mercoledì, febbraio 02, 2005

I cattolici per il sì?

Sandro Magister, il vaticanista dell'Espresso, riporta sul suo blog quello che chiama 'il documento dei cattolici per il sì'.
Si tratta di un appello, anticipato dal Corriere di ieri, che invita alla partecipazione ai referendum e a votare sì in almeno 3 casi.

Magister, da buon giornalista, cerca il lato sensazionale della notizia e giustamente sottolinea che alcuni dei firmatari sono ex dirigenti nazionali di organizzazioni cattoliche: FUCI, MEIC, Azione Cattolica.
Non molti, a dire la verità, ma abbastanza per giustificare lo scoop.

Alcuni di questi sono amici o persone che conosco bene e che stimo.
Poichè anch'io mi sento coinvolto, vorrei sottolineare un paio di cose.
Sono stato vicepresidente nazionale della FUCI nel biennio 1999-2001. Ho ricevuto dai promotori dell'iniziativa l'invito a firmare ma, coerentemente con le mie posizioni espresse più volte anche su questo blog, ho rifiutato e, a chi mi ha chiesto consigli, ho invitato a fare come me. Sono stato ascoltato.
Nello stesso messaggio di posta elettronica che mi è stato spedito, infatti, comparivano altri 19 destinatari, tutti ex membri della Presidenza Nazionale della mia generazione o di quella successiva.
Di questi 19 nomi solo uno appare tra le firme. Hanno declinato l'invito tutti gli altri, compresi 4 ex presidenti nazionali.
Credo che i numeri rendano l'idea di quanto quel documento possa dirsi rappresentativo di una realtà associativa ricca e variegata.

La FUCI non si è ancora espressa ufficialmente mentre il MEIC, che della FUCI è il naturale proseguimento, l'aveva fatto tramite il suo presidente, quando ancora si discuteva di una possibile modifica parlamentare.
Qui il testo del comunicato stampa.
Ne riporto solo la conclusione:
Sul tema della procreazione medicalmente assistita il congresso nazionale del Meic, svoltosi a Roma dal 21 al 23 ottobre scorso, ha approvato un documento che ribadisce l’importanza della tutela della vita umana fin dal concepimento e auspica che tale principio “possa essere di efficace orientamento sia nel caso si giunga alla celebrazione dei referendum, sia che si proceda a modificare la legge stessa”.


Mi è dispiaciuto leggere nel titolo del post di Magister il nome della FUCI.
Non perchè un ex membro non possa esprimersi a favore dei referendum ma perchè so che quel documento non rappresenta l'orientamento dominante in FUCI, MEIC e Azione Cattolica.
In fondo ognuno firmando si impegna di persona, senza per questo voler coinvolgere la realtà ecclesiale che ha rappresentato nel passato, magari 30 o 40 anni fa. Benissimo.
E' pur vero però che la propria storia non si cancella e inevitabilmente il proprio nome viene associato, specialmente quando poi non si è fatto nient'altro di più significativo, ad un'esperienza ecclesiale che non merita di essere tirata in ballo da una parte o l'altra dell'agone politico.



ps.
Se ne parla anche su Il Foglio di oggi.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

In anni lontani sono stato anch'io un "fucino". Di quel periodo mi è rimasta la consuetudine con Camaldoli (dove ogni tanto torno congrande piacere). Personalmente assolverei Magister (il titolo è un rimprovero essenzialmente). E nella Fuci, che io ricordi, c'è sempre stato un feeling piuttosto profondo con le ragioni della sinistra e forse anche del "laicismo", dovuto alla necessità di contrapporsi a CL. E non a caso i monaci di Camldoli (ospiti della Fuci praticamente da sempre, come mi insegni), sono un po' "sinistrorsi"...

Comunque, per fare un nome, Giorgio Tonini mi sembra una persona seria, anche se devo ancora leggere il documento.

Ciao
Roberto
windrosehotel.splinder.com

Angelo ha detto...

Vedi Tolli, la FUCI non è CL e questo significa anche che non ha e non ha bisogno di leader carismatici.
La FUCI è una realtà studentesca, in continuo ricambio, nella quale ogni generazione rielabora la propria identità.

