martedì, gennaio 28, 2003

Compromise, not a dirty word! Compromise.

In questi giorni ascolto la versione di Sunday Bloody Sunday che gli U2 hanno cantato allo Slane Castle a Dublino nel 2001.
La più bella in assoluto, struggente, intensa, veramente sofferta perchè cantata in patria, in una patria ancora divisa da una guerra civile.

A metà della canzone Bono ricorda: 3 years after Omagh! e invita tutti a strasformare la canzone in una preghiera.

Put your hand in the sky, put your hand in the air
And if you're a prayer kind, turn the song into a prayer

Put your hand in the sky, put your hand in the air
If you're a prayer kind, 'cause we're not going back there

No more, no more.
No more, no more.



13 giorni dopo The Good Friday Agreement, il 15 agosto 1998, l'IRA fece scoppiare una macchina nel centro della cittadina di Omagh.
Morirono 29 civili, cattolici, protestanti e mormoni, bambini e adulti, irlandesi e stranieri, dell'Ulster e della Repubblica d'Irlanda.
Bono alla fine li nomina tutti, singolarmente; 29 people, too many.

Bono ricorda: Compromise, not a dirty word! Compromise.

E' vero, la pace spesso è il frutto di compromessi ma se ognuno non rinuncia a qualcosa difficilmente si raggiunge un accordo ed il conflitto diventa infinito.

We had enough, we had enough.
We had enough, we had enough.


Dovremmo gridarlo tutti: ne abbiamo abbastanza delle guerre.

Qualche mese fa in Irlanda c'è stata sui media una campagna promossa dalle principali chiese cristiane chiamata Power to Change.
Venivano presentate delle testimonianze significative da parte di uomini di fede, piu' o meno famosi.
All'interno di questa campagna nella mia universita' ci sono stati tre incontri pubblici.
Quello che ho ascoltato io era con Packy Hamilton un ex terrorista lealista, che si e' convertito in carcere.
Con un forte accento nordirlandese ci ha raccontato come preparava gli attentati, gli 11 anni di carcere, l'incontro con il Vangelo e di come adesso si impegni a costruire la pace, anche con ex-terroristi dell'IRA, ora fratelli in Cristo.

Quello che viene solitamente presentato come uno scontro tra cattolici e protestanti in realta' non ha fondamenti teologici, dottrinali, anzi una guerra tra cristiani sarebbe di per se' una contraddizione.
In realta' sono proprio le chiese cristiane, nelle loro componenti piu' attive, ad adoperarsi per la pace, come ci ha raccontato Packy Hamilton.

Compromise, not a dirty word! Compromise.



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