sabato, agosto 03, 2019

Il compleanno dei gemellini “scambiati” al Pertini

Di Raffaella Frullone
Lo scambio delle loro provette era stato al centro delle cronache del 2014. Oggi quei due gemellini compiono 5 anni. Chissà dove sono, come sono, cosa fanno. Chissà se le due coppie coinvolte si sono mai incontrate e come vivono questo dolore. Nessuno se lo chiede, perché non si vuole ammettere il problema a monte: la fecondazione assistita, che sacrifica embrioni trasformando un desiderio in “diritto”.
Oggi compiono cinque anni. Ma chi se li ricorda, i “gemellini scambiati” all’Ospedale Pertini di Roma? Hanno abitato le pagine dei quotidiani qualche giorno, tra la primavera e l’estate del 2014, per poi sparire inghiottiti dal turbine di notizie sempre più veloci, sempre più fugaci, e così non se li ricorda più nessuno.
La loro storia inizia il 4 dicembre del 2013 nel reparto di Procreazione medicalmente assistita dell’ospedale Sandro Pertini di Roma. Per due coppie di genitori che stanno facendo il percorso di fecondazione assistita è il giorno dell’impianto degli embrioni creati in laboratorio; per entrambe le coppie gli embrioni attecchiscono e si avviano le due agognate gravidanze dopo diversi tentativi andati a vuoto. Per una delle due coppie, però, la gioia si tramuta presto in un nuovo, sordo dolore, con un aborto spontaneo.
Per la seconda coppia - che stava vedendo il sogno realizzarsi giorno dopo giorno - si materializza un incubo inimmaginabile quando lui e lei scoprono, dall’esame della villocentesi, che i gemellini che aspettano non hanno il loro patrimonio genetico, ma quello di un’altra coppia. Quel 4 dicembre all’ospedale Pertini c’era stato un terribile scambio di provetta.
Ne segue una lacerante battaglia legale: da un lato i genitori biologici che, dopo lo shock, chiedono che i bambini siano “riconsegnati” a loro dopo il parto; dall’altro la coppia gestante, che in quei nove mesi si è indissolubilmente legata alle due creature che la donna ha portato in grembo. «Il rapporto che mia moglie ha con i bambini attraverso il cordone ombelicale è fondamentale», dichiarava alla Stampa il marito, «e la mia presenza al suo fianco in una fase così delicata non può essere trascurata. Basta consultare i volumi scientifici dell’epigenetica, ossia dell’adeguamento del Dna alle influenze dell’ambiente».

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