Tra i miei amici in Italia gira voce che io abbia una fidanzata giapponese.
Sabato ho finalmente conosciuto la prima giapponese da quando sono a Dublino. Si chiama Mika.
Ero in autobus, andavo in centro per la marcia della pace, si è seduta vicino a me e senza neanche presentarsi ha sfoderato la sua sorpendente loquacità.
Mi ha parlato di sè, delle sue amiche, del suo paese, dei suoi studi, delle conoscenze italiane. Simpatica, cordiale, molto gentile.
Non ho un debole per le asiatiche e l'unica cosa che mi piace del Giappone sono alcune cantanti pop, in particolare Namie Amuro.
Mi sono fatto tradurre al volo un po' di testi di sue canzoni.
Proprio prima di scendere la tipa mi chiede: ma tu hai una fidanzata giapponese?
L'unica plausibile interpretazione di queste ricorrenti voci, ormai globalizzate, è che siano chiari segni del destino che mi attende, perchè come direbbe Vico: Idee uniformi nate appo intieri popoli tra essoloro non conosciuti debbon avere un motivo comune di vero (Scienza Nuova, Degnità XIII).
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