martedì, luglio 30, 2024

La povera gioia

La povera gioia

di Umberto Bottone (Auro D'Alba)

Bisogna che tu mi perdoni
le povere gioie passate.
Se volli bagnarmi di sole
il pallido viso,se i buoni
pensieri mi arrisero un poco,
se ebbi tranquille parole
per questa mia inutile vita,
tu sai, la mia povera gioia è finita.

Tu vedi le piccole case
lontane e non sogni - mai più -
mi pensi un novello Gesù
beato per lungo martirio,
mi vedi nel cupo delirio
dell'ore future e non piangi
per questa mia inutile vita:
tu sai, la mia povera gioia è finita.

Le porte che invano ho battute,
le soglie che invano passai
dischiudono i legni che inermi
raccolsero il grido. Là, in fondo,
c'è un pianto, un silenzio profondo;
nell'orto i girasoli infermi,
un raggio di luna sbianchita,
che sa: la mia povera gioia è finita.

O bianca malata che invano
ascolti a le porte crudeli
se gli abitatori infedeli
lasciarono un segno di vita,
su, dammi la piccola mano
sul tenue fianco avvilita,
e piangi: la povera gioia è finita.

Da Corde ai fianchi (1910)

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