giovedì, dicembre 10, 2009

Da Copertino

Ricevo dall'amico Luigi Copertino il seguente messaggio che divulgo con piacere.



A tutti gli interessati,
inoltro, in calce alla presente mail, la mia risposta ad Edoardo Spagnuolo, dicesi storico, che sul blog di Andrea Carancini (http://andreacarancini.blogspot.com/2009/12/bartolome-de-las-casas-e-lo-sterminio.html) è intervenuto criticamente su un mio articolo di divulgazione storiografica. Dove è il problema direte, giustamente, voi? Non certo nella libertà di chiunque di criticare quanto altri scrivono ma nel fatto che il sig. Andrea Carancini richiesto da me, via mail, di inserire sullo stesso blog, in calce all'intervento dello Spagnuolo, una mia risposta, che non ero riuscito per motivi tecnici ad inserire direttamente, non lo ha fatto come correttezza avrebbe voluto. Costringendomi così a farla girare con altri e più diretti mezzi e chiedendo, contestualmente, a tutti coloro che riceveranno questa mail di farla girare a loro volta. Andrea Carancini non è nuovo a queste cose. Spinto, forse, da un’ansia non soddisfatta di visibilità, ha già preso di mira Maurizio Blondet, Franco Cardini, Vittorio Messori ed altri noti nomi. Cardini, sul suo blog personale, e Messori, su Il Timone, hanno già avuto modo di replicare alle maldestre intemperanze del nostro. Messori oltretutto, con dati alla mano, dimostrando quanto di falso Carancini aveva scritto sul suo conto. Ora, evidentemente scornato dai fallimentari tentativi fatti con sì alti studiosi, Carancini ha deciso di volare più basso ed ha preso di mira il primo che gli è capitato a tiro, ossia lo scrivente che è solo un modesto dilettante di cose filosofiche e storiche. Nulla di male se tuttavia il nostro, che non conosco personalmente e che da qualche anno a questa parte ogni tanto si è dato la briga, non richiesto, di telefonarmi per esternare i propri rancori verso il malcapitato di turno, costringendomi se non altro all’esercizio cristiano della santa virtù della pazienza, avesse avuto la cavalleria di inviarmi direttamente l'intervento critico di Spagnuolo da lui sollecitato e pubblicato. Ma non lo ha fatto, sicché ho potuto conoscere l'intervento critico solo perché inviatomi da altra persona. Ora, si da il caso che il Carancini tempesta la mia mail personale un giorno sì e l’altro pure con i links di quanto va pubblicando sul suo blog, specializzato in negazionismo (sul merito dei contenuti del quale qui sorvolo avendo già avuto modo di dissentire direttamente con lui sulla questione; fa comunque specie che ora il Carancini mi accusi, falsando quanto ho scritto, di “negare” i massacri dei conquistadores, laddove invece mi sono solo limitato sulla scorta della più accreditata storiografia, che sia lui che lo Spagnuolo si sono ben guardati dal provare a confutare, ad inquadrarli storicamente nella genesi e nella dinamica dei fatti, e, quindi, mi accusi di non fare “sano revisionismo”: come, verrebbe sarcasticamente da dire, quello del suo blog!). Della risposta censurata ho già detto. Qui di seguito, costrettovi dal comportamento di Carancini, la propongono alla vostra cortese attenzione, avvertendo che prima di decidermi a questo passo ho inviato al medesimo Carancini ben due mail, con allegato il testo della risposta, poi censurata, e che nell’ultima di esse l’ho correttamente preavvertito che, vista la sua scorrettezza censoria, avrei dovuto provvedere altrimenti nei modi in cui i pochi mezzi mediatici a mia disposizione me lo avrebbero consentito .

Un saluto a tutti.



