mercoledì, ottobre 23, 2002

Il Presidente del Consiglio in carica Berlusconi e l'ex Presidente del Consiglio D'Alema (l'uno espressione del centro-destra e l'altro espressione
del centro-sinistra), hanno espresso, quasi in simultanea sintonia, la necessita' secondo loro di rivedere l'articolo 11 della Costituzione (quello
che "ripudia" la guerra), perche' di ostacolo al ruolo che l'Italia, fedele alleata degli Stati Uniti e della Nato, deve svolgere nello scacchiere
internazionale. Insomma le varie guerre "umanitarie", "preventive" e la "lotta senza quartiere al terrorismo internazionale", vanno fatte con le
mani libere, senza lacci e lacciuoli di una Costituzione che e' figlia del suo tempo.
Ora siamo in piena attuazione del Nuovo Modello di Difesa che ha come caposaldo la "difesa" degli interessi nazionali ovunque siano minacciati,
in ogni parte del mondo; quindi il concetto di confini della patria non sta piu' in piedi.
Molti autorevoli esponenti del movimento pacifista sono insorti. Hanno visto in tale richiesta di revisione costituzionale una minaccia di golpe, alla
quale si puo' rispondere solo chiamando il 113 e facendo arrestare i golpisti.
E se guardassimo la cosa da un altro punto di vista?
Mi spiego. L'articolo 11 della Costituzione e' stato palesemente violato dal giorno stesso in cui venne approvato. Lo Stato ha dichiarato sulla Carta di
voler rifiutare la guerra, ma non ha mai smesso di prepararla. Anno dopo anno si sono votati bilanci militari sempre piu' pesanti, si sono costruite
armi sempre piu' micidiali, ci si e' dotati di un'industria bellica persino da esportazione, e si sono ospitate basi militari americane dotate
addirittura di armi nucleari. L'esercito italiano e' stato organizzato ed addestrato non solo per la difesa, ma anche per l'attacco, con l'attiva
partecipazione all'alleanza atlantica. Insomma, l'articolo 11 (uno dei piu' belli di tutte le Costituzioni del mondo, con l'uso di quel verbo assoluto
"ripudiare") e' sempre stato inattuato. Una menzogna. L'Italia non ha mai ripudiato la guerra. E negli ultimi dieci anni, caduti tutti i tabu', la
guerra e' stata esplicitata e attuata anche con voto formale del Parlamento.
Dunque, abolire quell'articolo non sarebbe poi cosi' scandaloso. Potrebbe essere un modo per non lasciarlo abbandonato alla pura retorica, per non
farlo cadere nel ridicolo, per non proseguire nella mistificazione.
Non credo che nelle intenzioni di Berlusconi e D'Alema ci fosse un'esigenza di questo tipo, ma noi possiamo invece richiamarci al principio capitiniano
della nonmenzogna. Abolire l'articolo 11 potrebbe essere un modo per avvicinare la parola alla realta'. Un tentativo di tutelare almeno la
coerenza. Un piccolo passo verso una verita' spiacevole, una verita' che non avremmo mai voluto sentire, ma che ci si mostra in tutta la sua crudezza:
"l'Italia prepara la guerra come risoluzione delle controversie internazionali".
Se non siamo capaci, noi popolo italiano, di attuare l'articolo 11, davvero "meritiamo" che esso venga abolito.

Mao Valpiana

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