domenica, novembre 09, 2008

Barack Obama è il quarantaquattresimo Presidente degli Stati Uniti. Il primo afroamericano che entra nella Casa Bianca. Molti parlano già di un evento che segna la storia. In realtà, da molti mesi, la vittoria del candidato democratico era data per scontata, indipendentemente dalla personalità del candidato stesso.
Dopo sei anni di guerra in Irak e Afghanistan ed una crisi finanziaria che sta facendo sparire investimenti e risparmi, l’eventualità di una vittoria repubblicana era diventata sempre più “mission impossible”. C’è stato un solo momento in cui i sondaggi hanno dato qualche chance al canditato John McCain, quando ha presentato la vicepresidente Sarah Palin, la quale però non poteva da sola ribaltare le sorti già segnate della campagna elettorale. C’è curiosità nel vedere come Obama affronterà la crisi finanziaria, sicuramente il dollaro tornerà a crescere ed i prezzi delle merci americane aumenteranno. Non si prevedono grandi cambiamenti in politica estera né nella politica dei commerci internazionali. Quello che veramente cambierà, rispetto all’amministrazione Bush, sarà la politica relativa alla difesa della vita nascente. Obama infatti è un convinto sostenitore dell’aborto. Già nel 2007 Barack Obama annunciò che se eletto presidente, la prima cosa che avrebbe fatto sarebbe stata quella di firmare il Freedom of Choice Act, la legge sull’aborto. Essa permetterà a tutte le donne di abortire in ogni momento della gravidanza, in qualsiasi Stato e ad ogni età, anche al di sotto dei 18 anni. Inoltre verrebbe eliminata la legge sull’aborto a nascita parziale, che definisce un reato partorire un bambino vivo e ucciderlo alla nascita e la possibilità ai medici di appellarsi all’obiezione di coscienza per rifiutarsi di eseguire aborti. In merito alla legge che regola l’aborto negli Stati Uniti (Supreme Court Roe v. Wade), Obama ha più volte dichiarato, e lo ha scritto anche nelle pagine del sito del Partito democratico di Chicago, che “è la legge più importante per difendere il diritto alla donna di scegliere”. “In tutta la mia carriera - ha sottolineato Obama- sono stato un convinto sostenitore della ‘giustizia riproduttiva’ insieme all’associazione Planned Parenthood e alla NARAL Pro-Choice America”. La Planned Parenthood è la più diffusa e radicale sostenitrice degli aborti e delle politiche antivita negli USA e nel mondo. La NARAL Pro-Choice è l’associazione che ha promosso e sostenuto tutte le battaglie politiche per il libero accesso all’aborto negli Stati Uniti. ”Quando nel South Dakota è passata la legge che impedisce l’aborto – ha spiegato Obama – sono stato l’unico candidato presidenziale ad oppormi”. “Quando le organizzazioni pro-vita hanno cercato di opporsi all’apertura di una clinica per aborti della Planned Parenthood in Illinois, - ha precisato il neo Presidente - sono stato l’unico candidato presidenziale a difendere la Planned Parenthood”. Obama ha ribadito il suo impegno a firmare la legge per il libero aborto “Freedom of Choice Act” ed ha sostenuto vivacemente tutte le campagne di controllo delle nascite, propagandando la diffusione di ogni tipo di contraccettivo. Secondo l’U. S. Census Bureau, l’eventuale attuazione della Freedom of Choice Act” incrementereà il numero di aborti di almeno 125. 000 per anno. Attualmente negli Stati Uniti gli aborti sono 1, 3 milioni ogni anno. Anche dal punto di vista internazionale le politiche antivita di Obama, preoccupano assai. Con la maggioranza democratica sia la Senato che alla Camera, il neo presidente ricomincerà a fornire ingenti fondi alle associazioni che praticano, aborti, sterilizzazioni e controllo demografico nel mondo. Fondi che l’amministrazione Bush aveva tagliato. La presidenza Obama cambierà anche i rapporti di forza all’interno delle Nazioni Unite. Negli ultimi otto anni l’amministrazione Bush si era opposta a politiche anti-vita solidarizzando con la Santa Sede. Con Obama, le forze a favore della vita e della famiglia, avranno un avversario in più. Inoltre Obama sosterrà l’Internazionale Socialista impegnata in più Paesi del mondo per legalizzare l’aborto.


Antonio Gasparri, da “Sì alla vita” (11/2008)

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