mercoledì, luglio 28, 2021

Italia e Irlanda. A proposito di eutanasia

Di Aldo Maria Valli


La foto che vedete sopra il titolo mi ha messo una grande tristezza. Pubblicata dal sito ifamnews, mostra un negozio, a Milano. Ma non un negozio come gli altri. Si trova in corso Cristoforo Colombo ed è un temporary shop che ha lo scopo di sostenere la proposta dei radicali di introdurre nel nostro ordinamento il “diritto” all’eutanasia, insomma all’uccisione di una persona. Nel “negozio”, infatti, si può sottoscrivere il referendum per l’eutanasia legale. Così, mentre magari sei impegnato nello shopping o ti godi la movida, puoi fare una capatina lì e dare il tuo contributo a rendere questa forma di uccisione un diritto.

Fa da contraltare all’immagine la notizia arrivata dall’Irlanda, dove il 21 luglio la Commissione Giustizia del parlamento di Dublino ha bocciato un progetto di legge che avrebbe introdotto il suicidio assistito e l’eutanasia. Risultato per nulla scontato, ottenuto anche grazie al lavoro dei gruppi pro-life e a un’opposizione chiara e decisa da parte della professione medica.

Come spiega Angelo Bottone su ifamnews, la proposta di legge era stata presentata dal People Before Profit, una piccola formazione di estrema sinistra, ottenendo il sostegno di alcuni rappresentanti della coalizione di governo, inclusi l’ex primo ministro Leo Varadkar e i ministri della Sanità e della Giustizia. Una proposta simile era già stata respinta nel 2015.

Dopo una consultazione pubblica, la Commissione Giustizia ha ritenuto di non procedere con la valutazione del testo e ha raccomandato al parlamento d’istituire una Commissione speciale dedicata proprio ai temi dell’eutanasia e del suicidio assistito.

Non si tratta dunque di una bocciatura completa, ma, visti i tempi parlamentari rallentati dall’emergenza CoviD-19, è difficile che il lavoro della futura Commissione speciale possa arrivare a conclusione prima della fine della legislatura. Ancor meno se le elezioni politiche venissero anticipate, eventualità che non è esclusa.

Due sono stati gli elementi che hanno contribuito alla bocciatura: la forte opposizione espressa dagli interventi avvenuti durante la consultazione pubblica, con medici e operatori del settore in testa, e il parere critico dell’Ufficio legale del parlamento, che ha rilevato la presenza, nella proposta di legge, di lacune gravi e di possibili incompatibilità con la Costituzione.

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