Giorgio Tonini, persona che stimo, è stato un presidente importante ma sono passati 30 anni!
L'influenza che può avere sull'attuale generazione è scarsa, molto scarsa, credimi.
E poi se c'è una differenza tra la FUCI e CL sta proprio nella ritrosia dei fucini verso ogni forma di 'intruppamento' e di crociata.
Ognuno sceglierà secondo la propria coscienza civile e morale e se ci saranno prese di posizioni ufficiali della federazione, saranno l'esito di discussioni libere e decisioni democratiche (altra grande differenza con i ciellini).

Anche se è stato presentato tale dalla stampa, il documento in questione non è nato da realtà ecclesiali, ed infatti i firmatari non fanno riferimento a loro passate o presenti appartenenze, ma
in ambito politico, da ambienti legati ai Cristiano Sociali e da quanti appoggiavano la proposta Amato.
Non so se la coincidenza con l'inizio del congresso DS sia casuale, posso informarmi ma mi interessa poco.
Quello che mi ha dato fastidio nelle interpretazioni, a cominciare da quella di Magister, è stata proprio questa falsa associazione di FUCI-AC-MEIC-ACLI con i firmatari del documento, che agivano a titolo strettamente personale.

Angelo

Anonimo ha detto...

Bene, Angelo, in questo post ti vedo molto piu' chiaro. Sicuramente e' vero quello che dici, che "il passato non si cancella" e che in molti (specialmente gli esperti del gossip ecclesiale) conosco il passato associativo di alcuni uomini di politica e di cultura che hanno firmato il documento. Si corrono due rischi: da un lato, non si da' legittimita' autonoma dalle appartenenze a queste iniziative e, dall'altro, si trascina la Fuci di oggi...
Tuttavia, penso che stia in noi non cavalcare questa ambiguita'... del resto, noi non siamo stati invitati a firmare ma ci e' stato mandato un documento da leggere e si e' chiesto di diffonderlo -a chi volevamo- se fossimo stati interessati. Certo, e' stato mandato a un gruppo di persone che si sono conosciute in un certo momento, condividendo un'esperienza. Ma non siamo stati chiamati a firmare in quanto ex PN Fuci, almeno io questo non l'ho visto.
Penso che sia piu' preciso dire che, se anche molti dei firmatari arrivano da uno stesso passato associativo, questo non è un marchio di fabbrica e le posizioni potevano essere diverse, anche perche' non era li' che si erano maturate e perchè questa è un'esperienza ormai lontana.

Per quel che mi riguarda, come ho gia' scritto, sto ancora maturando la mia opinione, cercando di documentarmi e confrontarmi con chi ne sa piu' di me sia in fatti giuridici che medici. Per questo, dopo queste precisazioni, ringrazio Angelo del materiale di riflessione che pone all'attenzione dei suoi lettori!

Ciao ciao
Simona

http://simona.ilcannocchiale.it

Anonimo ha detto...

Anch’io, negli anni ’80, ho fatto parte della FUCI e ricordo le grandi dialettiche fra “mediazione” e “presenza”, che mi lasciavano triste, perché io cercavo solo uno spazio dove imparare a rendere cultura la fede o meglio a fortificare la fede; e quelle discussioni.
Allora ci si dimenticava tutti che:
1. la “mediazione” era una forma di “presenza” (e quindi era “immediatezza”) e la “presenza” era una forma di “mediazione”
2. che “mediazione” e “presenza” erano forme della testimonianza della “persona”
3. che Cristo era lui stesso la vera “mediazione” e la vera “presenza”.
A conquistare queste evidenze, allora mi aiutarono molto alcune riflessioni di Vittorio Possenti sul tema (su Studi Cattolici).
Come anche lo stesso Giussani, che tagliava via ogni illusione di ideologia cristiana: “la presenza è la persona” è un suo detto famoso, radice della pacificazione tra gruppi.
Il documento di Tonini, Ceccanti, Ivaldo riporta troppo indietro, a prima delle evidenze conquistate.
E sono di nuovo triste.

Luigi Puddu

Anonimo ha detto...

Manca un pezzo
"E quelle discussioni mi lasciavano triste".
l.p.