lunedì, giugno 01, 2020

Piattaforme digitali sono come editori ma senza responsabilità editoriale, basta immunità

Di Francesco Posteraro


Lo scontro fra Donald Trump e Twitter obbliga a riflettere su temi la cui importanza travalica di molto quella dei motivi contingenti che hanno dato luogo all’accesa contrapposizione fra i protagonisti della vicenda. I fatti sono noti. In nome di una policy aziendale volta a contrastare la disinformazione politica, il social network ha sottoposto a fact-checking alcuni cinguettii del Presidente americano, segnalando come controverse le affermazioni in essi contenute. Trump ha reagito impugnando la bandiera della libertà di espressione e ha emanato un ordine esecutivo inteso a far venire meno l’immunità che la legge garantisce alle piattaforme digitali per i contenuti pubblicati da terze parti. La decisione di Trump è stata duramente contestata, tra gli altri, da Amnesty International, che ha definito l’ordine esecutivo «pericoloso e irresponsabile». In senso critico nei confronti di Twitter si è espresso invece Mark Zuckerberg, il quale ha quasi evocato fantasmi di orwelliana memoria, sostenendo che un social network non può e non deve ergersi ad arbitro della verità.

Dico subito che sarebbe fuorviante interpretare la vicenda soltanto alla luce dei nobili principi invocati dai contendenti a sostegno delle loro rispettive posizioni: da un lato, la libertà di manifestazione del pensiero; dall’altro, la lotta alla disinformazione in rete. Come pure sarebbe fuorviante farsi influenzare da pregiudizi di carattere politico, e cedere all’impulso di schierarsi contro un Presidente degli Stati Uniti del quale è quasi sempre difficile, almeno per chi scrive, condividere le iniziative. La posta in gioco, in realtà, è un’altra. E niente aiuta a comprenderne la portata quanto l’intervento del fondatore di Facebook. Diversamente da ciò che potrebbero far pensare le non velate critiche rivolte da Zuckerberg al concorrente Twitter, anche Facebook esercita una forma di controllo sui contenuti postati dagli utenti, ad esempio bloccando quelli che incitano all’odio e alla violenza.


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