Luigi Copertino







Questo il testo della risposta ad Edoardo Spagnuolo

Caro Signor Spagnuolo,

Lei parte lancia in resta con molto furore ma sbaglia completamente bersaglio. Perché lo scrivente non è tradizionalista lefreviano, ossia di quelli che hanno censurato i suoi studi che, sia detto per inciso, conosco (almeno uno) ed apprezzo e che trovo, a differenza di quel che mi sembra faccia Lei, complementari e non in opposizione con gli altri da me citati nella bibliografia in calce al mio articolo. E' soprattutto con questa bibliografia che La invito a confrontarsi, con gli storici autori dei testi da me citati. Vede, il "furor mentis" può giocare brutti scherzi. Infatti, caro Spagnuolo, Lei non si è accorto che lo scrivente, a differenza di quel che mi obietta, ha messo in debito rilievo sia il fatto che Las Casas è stato elevato alla dignità episcopale con il favore di Carlo V, sia che è stato ascoltato a corte molto più di altri e che è stato preferito a Sepulveda. Né ho mai detto che le denunce di Las Casas non avessero fondamento ma solo che, ispirate da un evidente millenarismo, molto comune nel clero formatosi nel clima "mistico" della reconquista, erano portate all'eccesso. E' questa mentalità "millenaristica", ossia la convinzione di poter realizzare il paradiso in terra, che mi ha fatto fare una paragone tra il domenicano del XVI secolo, che quasi sembra ritenere gli indios privi del peccato originale, e Alex Zanottelli (paragone che non voleva essere affatto un salto anacronistico ma solo un modo di far comprendere a lettori ignari di cose storiche il tipo umano, la mentalità soggiacente a certa tipologia clericale). Credo che Lei non abbia affatto capito che ciò che imputo a Las Casas non è quanto egli denunciava ma il fatto che, preso dal suo misticismo chiliasta, abbia finito, esagerando i toni della denuncia, per prestare il fianco alla "leggenda nera", che è davvero una "leggenda nera" nata per motivi politici in funzione anti-ispanica e per motivi religiosi in funzione anti-cattolica. Alla quale lo scrivente non ha mai contrapposto alcuna "leggenda aurea" (e l’ho detto chiaramente! Basta saper leggere, senza il furore della mente): di qui i "riconoscimenti" che a suo giudizio sarei stato costretto a fare. Nessuna costrizione, dunque, perché non ho mai voluto celare alcunché ma solo riequilibrare un giudizio storico inficiato da secoli da una propaganda nata per ragioni politiche e che la storiografia ha finalmente superato. Inoltre se pensa di toccarmi con la presunta accusa di fobia "cattocomunista" si sbaglia di grosso e non perché abbia simpatie di sinistra ma perché sono da anni un critico severo delle derive neoconservatrici di certi settori del mondo cattolico. Piuttosto mi sembra che Lei sia molto a digiuno circa l'importanza storica dell'elaborazione giuridica della Scuola di Salamanca che, se certo non era sic et simpliciter la soluzione universale del grave problema, è stata, però, la fonte di un successivo sviluppo sia ecclesiale (essendo stata all'origine del formarsi della coscienza cristiana circa i diritti umani, secondo legge di natura), sia extra-ecclesiale (essendo essa all'origine del moderno diritto internazionale). Quel che Lei non ha capito è che nell'articolo non c'è alcuna giustificazione dei crimini dei conquistadores ma solo l'affermazione, condivisa oggi dalla maggior parte degli storici anche non cattolici, che lo sforzo della Chiesa e della corona asburgica per la tutela degli indios fu assiduo e costante ed è innegabile. Il che non significa che i coloni non cercassero di sottrarsi alla legislazione pro-indios e che, lontani da Madrid e dalle capitali dei vice-regni coloniali, non riuscissero spesso a farla franca. Ma la repressione dei crimini, nella fase di riconversione coloniale, era perseguita dalle autorità ecclesiali e civili senza infingimenti. Per quanto riguarda la schiavitù dei negri, la invito ad evitare spiritosaggini fuori luogo. Cosa le fa ritenere che lo scrivente non sappia che in Europa essa fosse presente e che traffici del genere passassero anche per porti e terre spagnole, per motivi politici o economici? Ciò non toglie, però, che tale schiavitù non era affatto legalizzata, piuttosto tollerata, nelle terre coloniali ispaniche, mentre altrove trovava ampio riconoscimento legale. Dunque, per chiudere, un amichevole invito: maggior prudenza nel giudicare scritti altrui, cercando, piuttosto, di coglierne i veri obiettivi togliendosi gli occhiali del risentimento verso ambienti a Lei ostili e con i quali non lo scrivente non ha nulla a che fare, salvo il fatto che anche con essi lo scrivente è disposto a dialogare come lo è con Lei e con chiunque (ho amici ed interlocutori sia tra i tradizionalisti che tra i progressisti come anche tra i moderati: riconosco a tutti la stessa dignità che, però, pretendo sia dagli altri riconosciuta a me).

Un saluto e auguri di un Santo Natale e Felice Anno Nuovo.

Luigi Copertino

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