giovedì, giugno 19, 2003

Un ingenuo pregiudizio provocato dalla forma mentis delle cosidette scienze esatte quello di credere che l'espressione adeguata e 'chiara', mentre rende possibile una intelligenza esatta e sicura, escluda la possibilità di una intelligenza migliore. Qui, come nell'asserire che 'in claris non fit interpretatio', si cade in un ysteron proteron , scambiando per punto di partenza quello che, dato il carattere ellittico di ogni linguaggio, potrà essere, se mai, un punto di arrivo e un risultato del processo interpretativo: l'apprezzamento di chiarezza dell'espressione rispetto al contenuto da esprimere.

E. Betti, Teoria generale dell'interpretazione

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