietta, qualche banco davanti a me, evidentemente entusiasta fa partire un caloroso applauso; il milanese sarà rimasto di stucco sentendosi inaspettatamente una star nel bel mezzo di un messa. Era semplicemente un modo per farlo sentire a casa sua.
Bisogna venire a Napoli per capire cos'è il calore umano, la sincerità del cuore, la religiosità profonda e spontanea.

Oggi in tutte le chiese si è pregato per la pace Palestina, perchè siano rispettati i luoghi santi, in particolare, come ha detto un concelebrante, il luogo più santo che c'è sulla terra: la persona umana.
E' veramente misterioso come una terra sacra a tre grandi religioni di pace debba essere eternamente contesa, come un popolo che ha tanto sofferto sia ora causa di lutto e ingiustizie.
Per troppi la vita è un lungo venerdì santo, senza redenzione.
Quella chiesa soffriva, carica di madonne addolorate, crocifissi seicentsechi; chi sa quante guerre avrà visto passare, quante preghiere silenziose ha raccolto e indirizzato al cielo.



Victimæ paschali laudes immolent Christiani.
Agnus redemit oves: Christus innocens Patri reconciliavit peccatores.
Mors et vita duello conflixere mirando: dux vitae mortuus, regnat vivus.
Dic nobis Maria, quid vidisti in via?
Sepulcrum Christi viventis, et gloriam vidi resurgentis:
Angelicos testes, sudarium, et vestes.
Surrexit Christus spes mea: præcedet suos in Galileam.
Scimus Christum surrexisse a mortuis vere: tu nobis, victor Rex, miserere.

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